Arctic and Antarctic lower troposphere temperature, updated to September 2023

“Arctic and Antarctic lower troposphere temperature, updated to September 2023” si riferisce alle temperature registrate nelle regioni artiche e antartiche nella parte inferiore della troposfera, aggiornate fino a settembre 2023.

  1. Arctic and Antarctic: Si riferiscono rispettivamente alle regioni vicino al Polo Nord (Artico) e al Polo Sud (Antartico).
  2. Lower troposphere: La troposfera è lo strato più basso dell’atmosfera terrestre, che si estende dal livello del suolo fino a circa 8-15 km di altezza, a seconda della latitudine. La “lower troposphere” si riferisce ai livelli inferiori di questo strato, dove si verifica la maggior parte del tempo meteorologico e dove le temperature sono direttamente influenzate dalla superficie terrestre o marina.
  3. Temperature: Questo termine si riferisce alle misurazioni della temperatura nell’aria di queste regioni.
  4. Updated to September 2023: Significa che i dati sulle temperature sono stati raccolti e aggiornati fino a settembre 2023.

Il monitoraggio delle temperature nelle regioni polari è fondamentale per la comprensione dei cambiamenti climatici, poiché queste aree stanno vivendo un riscaldamento molto più rapido rispetto al resto del mondo, un fenomeno noto come “amplificazione polare”. Questi dati possono aiutare gli scienziati a comprendere meglio come il cambiamento climatico stia influenzando gli ecosistemi polari, il livello del mare e i modelli climatici globali.

http://www.atmos.uah.edu/atmos/

Questo grafico mostra le temperature medie mensili della bassa troposfera nelle regioni del Polo Nord (Artico) e del Polo Sud (Antartico) dal 1979 al 2024, basate su osservazioni satellitari fornite dalla University of Alabama a Huntsville, USA.

Ecco una spiegazione dettagliata dei principali elementi del grafico:

  1. Asse verticale (Temperatura anomala °C): L’asse verticale mostra le anomalie di temperatura in gradi Celsius (°C). Una “anomalia” di temperatura indica quanto la temperatura si discosta dalla media di un periodo di riferimento. In questo caso, il periodo di riferimento è dal 1991 al 2020.
  2. Asse orizzontale (Anno): L’asse orizzontale mostra gli anni dal 1979 al 2024.
  3. Linee sottili: Rappresentano le temperature medie mensili della bassa troposfera per le regioni Artiche e Antartiche. Queste linee mostrano le fluttuazioni di temperatura mese per mese.
  4. Linea spessa: È una media mobile semplice di 37 mesi, che corrisponde quasi a una media su 3 anni. Questa linea aiuta a visualizzare le tendenze generali delle temperature senza le fluttuazioni mensili.
  5. Arctic (60-85°N): La parte superiore del grafico mostra le temperature per la regione artica, che si trova tra 60° e 85° di latitudine nord.
  6. Antarctic (60-85°S): La parte inferiore del grafico mostra le temperature per la regione antartica, che si trova tra 60° e 85° di latitudine sud.

Dal grafico possiamo osservare:

  • Ci sono fluttuazioni mensili nelle temperature, come mostrato dalle linee sottili. Queste fluttuazioni possono essere dovute a variazioni stagionali, eventi meteorologici, ecc.
  • La linea spessa (media mobile di 37 mesi) mostra la tendenza generale nel tempo. Si può notare che, nel complesso, le temperature nelle regioni artiche e antartiche sembrano essere in aumento, specialmente nell’Artico.
  • Le anomalie di temperatura mostrano quanto le temperature si discostano dalla media del periodo di riferimento (1991-2020). Valori positivi indicano che le temperature sono superiori alla media, mentre valori negativi indicano che sono inferiori.

In sintesi, questo grafico fornisce una rappresentazione visiva delle tendenze delle temperature nella bassa troposfera nelle regioni polari dal 1979 al 2024. Le tendenze rivelate da questo tipo di dati sono cruciali per comprendere le dinamiche dei cambiamenti climatici nelle regioni polari.

Nella regione artica, il riscaldamento si è verificato principalmente tra il 1994 e il 1996 e in misura minore successivamente. Tuttavia, nel 2016, le temperature hanno raggiunto un picco per diversi mesi, presumibilmente a causa del calore oceanico rilasciato nell’atmosfera durante l’El Niño 2015-15 (vedi anche il diagramma a pagina 25) e successivamente trasportato a latitudini più elevate. Questo sottolinea come le temperature dell’aria artica possano essere influenzate non solo dalle variazioni delle condizioni locali, ma anche da variazioni che si verificano in regioni geograficamente remote. Una leggera, ma persistente, diminuzione della temperatura ha caratterizzato l’Artico dal picco del 2016 (vedi anche i diagrammi a pagine 28-30). Nella regione antartica, le temperature sono rimaste sostanzialmente stabili dall’inizio delle registrazioni satellitari nel 1979. Nel 2016-17 un piccolo picco di temperatura visibile nel registro mensile può essere interpretato come l’effetto attenuato del recente episodio di El Niño.

Arctic and Antarctic surface air temperature, updated to December 2021

“Arctic and Antarctic surface air temperature, updated to December 2021” si riferisce alle temperature registrate nell’aria vicino alla superficie terrestre nelle regioni artiche e antartiche, aggiornate fino a dicembre 2021.

Ecco una spiegazione dettagliata:

  1. Arctic and Antarctic: Si riferiscono rispettivamente alle regioni vicino al Polo Nord (Artico) e al Polo Sud (Antartico).
  2. Surface air temperature: Questo termine si riferisce alle misurazioni della temperatura nell’aria a livello della superficie terrestre, piuttosto che ad altitudini elevate o a temperature sottostanti come quelle dell’oceano o del terreno.
  3. Updated to December 2021: Significa che i dati sulle temperature sono stati raccolti e aggiornati fino a dicembre 2021.

Il monitoraggio delle temperature della superficie nelle regioni polari è essenziale per comprendere l’andamento e le implicazioni dei cambiamenti climatici, dato che queste aree stanno sperimentando cambiamenti di temperatura più rapidi rispetto ad altre parti del mondo.

http://www.cru.uea.ac.uk/cru/data/temperature/ file:///C:/Ole/Manus/Climate4you%20Monthly/NormalClimateNormalPeriod.htm

Il grafico mostra le anomalie della temperatura dell’aria di superficie nell’Artico (nelle latitudini tra 70° e 90° Nord) dal gennaio 2000. L’analisi si basa sui dati HadCRUT4, che è una delle principali serie temporali globali delle temperature di superficie.

Elementi chiave del grafico:

  1. Anomalie di temperatura (sull’asse verticale): Queste rappresentano la differenza tra la temperatura media di un determinato mese e la temperatura media del periodo di riferimento (1961-1990). Le anomalie possono essere positive (indicando che il mese è stato più caldo del normale) o negative (indicando che il mese è stato più freddo del normale).
  2. Tempo (sull’asse orizzontale): Va dal gennaio 2000 al 2020 (o oltre, a seconda dei dati disponibili nel grafico).
  3. Linea sottile: Questa rappresenta l’anomalia di temperatura di ogni mese rispetto al periodo di riferimento 1961-1990. La sua fluttuazione mostra la variabilità mensile della temperatura nell’Artico.
  4. Linea più spessa: Questa rappresenta la media mobile degli ultimi 37 mesi (circa 3 anni) delle anomalie di temperatura. Questo aiuta a vedere le tendenze generali senza le fluttuazioni mensili, dando una visione più chiara delle tendenze a lungo termine.
  5. Linea tratteggiata a 0°C: Indica il punto di riferimento rispetto al quale si calcolano le anomalie. Valori sopra questa linea indicano mesi più caldi della media 1961-1990, mentre valori sotto indicano mesi più freddi.

Osservazioni dal grafico:

  • Si possono notare picchi e valli, che rappresentano periodi più caldi o più freddi, rispettivamente.
  • La tendenza generale, come suggerito dalla linea spessa, mostra che le temperature nell’Artico sono generalmente aumentate nel corso del periodo rappresentato nel grafico, con alcune variazioni.
  • Molte delle anomalie mensili sono positive, il che indica che gran parte di questo periodo è stato più caldo rispetto al periodo di riferimento 1961-1990.

In sintesi, il grafico fornisce una visione chiara delle variazioni della temperatura nell’Artico dal 2000, evidenziando le anomalie rispetto a un periodo di riferimento precedente. La tendenza al rialzo delle temperature si inserisce nel contesto più ampio del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici.

http://www.cru.uea.ac.uk/cru/data/temperature/ file:///C:/Ole/Manus/Climate4you%20Monthly/NormalClimateNormalPeriod.htm

Il grafico mostra le anomalie della temperatura dell’aria di superficie nell’Antartico (nelle latitudini tra 70° e 90° Sud) dal gennaio 2000. Come per l’Artico, l’analisi si basa sui dati HadCRUT4.

Elementi chiave del grafico:

  1. Anomalie di temperatura (sull’asse verticale): Queste rappresentano la differenza tra la temperatura media di un determinato mese e la temperatura media del periodo di riferimento (1961-1990). Le anomalie possono essere positive (indicando che il mese è stato più caldo del normale) o negative (indicando che il mese è stato più freddo del normale).
  2. Tempo (sull’asse orizzontale): Va dal gennaio 2000 al 2020 (o oltre, a seconda dei dati visualizzati nel grafico).
  3. Linea sottile: Questa rappresenta l’anomalia di temperatura di ogni mese rispetto al periodo di riferimento 1961-1990. Le sue fluttuazioni mostrano la variabilità mensile della temperatura nell’Antartico.
  4. Linea più spessa: Questa rappresenta la media mobile degli ultimi 37 mesi (circa 3 anni) delle anomalie di temperatura. Questo aiuta a identificare le tendenze a lungo termine senza le fluttuazioni mensili.
  5. Linea tratteggiata a 0°C: Indica il punto di riferimento rispetto al quale si calcolano le anomalie. Valori sopra questa linea indicano mesi più caldi della media 1961-1990, mentre valori sotto indicano mesi più freddi.

Osservazioni dal grafico:

  • A differenza del grafico artico, le anomalie di temperatura nell’Antartico variano maggiormente intorno allo zero, suggerendo una maggiore variabilità mensile.
  • Anche se ci sono periodi di riscaldamento, ci sono anche periodi notevoli di temperature più fredde rispetto al periodo di riferimento.
  • La tendenza generale, suggerita dalla linea spessa, non mostra un netto aumento o una netta diminuzione delle temperature nell’Antartico nel corso del periodo rappresentato nel grafico. Ciò indica che le temperature nell’Antartico sono state relativamente stabili, con alcune fluttuazioni, negli ultimi due decenni.

In sintesi, mentre il grafico artico mostrava una tendenza al rialzo delle temperature, il grafico antartico mostra una variabilità maggiore nelle temperature con una tendenza meno definita. Questo evidenzia come i due poli possano avere dinamiche climatiche differenti.

http://www.cru.uea.ac.uk/cru/data/temperature/ file:///C:/Ole/Manus/Climate4you%20Monthly/NormalClimateNormalPeriod.htm

Questo grafico rappresenta le anomalie di temperatura nell’Artico (nelle latitudini tra 70° e 90° Nord) a partire dal gennaio 1957, basandosi sui dati HadCRUT4. Ecco una spiegazione dettagliata:

Titolo e contesto: Il grafico mostra le anomalie delle temperature dell’aria di superficie nell’Artico a partire dal gennaio 1957.

Elementi chiave del grafico:

  1. Anomalie di temperatura (sull’asse verticale): Queste rappresentano la differenza tra la temperatura media di un determinato mese e la temperatura media del periodo di riferimento (1961-1990). Le anomalie possono essere positive (indicando che il mese è stato più caldo del normale) o negative (indicando che il mese è stato più freddo del normale).
  2. Tempo (sull’asse orizzontale): Va dal gennaio 1957 al 2020 (o oltre, a seconda dei dati visualizzati nel grafico).
  3. Linea sottile: Questa rappresenta l’anomalia di temperatura di ogni mese rispetto al periodo di riferimento 1961-1990. Le sue fluttuazioni mostrano la variabilità mensile della temperatura nell’Artico.
  4. Linea più spessa: Questa rappresenta la media mobile degli ultimi 37 mesi (circa 3 anni) delle anomalie di temperatura. Questo aiuta a identificare le tendenze a lungo termine senza le fluttuazioni mensili.
  5. Linea tratteggiata a 0°C: Indica il punto di riferimento rispetto al quale si calcolano le anomalie. Valori sopra questa linea indicano mesi più caldi della media 1961-1990, mentre valori sotto indicano mesi più freddi.

Osservazioni dal grafico:

  • Le anomalie di temperatura nell’Artico sono generalmente fluttuanti ma mostrano una tendenza al rialzo, in particolare nell’ultimo quarto del grafico (dal 2000 in poi).
  • La linea spessa (media mobile) mostra una tendenza chiara al rialzo dal 2000 in poi, indicando un aumento sostenuto delle temperature nell’Artico in questo periodo.
  • Ci sono stati periodi di riscaldamento e raffreddamento nell’Artico nel corso del tempo, ma la tendenza recente è chiaramente verso un riscaldamento.

In sintesi, il grafico mostra come le temperature nell’Artico siano aumentate nel corso del tempo, in particolare negli ultimi due decenni. Questo è in linea con le preoccupazioni globali sul riscaldamento dell’Artico e i suoi potenziali impatti sul clima globale.

http://www.cru.uea.ac.uk/cru/data/temperature/ file:///C:/Ole/Manus/Climate4you%20Monthly/NormalClimateNormalPeriod.htm

Questo grafico rappresenta le anomalie di temperatura in Antartide (nelle latitudini tra 70° e 90° Sud) a partire dal gennaio 1957, basandosi sui dati HadCRUT4. Ecco una spiegazione dettagliata:

Titolo e contesto: Il grafico mostra le anomalie delle temperature dell’aria di superficie in Antartide a partire dal gennaio 1957.

Elementi chiave del grafico:

  1. Anomalie di temperatura (sull’asse verticale): Queste rappresentano la differenza tra la temperatura media di un determinato mese e la temperatura media del periodo di riferimento (1961-1990). Le anomalie possono essere positive (indicando che il mese è stato più caldo del normale) o negative (indicando che il mese è stato più freddo del normale).
  2. Tempo (sull’asse orizzontale): Va dal gennaio 1957 al 2023 (o l’ultimo punto dati visualizzato nel grafico).
  3. Linea sottile: Questa rappresenta l’anomalia di temperatura di ogni mese rispetto al periodo di riferimento 1961-1990. Le sue fluttuazioni mostrano la variabilità mensile della temperatura in Antartide.
  4. Linea più spessa: Questa rappresenta la media mobile degli ultimi 37 mesi (circa 3 anni) delle anomalie di temperatura. Questo aiuta a identificare le tendenze a lungo termine senza le fluttuazioni mensili.
  5. Linea tratteggiata a 0°C: Indica il punto di riferimento rispetto al quale si calcolano le anomalie. Valori sopra questa linea indicano mesi più caldi della media 1961-1990, mentre valori sotto indicano mesi più freddi.

Osservazioni dal grafico:

  • Le anomalie di temperatura in Antartide sono molto fluttuanti e non mostrano una tendenza chiara e costante come quella osservata nell’Artico.
  • La linea spessa (media mobile) ha fluttuato sopra e sotto lo zero nel corso del tempo, indicando periodi alternati di riscaldamento e raffreddamento.
  • Nel complesso, la variabilità della temperatura in Antartide sembra essere maggiore rispetto all’Artico, e non mostra una tendenza al rialzo chiara e sostenuta come quella osservata nell’Artico.

In sintesi, mentre l’Artico mostra una tendenza chiara al rialzo delle temperature nel tempo, l’Antartide presenta una maggiore variabilità senza una tendenza rialzista netta e sostenuta. Questo evidenzia come le dinamiche climatiche possano differire tra le due regioni polari.

http://www.cru.uea.ac.uk/cru/data/temperature/ file:///C:/Ole/Manus/Climate4you%20Monthly/NormalClimateNormalPeriod.htm

Questo grafico mostra le anomalie di temperatura nell’Artico (nelle latitudini tra 70° e 90° Nord) a partire dal gennaio 1920, basate sui dati HadCRUT4. Ecco una spiegazione dettagliata:

Titolo e contesto: Il grafico rappresenta le anomalie delle temperature dell’aria di superficie nell’Artico a partire dal gennaio 1920.

Elementi chiave del grafico:

  1. Anomalie di temperatura (sull’asse verticale): Le anomalie rappresentano la differenza tra la temperatura media di un dato mese e la temperatura media del periodo di riferimento WMO 1961-1990. Valori positivi indicano che il mese è stato più caldo rispetto al normale, mentre valori negativi indicano che è stato più freddo.
  2. Tempo (sull’asse orizzontale): L’intervallo temporale va dal gennaio 1920 fino al 2023 (o l’ultimo punto dati mostrato nel grafico).
  3. Linea sottile: Questa rappresenta l’anomalia di temperatura di ogni singolo mese rispetto al periodo di riferimento 1961-1990. Puoi vedere come la temperatura ha fluttuato mese per mese nel corso degli anni.
  4. Linea più spessa: Questa è una media mobile che rappresenta la media delle anomalie di temperatura degli ultimi 37 mesi (circa 3 anni). Questo liscia le fluttuazioni mensili e aiuta a identificare le tendenze a lungo termine.
  5. Linea tratteggiata a 0°C: Indica il punto di riferimento rispetto al quale si calcolano le anomalie. Valori sopra questa linea indicano mesi più caldi rispetto alla media 1961-1990, mentre valori sotto indicano mesi più freddi.

Osservazioni dal grafico:

  • Si nota una tendenza generale all’aumento delle temperature nell’Artico nel corso del tempo, in particolare negli ultimi decenni.
  • La variabilità mensile (linea sottile) mostra picchi e cadute nel corso degli anni, ma la tendenza a lungo termine (linea spessa) evidenzia un riscaldamento chiaro e sostenuto.
  • Gli ultimi anni mostrano anomalie particolarmente elevate, indicando che l’Artico sta attraversando un periodo di riscaldamento accelerato.

In sintesi, questo grafico mette in evidenza il riscaldamento in corso nell’Artico, con un aumento particolarmente evidente delle temperature negli ultimi decenni rispetto alla media del periodo 1961-1990.

A causa del numero relativamente piccolo di stazioni nell’Artico prima del 1930, le variazioni da mese a mese nella parte iniziale del record di temperatura artica 1920-2018 sono maggiori rispetto ai periodi successivi (come mostrato nel diagramma sopra). Il periodo a partire dal 1930 ha visto la creazione di molte nuove stazioni meteorologiche nell’Artico, inizialmente in Russia e in Siberia, e dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche in Nord America, spiegando la differenza menzionata. Il periodo dal 2005 in poi è caldo, quasi quanto il periodo 1930-1940. Poiché la serie di dati HadCRUT4 ha migliorato la copertura dei dati ad alta latitudine (rispetto alla serie HadCRUT3), le singole celle della griglia 5°x5° sono state pesate in base alla loro superficie. Questa correzione dell’area è particolarmente importante per le regioni polari, dove le longitudini convergono rapidamente. Questo approccio differisce da quello utilizzato da Gillet et al. 2008, che ha calcolato una media semplice, senza correzione per l’effetto sostanziale dell’area superficiale latitudinale nelle regioni polari. Le anomalie di temperatura dell’aria di superficie dell’Artico pesate per area secondo HadCRUT4 (p.28-30) corrispondono piuttosto bene alle anomalie di temperatura della troposfera inferiore registrate dai satelliti (p.27). Letteratura: Gillett, N.P., Stone, D.A., Stott, P.A., Nozawa, T., Karpechko, A.Y.U., Hegerl, G.C., Wehner, M.F. e Jones, P.D. 2008. Attribuzione del riscaldamento polare all’influenza umana. Nature Geoscience 1, 750-754.

Long Arctic annual surface air temperature series, updated to year 2022

“Long Arctic annual surface air temperature series, updated to year 2022” si riferisce a una serie storica lunga di dati sulla temperatura dell’aria vicino alla superficie terrestre nell’area dell’Artico, aggiornata fino all’anno 2022.

Ecco una spiegazione più dettagliata di ciascuna parte di questa frase:

  1. Long Arctic annual surface air temperature series: Questa parte si riferisce a una serie temporale di dati sulla temperatura dell’aria vicino alla superficie terrestre nell’Artico. La parola “long” indica che la serie di dati copre un lungo periodo di tempo, che potrebbe essere di decenni o addirittura di secoli. La serie di dati è annuale, il che significa che i dati vengono registrati o aggregati su base annua.
  2. Updated to year 2022: Questa parte indica che la serie di dati è stata aggiornata per includere informazioni fino all’anno 2022. Questo è importante perché i cambiamenti climatici stanno influenzando rapidamente l’Artico, e avere dati aggiornati è cruciale per comprendere l’entità e la velocità di questi cambiamenti.

Gli scienziati usano queste lunghe serie temporali di dati sulla temperatura per analizzare i trend climatici, comprendere meglio il cambiamento climatico e fare previsioni sul futuro. Nell’Artico, questi dati sono particolarmente importanti perché la regione si sta riscaldando più rapidamente rispetto al resto del mondo, con impatti significativi sull’ambiente locale, sulla fauna selvatica e sulle comunità umane.

Il grafico mostra le serie storiche delle temperature annuali dell’aria vicino alla superficie terrestre per diverse località nell’Artico. Le località sono state selezionate in base alla loro lunghezza di tempo di osservazione. Ecco una spiegazione dettagliata:

  1. Località: Il grafico presenta diverse località nell’Artico, ognuna delle quali ha la sua serie di dati di temperatura. Queste località includono Fairbanks, Nuuk, Akureyri, Longyearbyen, Ostrov Dikson e Halanga.
  2. Linee blu sottili: Queste rappresentano la temperatura media annuale per ogni località. Si tratta della media delle temperature registrate per ogni mese nell’arco dell’anno.
  3. Linee blu spesse: Queste rappresentano la media mobile a 5 anni delle temperature. Ciò significa che ogni punto su questa linea rappresenta la media delle temperature degli ultimi 5 anni fino a quel punto. La media mobile a 5 anni è utilizzata per visualizzare meglio le tendenze a lungo termine e ridurre l’effetto di fluttuazioni annuali casuali.
  4. Asse delle ordinate (verticale): Questo asse mostra le temperature in gradi Celsius. Le temperature possono variare da positive a negative a seconda della località e dell’anno.
  5. Asse delle ascisse (orizzontale): Questo asse rappresenta gli anni, dalla fine del 1800 fino al 2022. Ciò permette di visualizzare l’evoluzione delle temperature nel tempo.
  6. Tendenze osservate: Dalle linee, puoi notare variazioni nelle temperature nel corso degli anni. In generale, sembra che ci sia stata un’oscillazione nelle temperature durante tutto il periodo, ma con un aumento evidente nelle temperature più recenti, indicativo del riscaldamento globale.
  7. Climate4you: Menzionato come fonte o luogo in cui è possibile ottenere ulteriori informazioni sul grafico o sui dati presentati.

In sintesi, questo grafico fornisce una panoramica delle tendenze storiche delle temperature nell’Artico in diverse località. Mostra come le temperature si sono evolute nel corso del tempo, offrendo una visione dettagliata degli effetti del cambiamento climatico nella regione.

Long Antarctic annual surface air temperature series, updated to year 2022

“Long Antarctic annual surface air temperature series, updated to year 2022” significa che c’è una serie di dati sulla temperatura dell’aria alla superficie in Antartide che è stata registrata per un lungo periodo di tempo, e che questi dati sono stati aggiornati fino all’anno 2022.

In altre parole, gli scienziati hanno raccolto e analizzato le temperature dell’aria vicino alla superficie in diverse parti dell’Antartide per molti anni, creando una serie temporale che mostra come le temperature sono cambiate nel tempo. Questo tipo di dati è cruciale per comprendere il clima dell’Antartide e come sta cambiando, che a sua volta è una parte importante dello studio dei cambiamenti climatici globali. La menzione dell’aggiornamento fino all’anno 2022 suggerisce che i dati più recenti sono inclusi nell’analisi, il che è importante per avere una comprensione aggiornata della situazione.

Questo grafico mostra le serie storiche della temperatura dell’aria superficiale annuale in diverse località dell’Antartide. Ecco una spiegazione dettagliata:

  1. Località: Ci sono quattro diverse località in Antartide rappresentate nel grafico:
    • Halley (75.5 S 26.6 W)
    • Vostok (78.5 S 106.9 E)
    • Amundsen-Scott (90.0 S 0.0 E; Polo Sud)
    • McMurdo (77.8 S 166.7 E)
  2. Linee: Per ogni località, ci sono due linee:
    • Linea sottile blu: Rappresenta la temperatura media annuale dell’aria. Ciò significa che per ogni anno, si prende la media delle temperature di ogni mese e si ottiene un valore unico per quell’anno.
    • Linea blu spessa: Rappresenta la media mobile a 5 anni. Ciò significa che ogni punto di questa linea rappresenta la media delle temperature degli ultimi cinque anni. Questo tipo di media è spesso utilizzato per evidenziare tendenze a lungo termine e ridurre l’effetto di fluttuazioni a breve termine.
  3. Temperatura: L’asse verticale (Y) mostra le temperature in gradi Celsius. Noterai che le temperature sono molto basse, come ci si potrebbe aspettare in Antartide. Ad esempio, la stazione di Vostok mostra temperature che variano tra -52°C e -57°C nel periodo rappresentato.
  4. Anni: L’asse orizzontale (X) rappresenta gli anni, a partire dal 1955 fino al 2022.
  5. Osservazioni:
    • La temperatura varia notevolmente da un anno all’altro, ma la linea della media mobile a 5 anni aiuta a visualizzare le tendenze generali.
    • In generale, è possibile vedere che ci sono state fluttuazioni nelle temperature nel corso degli anni, con alcuni periodi di riscaldamento e altri di raffreddamento.
  6. Fonte: L’ultima riga del testo menziona “Climate4you” come fonte delle informazioni, il che suggerisce che potresti trovare ulteriori dettagli e spiegazioni su quel sito.

In sintesi, il grafico fornisce una panoramica storica delle temperature dell’aria superficiale in diverse stazioni antartiche. Le linee sottili mostrano le fluttuazioni annuali, mentre le linee spesse indicano tendenze a lungo termine attraverso medie mobili a 5 anni.

Temperature over land versus over oceans, updated to September 2023

“Temperature over land versus over oceans, updated to September 2023” si riferisce alla comparazione tra le temperature misurate sulla terraferma (cioè sulle masse continentali) e quelle misurate sugli oceani. Ecco un’analisi dettagliata:

  1. Temperature over land: Questo si riferisce alle temperature dell’aria superficiale misurate sulle masse terrestri continentali. In generale, le temperature sulla terraferma tendono a variare in modo più ampio (più calde d’estate e più fredde d’inverno) rispetto alle temperature degli oceani.
  2. Temperature over oceans: Si riferisce alle temperature misurate sulla superficie degli oceani. Gli oceani hanno una maggiore capacità termica rispetto alla terraferma, il che significa che riscaldano e si raffreddano più lentamente. Di conseguenza, le temperature oceaniche sono generalmente più stabili e presentano variazioni meno estreme rispetto alle temperature terrestri.
  3. Updated to September 2023: Questo indica che i dati o le informazioni presentate sono aggiornati fino a settembre 2023, fornendo così una visione attuale e rilevante della situazione.

In sintesi, la frase suggerisce una presentazione o un’analisi che confronta le tendenze e le variazioni delle temperature sulla terraferma con quelle sugli oceani, basata su dati aggiornati fino a settembre 2023. Questo tipo di analisi può fornire intuizioni preziose sul cambiamento climatico e su come diversi fattori stiano influenzando le temperature globali.

http://vortex.nsstc.uah.edu/

Questo grafico presenta le temperature medie mensili della bassa troposfera misurate a livello globale dal 1979, sia sulla terraferma (land) che sugli oceani, come fornito dalla University of Alabama a Huntsville, USA. Ecco un’analisi dettagliata:

  1. Parte Superiore del Grafico:
    • Linea Rossa: Rappresenta la temperatura della bassa troposfera misurata sulla terraferma.
    • Linea Blu: Mostra la temperatura della bassa troposfera misurata sugli oceani.
    • Linee Spesse: Le linee più spesse (sia in rosso che in blu) rappresentano la media mobile di 37 mesi, che corrisponde quasi a una media mobile di 3 anni. Questo aiuta a visualizzare le tendenze generali e a ridurre l’effetto delle fluttuazioni a breve termine.
    • Asse Y (verticale): Mostra le anomalie delle temperature in gradi Celsius rispetto al periodo di riferimento 1991-2020. Una “anomalia” indica quanto una particolare misurazione si discosta dalla media di un periodo di riferimento stabilito. Ad esempio, un valore di +0,5°C indica che la temperatura era di 0,5°C superiore alla media del periodo 1991-2020.
  2. Parte Inferiore del Grafico:
    • Rappresenta la differenza tra le temperature della bassa troposfera misurate sulla terraferma e quelle misurate sugli oceani.
    • L’asse Y mostra la differenza in gradi Celsius. Valori positivi indicano che la temperatura sulla terraferma era superiore a quella degli oceani, mentre valori negativi indicano il contrario.
    • Come nella parte superiore, la linea spessa rappresenta la media mobile di 37 mesi.
  3. Asse X (orizzontale): Rappresenta gli anni, dal 1979 al 2024.
  4. Osservazioni:
    • Si può notare che le temperature sulla terraferma tendono a variare in modo più ampio rispetto alle temperature oceaniche.
    • La differenza tra le temperature della terraferma e degli oceani sembra essere in aumento negli ultimi anni, come indicato nella parte inferiore del grafico.
    • Entrambe le temperature, sia sulla terraferma che sugli oceani, mostrano una tendenza al rialzo nel tempo, suggerendo un aumento delle temperature globali.

In sintesi, il grafico offre una panoramica delle variazioni delle temperature della bassa troposfera a livello globale, sia sulla terraferma che sugli oceani, dal 1979. Mostra anche la differenza tra queste due misurazioni nel corso del tempo. La tendenza generale indica un riscaldamento globale, con temperature sulla terraferma che variano in modo più ampio rispetto agli oceani.

Dal 1979, la bassa troposfera sulla terraferma si è riscaldata molto più che sugli oceani, suggerendo che il riscaldamento complessivo derivi principalmente dalla radiazione solare in entrata. Inoltre, potrebbero esserci ulteriori motivi per questa divergenza, come, ad esempio, variazioni nella copertura nuvolosa e cambiamenti nell’uso del suolo.

Troposphere and stratosphere temperatures from satellites, updated to September 2023

La frase “Troposphere and stratosphere temperatures from satellites, updated to September 2023” si traduce in italiano come “Temperature della troposfera e della stratosfera rilevate da satelliti, aggiornate a settembre 2023”. Questo significa che sono stati utilizzati dati satellitari per misurare le temperature nelle due principali strati atmosferici terrestri, la troposfera e la stratosfera, e che questi dati sono stati aggiornati fino a settembre 2023.

La troposfera è lo strato atmosferico più vicino alla superficie terrestre e si estende fino a circa 8-15 chilometri di altezza. È in questo strato che si verificano la maggior parte dei fenomeni meteorologici. La temperatura nella troposfera generalmente diminuisce con l’aumentare dell’altitudine.

La stratosfera si trova sopra la troposfera e si estende da circa 15 a 50 chilometri di altezza. In questo strato, la temperatura generalmente aumenta con l’aumentare dell’altitudine, a causa dell’assorbimento della radiazione ultravioletta da parte dell’ozono.

I satelliti sono in grado di misurare le temperature in questi strati atmosferici utilizzando diversi tipi di strumenti e sensori. Questi dati sono fondamentali per la ricerca climatica e meteorologica, in quanto aiutano gli scienziati a comprendere meglio i cambiamenti climatici, i modelli atmosferici e altri fenomeni meteorologici.

Questo grafico mostra le temperature medie globali dell’aria superiore misurate dai satelliti e fornite dalla University of Alabama a Huntsville (UAH), USA.

Ecco una spiegazione dettagliata:

  1. Titolo: “UAH Upper Air Temperature” – Questo indica che le temperature rappresentate sono quelle dell’aria superiore, non quelle di superficie. Le temperature dell’aria superiore sono misurate generalmente ad altitudini elevate nella troposfera e nella bassa stratosfera.
  2. Linee Sottili: Rappresentano le temperature medie mensili nel corso degli anni, dall’inizio del 1979 fino al 2023.
  3. Linee Spesse: Rappresentano una media mobile semplice di 37 mesi, che corrisponde approssimativamente a una media di 3 anni. Questo aiuta a lisciare le variazioni a breve termine e a evidenziare le tendenze a lungo termine.
  4. Asse delle Ordinate (Y): Indica la differenza di temperatura rispetto alla media del periodo di riferimento (1991-2020). Per esempio, un valore di +0,5 °C indica che la temperatura media di quel mese o di quel periodo di 37 mesi era di 0,5 °C superiore alla media del periodo 1991-2020.
  5. Asse delle Ascisse (X): Rappresenta gli anni, dal 1979 al 2023.
  6. Quattro Grafici: Il grafico è suddiviso in quattro sezioni, ognuna rappresentante una differente altitudine o fascia di altitudine nella troposfera e nella bassa stratosfera:
    • LT (Lower Troposphere): Troposfera inferiore, che si estende fino a circa 8 chilometri di altezza.
    • MT (Middle Troposphere): Troposfera media.
    • LS (Lower Stratosphere): Stratosfera inferiore.
    • TP (Tropopause): È il confine tra la troposfera e la stratosfera.
  7. Periodo di Riferimento 1991-2020: Le variazioni di temperatura sono calcolate rispetto a una media di base, in questo caso la media delle temperature tra il 1991 e il 2020.

Da una rapida occhiata al grafico, si può notare che ci sono variazioni stagionali e annuali nelle temperature, ma anche alcune tendenze più ampie nel tempo. Ad esempio, la temperatura della troposfera inferiore (LT) mostra una tendenza al riscaldamento nel corso del periodo rappresentato.

Arctic and Antarctic sea ice, updated to September 2023

La frase “Arctic and Antarctic sea ice, updated to September 2023” si traduce in italiano come “Ghiaccio marino artico e antartico, aggiornato a settembre 2023”.

Questo significa che si stanno presentando dati o informazioni relative all’estensione o allo stato del ghiaccio marino nelle regioni dell’Artico e dell’Antartico, e che questi dati sono stati aggiornati fino a settembre 2023.

Ecco una breve spiegazione:

  1. Ghiaccio marino artico: Si riferisce al ghiaccio che si forma sulla superficie del mare Artico. L’estensione e lo spessore di questo ghiaccio variano stagionalmente, raggiungendo il minimo in settembre (alla fine dell’estate boreale) e il massimo in marzo (alla fine dell’inverno boreale). Negli ultimi decenni, a causa del cambiamento climatico, l’estensione del ghiaccio marino artico è diminuita significativamente, in particolare durante i mesi estivi.
  2. Ghiaccio marino antartico: Si riferisce al ghiaccio che si forma sulla superficie del mare intorno al continente antartico. Anche in questo caso, l’estensione del ghiaccio varia stagionalmente, ma il modello è opposto rispetto all’Artico a causa delle diverse stagioni nell’emisfero sud. L’estensione del ghiaccio antartico raggiunge il suo massimo in settembre (alla fine dell’inverno australe) e il suo minimo in febbraio (alla fine dell’estate australe).

Il monitoraggio dell’estensione del ghiaccio marino in entrambe le regioni è cruciale per comprendere i cambiamenti climatici e le dinamiche dell’ecosistema marino.

Queste mappe mostrano l’estensione del ghiaccio marino sia nell’Artico (a sinistra) sia nell’Antartico (a destra) al 19 settembre 2023. Ecco una spiegazione dettagliata:

  1. Estensione del Ghiaccio Marino: Le aree colorate in bianco rappresentano le regioni coperte da ghiaccio marino al 19 settembre 2023. Nella mappa dell’Artico, vediamo il ghiaccio marino che circonda principalmente il Polo Nord, mentre nella mappa dell’Antartico, il ghiaccio marino circonda il continente antartico.
  2. Linea Arancione (median ice edge 1981-2010): Questa linea rappresenta il limite mediano del ghiaccio marino basato sulle osservazioni satellitari dal 1981 al 2010 (entrambi gli anni inclusi). La “linea mediana” indica dove, in media, il bordo del ghiaccio marino si trovava durante quel periodo di 30 anni.
  3. Definizione del Limite Mediano: La linea arancione è definita come il luogo dove la copertura del ghiaccio marino raggiunge il 15%. Ciò significa che all’interno di quella linea, la copertura del ghiaccio marino era, in media, del 15% o più dal 1981 al 2010.
  4. Nota sulle Aree “MISSING” nell’Antartico: Nella mappa dell’Antartico, alcune aree sono etichettate come “MISSING”. Questo potrebbe indicare che per quelle regioni non sono disponibili dati satellitari o che vi è una mancanza di osservazioni.
  5. Possibilità di Ghiaccio al di fuori del Limite: Anche se la linea arancione indica il limite mediano del ghiaccio marino, è possibile che ci siano zone di ghiaccio al di fuori di quel limite e zone di acqua aperta all’interno di esso.
  6. Fonte: Le mappe sono state fornite dal National Snow and Ice Data Center (NSIDC), un’istituzione che monitora e analizza le condizioni del ghiaccio marino e nevoso a livello globale.

Dall’osservazione delle mappe, possiamo dedurre che al 19 settembre 2023, l’estensione del ghiaccio marino nell’Artico sembra ridotta rispetto al limite mediano basato sul periodo 1981-2010. Allo stesso modo, l’Antartico mostra anche delle variazioni rispetto al limite mediano, anche se in modo diverso dall’Artico.

Queste mappe sono utili per comprendere le variazioni del ghiaccio marino rispetto alle condizioni medie passate e per monitorare gli effetti del cambiamento climatico sulle regioni polari.

Le due mappe mostrano l’estensione e la concentrazione del ghiaccio marino nell’Artico rispettivamente al 20 settembre 2022 (a sinistra) e al 20 settembre 2023 (a destra). Queste mappe sono state fornite dalla Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA). Ecco una spiegazione dettagliata:

  1. Concentrazione del Ghiaccio Marino: Le aree colorate rappresentano le zone con ghiaccio marino. Le tonalità più chiare indicano una concentrazione minore di ghiaccio marino, mentre le tonalità più scure indicano una concentrazione maggiore.
  2. Comparazione tra le due date: Comparando le due mappe, possiamo osservare come l’estensione e la concentrazione del ghiaccio marino siano cambiate nell’arco di un anno. Ad una prima occhiata, sembra che l’estensione del ghiaccio marino al 20 settembre 2023 sia leggermente ridotta rispetto al 20 settembre 2022, in particolare nelle regioni periferiche. Inoltre, sembra esserci una variazione nella concentrazione del ghiaccio in alcune aree.
  3. Nucleo Centrale: In entrambe le mappe, il nucleo centrale (la parte più chiara) rappresenta una concentrazione molto alta di ghiaccio marino, che è tipica per la regione centrale dell’Artico.
  4. AMSR2: Si riferisce al satellite “Advanced Microwave Scanning Radiometer 2”, uno strumento utilizzato per monitorare e misurare l’estensione e la concentrazione del ghiaccio marino.
  5. NIPR e JAXA: NIPR è l’acronimo per “National Institute of Polar Research” del Giappone, mentre JAXA è l’acronimo per “Japan Aerospace Exploration Agency”. Entrambe sono istituzioni giapponesi coinvolte nella ricerca e nell’esplorazione spaziale.

Da queste mappe, è possibile ottenere informazioni sullo stato del ghiaccio marino nell’Artico e su come esso stia evolvendo nel tempo. Questi dati sono fondamentali per comprendere le tendenze del cambiamento climatico e gli impatti sul sistema climatico globale.

http://nsidc.org/data/seaice_index/index.html

Questo grafico mostra l’estensione del ghiaccio marino sia nell’Antartico che nell’Artico, nonché l’estensione globale del ghiaccio marino, secondo il National Snow and Ice Data Center (NSIDC), a partire da novembre 1978.

  1. Asse Verticale (Y): Rappresenta l’estensione del ghiaccio marino in milioni di chilometri quadrati.
  2. Asse Orizzontale (X): Rappresenta il tempo, specificamente i mesi e gli anni a partire da novembre 1978 fino ad una data recente.
  3. Global Sea Ice Area: Questa parte del grafico mostra l’estensione totale del ghiaccio marino in tutto il mondo (somma dell’Artico e dell’Antartico). Si può notare che ci sono fluttuazioni stagionali nell’estensione del ghiaccio marino a livello globale, con picchi e minimi che corrispondono alle stagioni invernali ed estive, rispettivamente.
  4. Arctic Sea Ice Area: Questa parte del grafico mostra l’estensione del ghiaccio marino nell’Artico. Le fluttuazioni stagionali sono evidenti, con l’estensione del ghiaccio che raggiunge il suo massimo durante l’inverno artico e il suo minimo durante l’estate artico.
  5. Antarctic Sea Ice Area: Questa parte del grafico mostra l’estensione del ghiaccio marino nell’Antartico. Anche qui, si possono notare fluttuazioni stagionali, ma sono opposte a quelle dell’Artico a causa delle diverse stagioni nell’emisfero sud rispetto a quello nord.
  6. Linea Rossa: Rappresenta la media dell’estensione del ghiaccio marino nel periodo 1979-2022. Fornisce un punto di riferimento per confrontare l’estensione del ghiaccio marino in un determinato momento con la media di questo lungo periodo.

In generale, questo grafico fornisce una panoramica di come l’estensione del ghiaccio marino sia cambiata nel tempo in entrambi gli emisferi, nonché a livello globale. È uno strumento utile per monitorare le tendenze a lungo termine e per comprendere gli effetti del cambiamento climatico sul ghiaccio marino.

http://www.jaxa.jp/index_e.html

Questo grafico mostra l’estensione giornaliera del ghiaccio marino nell’Artico da giugno 2002 fino al 20 settembre 2023. I dati sono forniti dalla Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA).

  1. Asse Verticale (Y): Rappresenta l’estensione del ghiaccio marino nell’Artico in chilometri quadrati (km²). L’asse varia da 0 a 14.000.000 km².
  2. Asse Orizzontale (X): Rappresenta il tempo, specificatamente i mesi e gli anni a partire da giugno 2002 fino al 20 settembre 2023.
  3. Area Ombreggiata Viola: Rappresenta i valori giornalieri dell’estensione del ghiaccio marino. Si può notare che ci sono fluttuazioni stagionali nell’estensione del ghiaccio marino nell’Artico. Queste fluttuazioni riflettono il ciclo annuale di crescita e fusione del ghiaccio marino, con picchi durante i mesi invernali e minimi durante l’estate.
  4. Linea Rossa: Rappresenta una media mobile su 365 giorni dell’estensione del ghiaccio marino. Questa media elimina le fluttuazioni a breve termine e fornisce una visione più chiara delle tendenze generali nel tempo. Questa linea è particolarmente utile per identificare le tendenze a lungo termine nell’estensione del ghiaccio marino.

In sintesi, questo grafico fornisce una visione dettagliata di come l’estensione del ghiaccio marino nell’Artico sia cambiata giorno per giorno nell’arco di oltre due decenni. Si può notare la tendenza generale di riduzione del ghiaccio marino durante i mesi estivi negli anni recenti, che è una manifestazione dell’accelerazione del riscaldamento globale e dei suoi impatti sull’Artico.

http://ocean.dmi.dk/arctic/icethickness/thk.uk.php http://polarportal.dk/en/sea-ice-and-icebergs/sea-ice-thickness-and-volume/

Queste immagini presentano una serie di informazioni relative all’estensione e allo spessore del ghiaccio marino artico. Analizziamo insieme le diverse parti:

  1. Mappa Grande in Alto a Sinistra: Questa mappa mostra lo spessore del ghiaccio marino nell’Artico il 20 settembre 2023. La scala dei colori in basso indica lo spessore del ghiaccio in metri. Il viola rappresenta le aree con ghiaccio molto spesso, mentre il verde e il blu indicano ghiaccio più sottile.
  2. Grafico in Alto a Destra: Questo grafico rappresenta il volume totale del ghiaccio marino nell’Artico per diversi anni. Le linee colorate mostrano il volume del ghiaccio marino per ogni anno dal gennaio al dicembre. L’ombreggiatura grigia rappresenta il volume medio del ghiaccio marino e la deviazione standard per il periodo 2004-2013. Si può notare come il volume del ghiaccio marino nel 2023 (linea scura in alto) si confronti con gli anni precedenti.
  3. Mappe Inferiori a Sinistra e a Destra: Queste due mappe mostrano uno confronto diretto tra lo spessore del ghiaccio marino il 20 settembre 2022 (a sinistra) e il 20 settembre 2023 (a destra). Anche qui, la scala dei colori indica lo spessore del ghiaccio in metri.

Dalle mappe, possiamo osservare la distribuzione e lo spessore del ghiaccio marino nell’Artico in questi due anni specifici e confrontarli. Il grafico del volume totale fornisce ulteriori dettagli sulla tendenza generale del volume del ghiaccio marino nell’Artico nel corso degli anni.

Infine, è importante notare che il Danish Meteorological Institute (DMI) ha cambiato il loro modello di calcolo del ghiaccio marino il 7 dicembre 2021. Ciò può avere un impatto su come i dati vengono interpretati e confrontati con i dati degli anni precedenti. Per una comprensione dettagliata delle modifiche al modello, sarebbe utile consultare il link fornito.

Questo grafico mostra l’andamento dell’estensione del ghiaccio marino a livello globale e in entrambi gli emisferi dal 1979, l’inizio dell’era satellitare. Ecco una descrizione dettagliata delle parti del grafico:

  1. Grafico Superiore:
    • La curva blu rappresenta l’estensione media del ghiaccio marino nell’Emisfero Sud (principalmente Antartide) calcolata su un periodo di 12 mesi.
    • La curva rossa rappresenta l’estensione media del ghiaccio marino nell’Emisfero Nord (principalmente Artico) calcolata sempre su un periodo di 12 mesi.
    • Le linee tratteggiate rappresentano una media mobile di 61 mesi, ovvero circa 5 anni, per entrambi gli emisferi.
    • Si può notare come l’estensione del ghiaccio nell’Emisfero Sud tenda ad aumentare e diminuire in modo ciclico, mentre quella nell’Emisfero Nord mostra una tendenza decrescente nel corso degli anni.
  2. Grafico Inferiore:
    • La curva rosa indica l’estensione media globale del ghiaccio marino (combinando sia l’Emisfero Nord che l’Emisfero Sud) calcolata su un periodo di 12 mesi.
    • L’area colorata rappresenta la variazione mensile dell’estensione del ghiaccio marino a livello globale.
    • La linea tratteggiata nera rappresenta l’estensione media del ghiaccio marino a livello globale dal 1979 al 2022.
    • Anche in questo caso, c’è una linea tratteggiata rosa che rappresenta una media mobile di 61 mesi, ovvero circa 5 anni, a livello globale.

Il valore di ottobre 1979 rappresenta la media mensile su 12 mesi da novembre 1978 a ottobre 1979, il valore di novembre 1979 rappresenta la media di dicembre 1978 a novembre 1979, e così via.

In generale, il grafico mostra come l’estensione del ghiaccio marino sia variata nel corso degli anni a livello globale e in entrambi gli emisferi. L’importanza di un tale grafico risiede nel suo potere di mostrare le tendenze a lungo termine relative ai cambiamenti nel ghiaccio marino, che sono indicativi delle variazioni climatiche e del riscaldamento globale.

Livello del mare in generale

Il cambiamento del livello del mare globale (o eustatico) viene misurato rispetto a un livello di riferimento ideale, il geoide, che è un modello matematico della superficie del pianeta Terra (Carter et al. 2014). Il livello del mare globale dipende dal volume delle conche oceaniche e dal volume d’acqua che contengono. I cambiamenti nel livello del mare globale sono causati da – ma non limitati a – quattro meccanismi principali:

  1. Cambiamenti nella pressione dell’aria locale e regionale e nel vento, e cambiamenti di marea introdotti dalla Luna.
  2. Cambiamenti nel volume del bacino oceanico a causa di forze tettoniche (geologiche).
  3. Cambiamenti nella densità dell’acqua oceanica causati da variazioni nelle correnti, nella temperatura dell’acqua e nella salinità.
  4. Cambiamenti nel volume dell’acqua causati da cambiamenti nel bilancio di massa dei ghiacciai terrestri.

Oltre a questi, ci sono altri meccanismi che influenzano il livello del mare, come la conservazione dell’acqua sotterranea, la conservazione nei laghi e nei fiumi, l’evaporazione, ecc.

Il Meccanismo 1 controlla il livello del mare in molti siti su una scala temporale che va da mesi a diversi anni. Ad esempio, molte stazioni costiere mostrano una variazione annuale pronunciata che riflette i cambiamenti stagionali nella pressione dell’aria e nella velocità del vento. Anche i cambiamenti climatici a lungo termine, che si svolgono nel corso di decenni o secoli, influenzeranno le misurazioni dei cambiamenti del livello del mare. Hansen et al. (2011, 2015) forniscono eccellenti analisi dei cambiamenti del livello del mare causati dai ricorrenti cambiamenti dell’orbita della Luna e altri fenomeni.

Il Meccanismo 2 – con l’importante eccezione dei terremoti e degli tsunami – opera tipicamente su lunghe scale temporali (geologiche) e non è significativo su scale temporali umane. Può essere legato a variazioni nel tasso di espansione del fondo marino, causando variazioni di volume nelle dorsali oceaniche centrali, e alla configurazione in continua evoluzione di terre ed oceani. Un altro effetto potrebbe essere la lenta ascesa dei bacini a causa del sollevamento isostatico dovuto alla deglaciazione dopo un’era glaciale. Il fondo del Mar Baltico e della Baia di Hudson stanno attualmente risalendo, causando un lento trasferimento netto d’acqua da questi bacini agli oceani adiacenti. I lenti cambiamenti di ghiacciai eccessivamente grandi (calotte glaciali) e movimenti nel mantello influenzeranno il campo gravitazionale e quindi la posizione verticale della superficie oceanica. Qualsiasi aumento della massa d’acqua totale, così come la deposizione di sedimenti negli oceani, aumenta il carico sul loro fondo, generando un affondamento dovuto al flusso viscoelastico nel mantello sottostante. Il flusso del mantello è diretto verso le aree di terra circostanti, che si solleveranno, compensando in parte l’aumento iniziale del livello del mare indotto dalla maggiore massa d’acqua nell’oceano.

Il Meccanismo 3 (espansione guidata dalla temperatura) influisce solo sulla parte più alta degli oceani su scale temporali umane. Di solito, le variazioni di densità guidate dalla temperatura sono più importanti delle variazioni guidate dalla salinità. L’acqua marina è caratterizzata da un coefficiente di espansione relativamente piccolo, ma l’effetto non dovrebbe comunque essere trascurato, specialmente quando si interpretano dati di altimetria satellitare. L’espansione guidata dalla temperatura di una colonna d’acqua marina non influenzerà la massa totale d’acqua all’interno della colonna considerata e quindi non influenzerà il potenziale sulla sommità della colonna d’acqua. L’espansione dell’acqua oceanica guidata dalla temperatura, quindi, di per sé non porterà a nessuno spostamento laterale dell’acqua, ma solleverà solo localmente la superficie dell’oceano. Vicino alla costa, dove vivono le persone, la profondità dell’acqua tende a zero, quindi qui non avverrà alcuna espansione misurabile guidata dalla temperatura (Mörner 2015). Per questa ragione, il Meccanismo 3 non è importante per le regioni costiere.

Il Meccanismo 4 (variazioni nel bilancio di massa dei ghiacciai) è un importante motore dei cambiamenti del livello del mare globale lungo le coste, per scale temporali umane. I cambiamenti di volume dei ghiacciai galleggianti – piattaforme di ghiaccio – non hanno influenza sul livello del mare globale, proprio come i cambiamenti di volume del ghiaccio marino galleggiante non hanno influenza. Solo il bilancio di massa dei ghiacciai ancorati o terrestri è importante per il livello del mare globale lungo le coste.

In sintesi: Presumibilmente, i meccanismi 1 e 4 sono i più importanti per comprendere i cambiamenti del livello del mare lungo le coste.

Global sea level from satellite altimetry, updated to October 2022

“Global sea level from satellite altimetry, updated to October 2022” si riferisce alla misurazione del livello del mare a livello globale effettuata tramite l’uso di satelliti altimetrici, e i dati sono stati aggiornati fino a ottobre 2022.

La satellitare altimetria è una tecnica che utilizza i satelliti per misurare l’altezza della superficie del mare dalla superficie del satellite. Questo viene fatto emettendo un segnale radar dal satellite che rimbalza sulla superficie del mare e ritorna al satellite. Il tempo che impiega il segnale per fare questo viaggio viene utilizzato per calcolare la distanza dal satellite alla superficie del mare, e da ciò si può derivare l’altezza del livello del mare.

Le misurazioni del livello del mare sono importanti per molteplici ragioni, tra cui la comprensione e la previsione dei cambiamenti climatici, il monitoraggio delle correnti oceaniche, e la pianificazione costiera. L’aggiornamento dei dati fino a ottobre 2022 significa che l’insieme di dati include misurazioni raccolte fino a quel mese, permettendo agli scienziati e ai ricercatori di analizzare le tendenze recenti e i cambiamenti nel livello del mare.

Questo grafico rappresenta le variazioni del livello del mare globale dal dicembre 1992 secondo il Colorado Center for Astrodynamics Research presso la University of Colorado a Boulder.

  1. Parte superiore del grafico (punti blu e linea viola):
    • Punti blu: Rappresentano le singole osservazioni del livello del mare a livello globale misurate tramite altimetria satellitare.
    • Linea viola: Questa rappresenta la media mobile di 121 mesi (circa 10 anni) delle osservazioni. Ciò significa che per ogni punto sulla linea viola, viene presa in considerazione la media delle osservazioni nei 10 anni precedenti a quel punto. Questo tipo di media aiuta a evidenziare le tendenze generali senza le fluttuazioni a breve termine.
    • Si possono vedere diverse tendenze lineari sul grafico, che indicano l’aumento medio del livello del mare per diversi periodi. Ad esempio, dal 2005 il livello del mare è aumentato in media di +3.92 mm all’anno.
  2. Pannello centrale (grafico a barre rosse e blu):
    • Questo pannello mostra il cambiamento annuale del livello del mare, calcolato come tendenza su una finestra temporale di 12 mesi. In pratica, mostra quanto è salito o sceso il livello del mare ogni anno rispetto all’anno precedente. Le barre che si estendono verso l’alto indicano un aumento del livello del mare, mentre quelle che si estendono verso il basso indicano una diminuzione.
  3. Pannello inferiore (area rossa):
    • Questo pannello mostra il cambiamento annuale del livello del mare, ma calcolato su una finestra temporale di 10 anni. Questo offre una visione più a lungo termine delle tendenze, lisciando le fluttuazioni a breve termine. Come si può vedere, l’area tende ad essere principalmente positiva, il che indica che il livello del mare è in generale in aumento.

In generale, il grafico dimostra che il livello del mare globale è in aumento da quando sono iniziate le osservazioni nel 1992. Questo aumento è in linea con le previsioni e le osservazioni riguardo ai cambiamenti climatici, poiché l’innalzamento del livello del mare è uno degli effetti del riscaldamento globale.

Il termine “ground truth” (verità di base) viene utilizzato in vari campi per riferirsi alle informazioni fornite attraverso l’osservazione diretta, piuttosto che alle informazioni fornite per inferenza, ad esempio, tramite osservazioni satellitari. Nella telerilevazione mediante osservazioni satellitari, i dati di “ground truth” si riferiscono alle informazioni raccolte sul posto. La “ground truth” permette di collegare i dati satellitari alle reali caratteristiche osservate sulla superficie del pianeta. La raccolta di dati di “ground truth” consente la calibrazione dei dati di telerilevazione e aiuta nell’interpretazione e nell’analisi di ciò che viene rilevato o registrato dai satelliti. I siti di “ground truth” permettono all’operatore del sensore remoto di correggere e migliorare l’interpretazione dei dati satellitari. Per le osservazioni satellitari sul livello del mare, i dati di “ground truth” sono forniti dai classici mareografi, che misurano direttamente il livello del mare in molti luoghi distribuiti lungo le coste sulla superficie del pianeta.

Nota: La traduzione conserva il significato del testo originale, ma potrebbe non essere una traduzione letterale in ogni punto.

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