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Categoria: Wave Activity Flux come Precursore di Eventi Stratosferici Estremi e Successivi Regimi Meteorologici di Superficie Anomali

Recentemente è stato dimostrato che gli eventi stratosferici estremi (ESE) sono seguiti da anomalie meteorologiche di superficie (fino a 60 giorni), suggerendo che la variabilità stratosferica potrebbe essere utilizzata per estendere la previsione meteorologica oltre i tempi attuali. In questo articolo, l’attenzione viene spostata dalla stratosfera per dimostrare che il punto di origine degli ESE si trova nella troposfera. In primo luogo, si dimostra che i flussi di calore eddico anomaliamente forti a 100 hPa precedono quasi sempre gli eventi di vortice debole, e viceversa, i flussi di calore eddico anomaliamente deboli precedono gli eventi di vortice forte, in linea con la teoria dell’interazione onda-flusso medio. Questo risultato chiarisce la natura dinamica degli ESE e suggerisce che una fonte principale di variabilità stratosferica (e quindi di prevedibilità) si trova nella troposfera sottostante e non nella stratosfera stessa. In secondo luogo, si dimostra che la serie temporale giornaliera dei flussi di calore eddico trovati a 100 hPa e integrati nei 40 giorni precedenti, mostra una notevole alta anticorrelazione (-0.8) con l’indice dell’Oscillazione Artica (AO) a 10 hPa. Seguendo Baldwin e Dunkerton, viene poi dimostrato che gli eventi con flussi di calore eddico integrati anomaliamente forti (deboli) a 100 hPa sono seguiti da valori superficiali anomaliamente grandi (piccoli) dell’indice AO fino a 60 giorni dopo ciascun evento. Ciò suggerisce che la stratosfera è improbabile che sia la fonte dominante dei regimi meteorologici di superficie anomali discussi in Thompson et al.

studi sulla stratosfera-troposfera Wave Activity Flux come Precursore di Eventi Stratosferici Estremi e Successivi Regimi Meteorologici di Superficie Anomali

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