National Snow and Ice Data Center, L’estensione minima di quest’anno è al 12° posto tra le più basse registrate dai satelliti tramite Telerilevamento passivo.
Il 16 settembre, il ghiaccio marino artico ha probabilmente raggiunto la sua estensione minima annuale di 4,72 milioni di chilometri quadrati (1,82 milioni di miglia quadrate). Il minimo del 2021 è il 12° più basso tra quelli registrati duranti 43 anni di registrazioni satellitari. Gli ultimi 15 anni rappresentano le 15 estensioni minime stagionali più basse presenti nel registro dei satellitari. La quantità di ghiaccio pluriennale (ghiaccio che è sopravvissuto ad almeno una stagione di fusione estiva), risulta essere tra le più basse dal 1984, anno di inizio delle registrazioni riguardanti l età del ghiaccio. Nell’Antartico, l’estensione del ghiaccio marino sta diminuendo rapidamente, ma è ancora troppo presto per ipotizzare che il massimo sia stato raggiunto. Il massimo del ghiaccio marino antartico si verifica tipicamente a fine settembre o inizio ottobre. Tuttavia, l’estensione del ghiaccio marino antartico risulta essere molto variabile in prossimità del massimo a causa delle tempeste capaci di espandere o compattare il bordo del ghiaccio .
Come descritto precedentemente, l estensione della banchisa artica viene monitorata tramite osservazioni satellitari .Satelliti che utilizzano particolari sensori. Di seguito una breve descrizione.
Con il termine sensore si intende un dispositivo elettronico in grado di rilevare l’energia elettromagnetica proveniente da una scena e di convertirla in informazione, registrandola e memorizzandola sotto forma di segnale elettrico. Una prima e fondamentale classificazione nell’ambito delle differenti modalità di Telerilevamento può essere fatta in base alle funzionalità del sensore utilizzato per la misura della radiazione elettromagnetica. Si distinguono, pertanto, le due seguenti tipologie di Telerilevamento:
- Telerilevamento passivo: il sensore è deputato al solo ricevimento della radiazione elettromagnetica emessa o riflessa dall’oggetto che si sta analizzando
- Telerilevamento attivo: il sensore emette la radiazione elettromagnetica e ne rileva, quindi, anche la frazione che viene riflessa dagli oggetti posti sulla superficie terrestre.
Sulla base di questa distinzione è analogamente possibile classificare i sensori per il Telerilevamento in attivi e passivi.
I sensori passivi, sono strumenti che rilevano la radiazione elettromagnetica riflessa, od emessa naturalmente, dagli oggetti in esame situati sulla superficie terrestre utilizzando fonti naturali, come, ad esempio, il Sole. I sistemi per il Telerilevamento passivo sono di due categorie:
1 i sensori che operano nel visibile e nell’infrarosso vicino e medio, i quali raccolgono la radiazione elettromagnetica emessa dal Sole e riflessa dalla superficie terrestre.
2 i sensori che operano principalmente nell’infrarosso termico, i quali raccolgono le radiazioni emesse direttamente dalla superficie terrestre.
La misura dell’energia riflessa può avvenire solo quando il Sole illumina l’oggetto in osservazione e pertanto non di notte; la rilevazione dell’energia emessa, come nel caso dei sensori operanti nell’infrarosso termico, può essere invece effettuata sia di giorno che di notte. I sensori attivi, invece, rilevano la radiazione elettromagnetica riflessa da un oggetto irradiato da una fonte di energia generata artificialmente da loro stessi. La radiazione emessa raggiunge l’oggetto in osservazione e la sua frazione riflessa viene rilevata e misurata dal sensore, a seguito dell’interazione
con la superficie. I sistemi per il telerilevamento attivo si dividono in sistemi a scattering, quali il lidar, che operano nel visibile e nell’infrarosso, ed in sistemi radar che operano nel range delle microonde. Tra i principali vantaggi offerti dai sensori attivi vi è la possibilità di effettuare misure ad ogni ora del giorno e della notte e, nel caso dei radar, anche in ogni condizione meteorologica.

Panoramica delle condizioni
Nel giorno 16 settembre, il ghiaccio marino ha raggiunto un’area minima annuale di 4,72 milioni di chilometri quadrati (1,82 milioni di miglia quadrate) (Figura 1). Unitamente al sole che tramonta e alle temperature più basse, l’area di ghiaccio ha cominciato ad aumentare e continuerà a farlo per tutto l’autunno e l’inverno. Tuttavia, i cambiamenti nei modelli di vento o un periodo di fusione alla fine della stagione possono ancora portare a una diminuzione della superficie di ghiaccio.L’estensione minima è stata raggiunta due giorni dopo la data minima mediana dal 1981 al 2010 fissata al 14 settembre. L’intervallo interquartile delle date minime è dall’11 al 19 settembre.
Figura 1. L’estensione del ghiaccio marino artico per il 16 settembre 2021 è stata di 4,72 milioni di chilometri quadrati (1,82 milioni di miglia quadrate). La linea arancione mostra l’estensione media dal 1981 al 2010 per quel giorno.

Il minimo di quest’anno avvenuto il 16 settembre, è stato di 1,33 milioni di chilometri quadrati (514.000 miglia quadrate) al di sopra dell’estensione minima storica registrata il 17 settembre 2012 (Figura 2). È anche 1,50 milioni di chilometri quadrati (579.000 miglia quadrate) sotto l’estensione minima media del periodo 1981-2010, che è equivalente a due volte le dimensioni del Texas. Nei 43 anni di osservazioni satellitari, 15 dei minimi più bassi si sono verificati tutti negli ultimi 15 anni. L’estensione pluriennale del ghiaccio è una delle più basse mai registrate. La copertura di ghiaccio del primo anno è aumentata drammaticamente dall’anno scorso, da 1,58 milioni di chilometri quadrati a 2,71 milioni di chilometri quadrati. L’aumento dell’estensione totale dal minimo dell’anno scorso al minimo di quest’anno, è quindi composto da ghiaccio del primo anno.La tendenza generale alla diminuzione dell’estensione minima dal 1979 al 2021 è del 13,0% per decennio rispetto alla media dal 1981 al 2010. La perdita di ghiaccio marino è di circa 80.600 chilometri quadrati (31.100 miglia quadrate) all’anno, equivalente alla perdita annuale delle dimensioni dello stato della Carolina del Sud o della nazione dell’Austria.
Figura 2. Il grafico mostra l’estensione del ghiaccio marino nell’Artico in data 16 settembre 2021, insieme ad alcuni altri anni recenti e il minimo storico raggiunto nel 2012. Il 2021 è mostrato in blu, il 2020 in verde, il 2019 in arancione, il 2018 in marrone, il 2017 in magenta e il 2012 in marrone tratteggiato. La mediana dal 1981 al 2010 è mostrata in grigio scuro. Le aree grigie intorno alla linea mediana mostrano le gamme interquartile e interdecile dei dati. Fonte National Snow and Ice Data Center

Di seguito le 15 estensioni minime stagionali della banchisa artica nella storia delle osservazioni satellitari.

Fonte dati e grafici: https://nsidc.org/arcticseaicenews/