Di seguito sono riportate le serie storiche delle anomalie medie mensili dell’estensione del ghiaccio marino artico per tutti i mesi di marzo dal 1979 al 2022. Le anomalie sono espresse come percentuale della media di marzo per il periodo 1991-2020. Fonte dei dati: EUMETSAT OSI SAF Sea Ice Index v2.1. Credito: Copernicus Climate Change Service/ECMWF/EUMETSAT.

L’estensione media mensile del ghiaccio marino artico nel mese di marzo 2022 ha raggiunto i 14,7 milioni di km2, 0,4 milioni di km2 (o 3%) al di sotto della media 1991-2020 per quanto riguarda marzo. Questa è stata l’ottava estensione più bassa del mese di marzo nella storia delle registrazioni satellitari. L’estensione di marzo continua una serie di anomalie negative relativamente contenute osservate a partire da luglio 2021, con valori ben al di sopra dei minimi registrati negli ultimi due decenni. L’estensione più bassa di marzo si è verificata nel 2018, con un valore di circa il 5% sotto la media. L’estensione giornaliera ha ora iniziato la sua diminuzione annuale dopo aver raggiunto il suo massimo annuale all’inizio di marzo. Nota che, secondo il National Snow and Ice Data Center (NSIDC) degli Stati Uniti, questo massimo è stato raggiunto un po’ prima, alla fine di febbraio.

Di seguito vengono mostrate due mappe. Sulla sinistra viene riportata la concentrazione media di ghiaccio marino nell’Artico per il mese di marzo del 2022. La spessa linea arancione denota il bordo climatologico del ghiaccio marino per il mese di marzo con riferimento al periodo 1991-2020. A destra vengono riportate le anomalie di concentrazione del ghiaccio marino artico per marzo 2022 rispetto alla media del periodo 1991-2020: Fonte dei dati: ERA5. Credito: Copernicus Climate Change Service/ECMWF.

La mappa delle anomalie di concentrazione del ghiaccio marino per il mese di marzo 2022 mostra un mix di valori positivi e negativi nei settori atlantici e pacifici dell’Artico, che si riflettono in gran parte nelle anomalie di temperatura superficiale lungo il bordo del ghiaccio marino. Il Mar del Labrador settentrionale ha continuato a vedere concentrazioni superiori alla media, mentre concentrazioni inferiori alla media hanno prevalso nel Golfo di San Lorenzo e al largo della costa settentrionale di Terranova. Il settore orientale dell’Atlantico è stato dominato da concentrazioni inferiori alla media nel Mare di Barents, a est delle Svalbard e nello Stretto di Danimarca, con solo una piccola area di concentrazioni superiori alla media nella parte settentrionale del Mare di Groenlandia. Nel settore del Pacifico, le concentrazioni sono state ben al di sotto della media nel Mare di Okhotsk ma soprattutto al di sopra della media nel Mare di Bering.

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