Il National Snow and Ice Data Center (NSIDC) è un centro di ricerca negli Stati Uniti che ha lo scopo principale di fornire informazioni su neve, ghiaccio, permafrost e clima relativo a queste componenti. Si trova presso l’Università del Colorado a Boulder.
Il NSIDC raccoglie dati da una serie di fonti, incluse le missioni satellitari, per monitorare e studiare il ghiaccio marino e gli altri fenomeni correlati. Ecco alcune delle principali modalità attraverso cui il NSIDC ricava i dati sul ghiaccio marino:
- Satelliti: I satelliti in orbita intorno alla Terra forniscono una vista dall’alto del nostro pianeta, permettendo di monitorare l’estensione e lo spessore del ghiaccio marino. Utilizzano strumenti come il radar e il radiometro passivo a microonde per rilevare le differenze tra l’acqua del mare aperto e il ghiaccio marino.
- Misure sul campo: Anche se i satelliti forniscono una grande quantità di informazioni, le misure sul campo sono ancora fondamentali per capire meglio i dettagli sul ghiaccio marino. Questo può includere carotaggi del ghiaccio, misure dello spessore e campionamenti di neve e acqua.
- Boe: Esistono boe progettate specificamente per galleggiare nel ghiaccio marino e trasmettere dati in tempo reale. Queste boe possono misurare la temperatura, lo spessore del ghiaccio, la pressione atmosferica e altri parametri.
- Modellazione e simulazione: I dati raccolti vengono spesso utilizzati per alimentare modelli informatici che simulano il comportamento del ghiaccio marino e il suo impatto sul clima globale.
Il monitoraggio del ghiaccio marino è fondamentale per capire le tendenze climatiche, soprattutto in relazione ai cambiamenti climatici. Il ghiaccio marino influisce sulla temperatura globale riflettendo la luce solare, regolando gli scambi di calore e umidità tra l’oceano e l’atmosfera, e influenzando la circolazione oceanica.
In sintesi, il NSIDC utilizza una combinazione di tecnologie e approcci per raccogliere e interpretare i dati sul ghiaccio marino e fornire informazioni preziose sulla salute del nostro pianeta.
INTRODUZIONE
Poche giorni dopo che l’estensione minima annuale del ghiaccio marino artico è stata raggiunta il 19 settembre, il sole si è tramontato al Polo Nord, favorendo la crescita del ghiaccio marino. L’estensione del ghiaccio marino artico è cresciuta a un ritmo piuttosto lento, portando al quinto settembre più basso nel record satellitare di microonde passive di 45 anni. L’estensione del ghiaccio marino antartico ha avuto un aumento della crescita, ma rimane a livelli minimi record per questo periodo dell’anno.
Spiegazione: Il testo descrive alcune recenti tendenze e eventi legati al ghiaccio marino nell’Artico e nell’Antartico.
- Ghiaccio marino artico: L’estensione minima annuale del ghiaccio marino nell’Artico si verifica solitamente verso la fine dell’estate boreale, quando il ghiaccio ha raggiunto la sua minima diffusione a causa del riscaldamento stagionale. Quest’anno, tale minimo è stato raggiunto il 19 settembre. Dopo questa data, con il tramonto del sole al Polo Nord (che segna l’inizio della lunga notte polare), le temperature iniziano a calare e il ghiaccio inizia a formarsi e crescere nuovamente. Tuttavia, la crescita di quest’anno è stata piuttosto lenta, con il settembre che si posiziona come il quinto più basso in 45 anni di registrazioni satellitari.
- Ghiaccio marino antartico: Sebbene il ghiaccio marino nell’Antartico stia mostrando segni di crescita (dato che si avvicina l’estate australe e il ghiaccio tende a espandersi), l’estensione rimane eccezionalmente bassa per il periodo dell’anno in cui ci troviamo.
In sintesi, il testo sottolinea la riduzione continua e notevole del ghiaccio marino sia nell’Artico che nell’Antartico, un indicatore chiave dei cambiamenti climatici in corso.
Panoramica delle condizioni
La media dell’estensione del ghiaccio marino artico per settembre 2023 era di 4,37 milioni di chilometri quadrati (1,69 milioni di miglia quadrate), posizionandola come la quinta più bassa nel record satellitare di 45 anni (Figura 1a). Dopo il minimo annuale di 4,23 milioni di miglia quadrate (1,63 milioni di chilometri quadrati), la crescita dell’estensione del ghiaccio marino artico è stata più lenta della media (Figura 1b). L’immagine del 2 ottobre proveniente dallo strumento Advanced Microwave Scanning Radiometer 2 (AMSR2) fornito dall’Università di Brema mostra che con la cessazione della fusione, il bordo del ghiaccio è diventato più nitidamente definito (Figura 1c). La mancanza di ghiaccio nelle longitudini che vanno dal Mare di Laptev verso est fino al Mare di Beaufort è sorprendente; prima che si formi il ghiaccio in queste aree, l’oceano superiore dovrà perdere il calore residuo attraverso la radiazione e il trasferimento convettivo all’atmosfera e allo spazio. La Rotta del Mare del Nord rimane sostanzialmente priva di ghiaccio. Mentre entrambe le rotte del Passaggio a Nordovest, sia quella settentrionale (in acque profonde) che quella meridionale (di Amundsen), appaiono in gran parte prive di ghiaccio, un po’ di ghiaccio rimane ancora nella rotta settentrionale, in particolare all’ingresso orientale dello Stretto di M’Clure. Questo sarà discusso ulteriormente di seguito.
Spiegazione:
Il testo fornisce una panoramica delle condizioni del ghiaccio marino nell’Artico per settembre 2023:
- Estensione del ghiaccio marino: L’estensione media del ghiaccio marino per settembre 2023 è notevolmente ridotta, classificandosi come la quinta più bassa in quasi mezzo secolo di registrazioni satellitari.
- Crescita del ghiaccio: Dopo aver raggiunto il minimo annuale, l’incremento del ghiaccio è stato più lento della media storica.
- Definizione del bordo del ghiaccio: Grazie ai dati dell’AMSR2, si osserva che il bordo del ghiaccio è diventato più definito a seguito della cessazione del periodo di fusione.
- Zone prive di ghiaccio: Sono evidenziati particolari settori del Mar Artico che sono sorprendentemente privi di ghiaccio, in particolare tra il Mare di Laptev e il Mare di Beaufort.
- Rotta del Mare del Nord e Passaggio a Nordovest: Mentre la Rotta del Mare del Nord è sostanzialmente priva di ghiaccio, il Passaggio a Nordovest mostra alcune zone libere e altre con ghiaccio residuo, particolarmente nello Stretto di M’Clure.
In generale, il testo sottolinea una significativa riduzione del ghiaccio marino nell’Artico, con particolare attenzione a specifiche aree e rotte di navigazione.
Figura 1a. L’estensione del ghiaccio marino artico per settembre 2023 era di 4,37 milioni di chilometri quadrati (1,69 milioni di miglia quadrate). La linea magenta mostra l’estensione media dal 1981 al 2010 per quel mese. Dati dell’Indice del Ghiaccio Marino. Informazioni sui dati.
Crediti: National Snow and Ice Data Center
Spiegazione:
La figura 1a rappresenta un’immagine o una mappa dell’estensione del ghiaccio marino artico nel settembre 2023. Questo ghiaccio marino copre un’area di 4,37 milioni di chilometri quadrati.
Ciò che rende particolarmente interessante questa immagine è la “linea magenta” che indica l’estensione media del ghiaccio marino per il mese di settembre nei 30 anni compresi tra il 1981 e il 2010. Questa linea serve come riferimento per comprendere come l’estensione del ghiaccio nel 2023 si confronti con quella media di un periodo passato di 30 anni.
L’indicazione “Dati dell’Indice del Ghiaccio Marino” suggerisce che i dati visualizzati provengono da un indice specifico che tiene traccia dell’estensione del ghiaccio marino nel tempo.
Infine, i crediti indicano che l’immagine o i dati sono forniti dal National Snow and Ice Data Center, l’ente che monitora e studia il ghiaccio e la neve a livello globale, come discusso in precedenza.
In sintesi, questa figura fornisce una rappresentazione visiva dell’estensione del ghiaccio marino artico nel settembre 2023 e permette di confrontarla con la media di un periodo storico (1981-2010) per avere un’idea di come stiano cambiando le condizioni del ghiaccio marino nell’Artico.
Figura 1b. Il grafico sopra mostra l’estensione del ghiaccio marino artico al 3 ottobre 2023, insieme ai dati giornalieri sull’estensione del ghiaccio per quattro anni precedenti e l’anno con il record più basso. Il 2023 è mostrato in blu, il 2022 in verde, il 2021 in arancione, il 2020 in marrone, il 2019 in magenta e il 2012 in marrone tratteggiato. La mediana del periodo 1981-2010 è in grigio scuro. Le aree grigie attorno alla linea mediana mostrano i range interquartile e interdecile dei dati. Dati dell’Indice del Ghiaccio Marino.
Crediti: National Snow and Ice Data Center
Spiegazione:
La Figura 1b è un grafico che rappresenta l’estensione del ghiaccio marino artico al 3 ottobre 2023 e la confronta con i dati giornalieri sull’estensione del ghiaccio di quattro anni precedenti, oltre all’anno in cui si è registrato il valore più basso di estensione del ghiaccio (2012).
- Colori: Gli anni sono rappresentati da diversi colori per facilitare il confronto visivo tra di loro. Ad esempio, i dati del 2023 sono rappresentati in blu, mentre quelli del 2019 sono in magenta.
- Mediana 1981-2010: La mediana, che è una forma di media, rappresenta il valore centrale di un set di dati ordinato. Qui, la mediana rappresenta l’estensione media del ghiaccio marino per il periodo dal 1981 al 2010 ed è rappresentata da una linea grigia scura.
- Range interquartile e interdecile: Queste sono misure di dispersione che mostrano la variabilità dei dati. Il range interquartile indica la differenza tra il 25° e il 75° percentile dei dati, mentre l’interdecile si riferisce al range tra il 10° e il 90° percentile. Sono rappresentati dalle aree grigie attorno alla linea mediana e offrono una visione della variabilità e dell’incertezza dei dati storici.
In sintesi, il grafico fornisce una visione chiara di come l’estensione del ghiaccio marino nel 2023 si confronta con gli anni precedenti e con la mediana del periodo 1981-2010, offrendo anche una prospettiva sulla variabilità storica dei dati.
Figura 1c. Questa immagine proveniente dall’Agenzia Giapponese di Esplorazione Aerospaziale (JAXA) e dal suo strumento Advanced Microwave Scanning Radiometer 2 (AMSR2) mostra la concentrazione di ghiaccio marino nell’Oceano Artico il 2 ottobre 2023, evidenziando le aperture del ghiaccio marino a nord dell’Alaska all’interno dei mari di Beaufort e Chukchi.
Crediti: Agenzia Giapponese di Esplorazione Aerospaziale, con il permesso dell’Università di Brema
Spiegazione:
La Figura 1c è un’immagine o una mappa che fornisce una rappresentazione visiva della concentrazione del ghiaccio marino nell’Oceano Artico, specificatamente il 2 ottobre 2023.
- Concentrazione di ghiaccio marino: Questo termine indica la percentuale di un’area che è coperta da ghiaccio marino. Ad esempio, una concentrazione del 100% significherebbe che l’area è completamente coperta da ghiaccio, mentre una concentrazione del 50% significherebbe che metà dell’area è coperta da ghiaccio e l’altra metà è acqua aperta.
- Aperture del ghiaccio marino: L’immagine evidenzia specificamente le zone in cui il ghiaccio marino si è ritirato o aperto, creando aree di acqua aperta o di minore concentrazione di ghiaccio. Queste aperture sono particolarmente pronunciate a nord dell’Alaska, nei mari di Beaufort e Chukchi.
- Strumento AMSR2: Si tratta di uno strumento di radiometria a microonde avanzata utilizzato per rilevare varie proprietà della superficie terrestre, tra cui la concentrazione di ghiaccio marino. È gestito dall’Agenzia Giapponese di Esplorazione Aerospaziale (JAXA) ma, in questo caso, i dati sono stati forniti con il permesso dell’Università di Brema.
In sostanza, l’immagine offre una visione dettagliata delle condizioni attuali del ghiaccio marino nell’Oceano Artico, mostrando in particolare dove il ghiaccio si è ritirato o aperto, il che può avere implicazioni per la navigazione, l’habitat marino e la comprensione dei cambiamenti climatici nell’Artico.
Condizioni nel contesto
Le temperature dell’aria al livello 925 hPa (circa 2.500 piedi sopra la superficie) per settembre erano moderatamente al di sopra della media, con temperature da 1 a 3 gradi Celsius (da 2 a 5 gradi Fahrenheit) su gran parte dell’Oceano Artico (Figura 2a). Condizioni calde hanno prevalso nelle acque libere dei mari di Norvegia, Barents e Kara. Sulla terraferma, il Canada e la parte nord-occidentale dell’Eurasia hanno sperimentato condizioni calde, con temperature fino a 5 gradi Celsius (9 gradi Fahrenheit) al di sopra della media.
La circolazione atmosferica per settembre è stata caratterizzata da una pressione piuttosto bassa su gran parte dell’Oceano Artico, in particolare a nord dei mari di Barents e Laptev e a est della Groenlandia (Figura 2b). Sulla terraferma, una pressione alta ha prevalso sull’Eurasia e sull’est del Canada.
Spiegazione:
Il testo descrive le condizioni meteorologiche nell’Artico durante il mese di settembre, concentrandosi su due aspetti principali: le temperature dell’aria e la circolazione atmosferica.
- Temperature dell’aria: Le temperature dell’aria vengono misurate ad una specifica altezza, chiamata “livello 925 hPa”, che corrisponde a circa 2.500 piedi (o 762 metri) sopra la superficie terrestre. Questa altezza è spesso utilizzata nelle analisi meteorologiche perché fornisce una buona rappresentazione delle condizioni atmosferiche vicino alla superficie. Durante settembre, le temperature in questa fascia erano superiori alla media su gran parte dell’Oceano Artico, con picchi particolarmente caldi nei mari di Norvegia, Barents e Kara. Anche alcune regioni terrestri, come il Canada e la parte nord-occidentale dell’Eurasia, hanno registrato temperature più calde del solito.
- Circolazione atmosferica: La circolazione atmosferica si riferisce ai modelli di movimento dell’aria sopra una certa area, che possono influenzare le condizioni meteorologiche. Una pressione bassa spesso indica condizioni nuvolose e piovose, mentre una pressione alta tende ad essere associata a tempo soleggiato e sereno. Durante settembre, gran parte dell’Oceano Artico ha sperimentato una pressione bassa, in particolare nelle aree a nord dei mari di Barents e Laptev e a est della Groenlandia. Al contrario, sull’Eurasia e sull’est del Canada prevaleva una pressione atmosferica alta.
In sintesi, il testo fornisce un quadro delle condizioni atmosferiche nell’Artico durante settembre, sottolineando temperature sopra la media e una predominanza di bassa pressione sull’Oceano Artico.
Figura 2a. Questo grafico mostra la deviazione dalla temperatura media dell’aria nell’Artico al livello 925 hPa, in gradi Celsius, per settembre 2023. I colori gialli e rossi indicano temperature al di sopra della media; i colori blu e viola indicano temperature al di sotto della media.
Crediti: NSIDC con il permesso del Laboratorio di Scienze Fisiche del NOAA Earth System Research Laboratory.
Spiegazione:
La Figura 2a è una rappresentazione grafica o una mappa che indica le variazioni delle temperature dell’aria nell’Artico rispetto alla media per settembre 2023.
- Livello 925 hPa: Questo specifico livello, corrispondente a circa 2.500 piedi (o 762 metri) sopra la superficie, è un’altitudine comune in meteorologia per esaminare le condizioni atmosferiche vicino alla superficie.
- Deviazione dalla temperatura media: Ciò significa che la mappa mostra quanto le temperature di settembre 2023 erano diverse dalla media di lungo termine per quel mese. Questo aiuta a determinare se il mese è stato insolitamente caldo o freddo.
- Palette di colori:
- Gialli e Rossi: Questi colori rappresentano temperature dell’aria che sono superiori alla media. Quindi, le aree dell’Artico colorate in giallo o rosso hanno avuto temperature più calde del normale per settembre.
- Blu e Viola: Questi colori rappresentano temperature dell’aria che sono inferiori alla media. Le aree dell’Artico colorate in blu o viola hanno avuto temperature più fredde del normale per settembre.
In sostanza, questa mappa fornisce una visione immediata delle anomalie termiche nell’Artico per settembre 2023, mostrando quali aree erano più calde o più fredde rispetto alla media storica. Questo può aiutare i ricercatori a comprendere meglio i cambiamenti climatici e le variazioni stagionali nell’Artico.
Figura 2b. Questo grafico mostra la pressione media del livello del mare nell’Artico in millibar per settembre 2023. I colori gialli e rossi indicano alta pressione atmosferica; i colori blu e viola indicano bassa pressione.
Crediti: NSIDC con il permesso del Laboratorio di Scienze Fisiche del NOAA Earth System Research Laboratory.
Spiegazione:
La Figura 2b è una rappresentazione grafica o una mappa che indica la pressione media del livello del mare nell’Artico per settembre 2023.
- Pressione del livello del mare: Si riferisce alla pressione atmosferica misurata al livello del mare. È una misura comune utilizzata in meteorologia per determinare le condizioni atmosferiche e i modelli di circolazione.
- Millibar: È l’unità di misura utilizzata per la pressione atmosferica. La pressione atmosferica standard al livello del mare è di 1013,25 millibar.
- Palette di colori:
- Gialli e Rossi: Questi colori rappresentano alta pressione atmosferica. Aree dell’Artico colorate in giallo o rosso indicano regioni con pressione atmosferica più alta del normale. L’alta pressione è spesso associata a condizioni atmosferiche stabili e cieli sereni.
- Blu e Viola: Questi colori rappresentano bassa pressione atmosferica. Aree dell’Artico colorate in blu o viola indicano regioni con pressione atmosferica più bassa del normale. La bassa pressione è generalmente associata a condizioni meteorologiche instabili, nuvolosità e precipitazioni.
In sintesi, questa mappa fornisce una visione immediata della distribuzione della pressione atmosferica nell’Artico per settembre 2023, mostrando quali aree avevano pressioni più alte o più basse rispetto alla norma. Questo può aiutare i ricercatori a comprendere meglio i modelli meteorologici e climatici nell’Artico durante quel periodo.
Settembre 2023 rispetto agli altri anni
La tendenza lineare al ribasso nell’estensione del ghiaccio marino artico per settembre, lungo i 45 anni di registrazioni satellitari, è di 78.500 chilometri quadrati (20.300 miglia quadrate) all’anno, o 12,2 percento per decennio rispetto alla media del periodo 1981-2010 (Figura 3). Basandosi sulla tendenza lineare, dal 1979, settembre ha perso 3,45 milioni di chilometri quadrati (1,33 milioni di miglia quadrate) di ghiaccio. Questo è approssimativamente equivalente a due volte la dimensione dell’Alaska o dell’Iran.
Spiegazione:
Il testo descrive il declino dell’estensione del ghiaccio marino nell’Artico nel mese di settembre, basato su dati satellitari raccolti nel corso di 45 anni.
- Tendenza lineare al ribasso: Questo indica una diminuzione regolare e costante dell’estensione del ghiaccio marino nel corso degli anni. La velocità di questa diminuzione è di 78.500 km² (o 20.300 mi²) ogni anno.
- 12,2 percento per decennio: Questo significa che ogni decennio, rispetto alla media del periodo 1981-2010, l’estensione del ghiaccio marino diminuisce di circa il 12,2%.
- 3,45 milioni di km² (1,33 milioni di mi²) di ghiaccio perso: Dal 1979 al 2023, la quantità totale di ghiaccio marino perso in settembre è di 3,45 milioni di km². Questa è una perdita notevole.
- Equivalente a due volte la dimensione dell’Alaska o dell’Iran: Questa è una comparazione geografica per offrire una prospettiva sulla vastità dell’area di ghiaccio persa. L’area del ghiaccio perso è così grande da coprire due volte l’intero stato dell’Alaska o il paese dell’Iran.
In generale, il testo sottolinea l’urgente problema della rapida riduzione del ghiaccio marino artico, offrendo dati specifici e mettendo la perdita in prospettiva con esempi geografici concreti.
Figura 3. L’estensione del ghiaccio di settembre per ogni mese dal 1979 al 2023 mostra un declino del 12,2 percento per decennio.
Crediti: National Snow and Ice Data Center
Spiegazione:
La Figura 3 è una rappresentazione grafica che mostra l’estensione del ghiaccio marino artico per il mese di settembre in ogni anno, dal 1979 al 2023.
- Declino del 12,2 percento per decennio: Questo indica che, in media, ogni decennio durante questo periodo di 45 anni, l’estensione del ghiaccio marino in settembre è diminuita di circa il 12,2% rispetto al decennio precedente.
La rappresentazione grafica mostra l andamento decrescente nell’estensione del ghiaccio marino nel corso degli anni. Questa tendenza al ribasso fornisce una chiara visualizzazione del ritmo in cui il ghiaccio marino artico sta scomparendo nel mese di settembre per il periodo considerato.
In sostanza, questa figura fornisce una visione visiva dell’affermazione precedente secondo la quale l’Artico sta perdendo una significativa quantità di ghiaccio marino ogni decennio, sottolineando l’urgente problema dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale.
Riepilogo dell’estate boreale 2023 nell’emisfero settentrionale
Con il passaggio del massimo stagionale dell’estensione del ghiaccio marino artico il 6 marzo, la stagione di scioglimento è iniziata lentamente, ma le estensioni giornaliere sono rimaste tra la terza e la sesta più basse nel registro satellitare. Il modello di lento scioglimento del ghiaccio è persistito per tutto aprile: l’estensione media per aprile è stata pari al decimo posto più basso nel registro satellitare, alla pari con il 2002. La velocità di scioglimento del ghiaccio è aumentata verso la fine di maggio, portando l’estensione al di sotto dell’intervallo interdecile dopo aver trascorso la maggior parte del mese appena sopra la parte inferiore dell’intervallo interdecile. Tuttavia, l’estensione per il mese intero si è classificata solo come tredicesima più bassa nel registro satellitare. La perdita di ghiaccio di giugno è proceduta a un ritmo medio e alla fine del mese era chiaro che un’estensione di ghiaccio di settembre a un livello record era altamente improbabile. Anche se il tasso di perdita di ghiaccio è aumentato in agosto, il minimo di ghiaccio marino raggiunto il 19 settembre è risultato essere il sesto più basso nel registro satellitare. La mappa della temperatura media dell’aria da aprile ad agosto al livello 925 hPa racconta la storia di base del 2023: le temperature erano inferiori alla media su gran parte dell’oceano artico, limitando lo scioglimento (Figura 4a). L’anno si è comunque distinto per la combinazione di condizioni senza ghiaccio nel percorso meridionale (Amundsen) del Passaggio a Nordovest e per le condizioni leggere di ghiaccio nel percorso settentrionale (acque profonde); ciò è coerente con le temperature superiori alla media al livello 925 hPa sull’arcipelago artico canadese.
Ecco una spiegazione del testo:
Il testo offre un riassunto delle condizioni del ghiaccio marino artico durante l’estate boreale del 2023.
- Inizio lento della stagione di scioglimento: Dopo aver raggiunto l’estensione massima del ghiaccio marino il 6 marzo, l’inizio della stagione di scioglimento è stato lento. Le estensioni giornaliere del ghiaccio sono rimaste tra le più basse registrate, oscillando tra il terzo e il sesto posto nel registro storico ottenuto da osservazioni satellitari.
- Aprile: Per tutto il mese di aprile, la perdita di ghiaccio è proseguita lentamente. Alla fine del mese, l’estensione media del ghiaccio si è piazzata al decimo posto più basso, alla pari con le registrazioni del 2002.
- Maggio: Verso la fine di maggio, la velocità di scioglimento del ghiaccio è aumentata. Nonostante ciò, la quantità complessiva di ghiaccio per il mese di maggio si è classificata solo come la tredicesima più bassa nel registro satellitare.
- Giugno: Nel mese di giugno, il tasso di scioglimento del ghiaccio è stato medio. Alla fine del mese, è diventato evidente che, per settembre, non si sarebbe raggiunto un record di minima estensione del ghiaccio.
- Agosto e Settembre: In agosto, la perdita di ghiaccio è accelerata, ma il minimo raggiunto a settembre si è classificato come il sesto più basso nella storia delle osservazioni satellitari.
- Temperature: Una mappa delle temperature medie dell’aria da aprile ad agosto ha mostrato che la maggior parte dell’Oceano Artico ha avuto temperature inferiori alla media, il che ha contribuito a limitare lo scioglimento del ghiaccio. Questo potrebbe sembrare sorprendente dato che si stanno registrando estensioni di ghiaccio basse, ma suggerisce che altri fattori oltre alla temperatura dell’aria influenzano l’estensione del ghiaccio.
- Particolari notevoli: L’anno 2023 si è distinto per due caratteristiche principali:
- Il percorso meridionale (Amundsen) del Passaggio a Nordovest era privo di ghiaccio.
- Il percorso settentrionale (in acque profonde) aveva un’estensione di ghiaccio ridotta o leggera.
Queste osservazioni sono coerenti con le temperature sopra la media registrate nell’arcipelago artico canadese.
In sintesi, il 2023 ha mostrato un andamento piuttosto variabile nella perdita di ghiaccio marino artico durante la stagione di scioglimento. Nonostante alcune temperature al di sotto della media, l’estensione del ghiaccio è rimasta tra le più basse nella storia delle osservazioni satellitari.
L’estensione del ghiaccio pluriennale alla fine dell’estate era piuttosto bassa, come è stato negli ultimi anni (Figura 4b). Una fascia di ghiaccio pluriennale persiste sul lato dell’Atlantico, estendendosi dal Mare di Laptev attraverso l’Artico a nord dei Mari di Kara e Barents. Gran parte di questo ghiaccio probabilmente andrà alla deriva fuori dall’Oceano Artico con la Corrente Transpolare nei prossimi mesi o nell’anno. Rimane molto poco del ghiaccio più vecchio (4+ anni di età) nell’Artico, con piccole chiazze a nord della Groenlandia e una zona a nord del Mare di Beaufort. L’estensione totale del ghiaccio marino più vecchio è di 93.000 chilometri quadrati (36.000 miglia quadrate), la seconda più bassa nel registro satellitare dal 1985, solo superiore ai 55.000 chilometri quadrati (21.000 miglia quadrate) nel 2019. Questo è in netto contrasto con gli anni ’80 quando il ghiaccio vecchio copriva oltre 2,5 milioni di chilometri quadrati (965.000 miglia quadrate) dell’Oceano Artico.
Si noti che i servizi operativi sul ghiaccio monitorano il ghiaccio marino quotidianamente principalmente per la sicurezza delle operazioni sul ghiaccio e delle navi in mare. Questi servizi utilizzano fonti di dati che vanno oltre la singola fonte utilizzata qui. Ad esempio, gli analisti del US National Ice Center (USNIC) si basano su dati radar e visibili quando mappano il ghiaccio artico. L’USNIC monitora l’estensione del ghiaccio marino dell’Artico utilizzando grafici che producono. L’NSIDC archivia questi grafici. Attualmente, l’analisi dell’USNIC indica un minimo di 5,05 milioni di chilometri quadrati (1,95 milioni di miglia quadrate) il 27 settembre. I valori di estensione dell’USNIC differiscono dai valori dell’Indice di Ghiaccio Marino utilizzati da ASINA a causa delle diverse tecniche di immaginazione e analisi impiegate.
Spiegazione:
- Ghiaccio Pluriennale: Questo tipo di ghiaccio è particolarmente importante perché è più spesso e resistente del ghiaccio stagionale. Alla fine dell’estate 2023, l’estensione di questo ghiaccio era bassa. C’è una fascia persistente di questo ghiaccio sul lato atlantico dell’Artico.
- Ghiaccio Vecchio (4+ anni): Questo è il ghiaccio che ha resistito allo scioglimento per almeno quattro anni. La sua estensione è estremamente bassa rispetto al passato. Nell’Artico rimane solo una piccola quantità di questo ghiaccio, in particolare a nord della Groenlandia e del Mare di Beaufort.
- Confronto con gli anni ’80: Il testo sottolinea la drastica riduzione del ghiaccio vecchio rispetto agli anni ’80, un chiaro indicatore dei cambiamenti climatici in atto.
- Monitoraggio del ghiaccio: Viene spiegato che esistono servizi specifici che monitorano quotidianamente il ghiaccio marino per garantire la sicurezza in mare. Questi servizi utilizzano diverse fonti di dati, non solo quelle satellitari.
- Differenze tra le analisi: L’US National Ice Center ha una stima leggermente diversa per l’estensione del ghiaccio marino rispetto all’Indice di Ghiaccio Marino. Queste differenze sono dovute alle varie tecniche e fonti di dati utilizzate.
In sostanza, il testo sottolinea la riduzione drammatica del ghiaccio pluriennale e molto vecchio nell’Artico, e fa anche riferimento alle diverse metodologie e fonti utilizzate per monitorare e analizzare l’estensione del ghiaccio marino.
Figura 4a. Questo grafico mostra la deviazione dalla temperatura media dell’aria nell’Artico al livello di 925 hPa, in gradi Celsius, da aprile ad agosto 2023. I colori gialli e rossi indicano temperature sopra la media; i colori blu e viola indicano temperature sotto la media.
Crediti: NSIDC con la cortesia del NOAA Earth System Research Laboratory Physical Sciences Laboratory.
Spiegazione:
La Figura 4a rappresenta un grafico che illustra le anomalie di temperatura nell’Artico durante i mesi da aprile ad agosto 2023 rispetto alle medie storiche. Queste anomalie sono mostrate al livello di 925 hPa, che è un livello atmosferico comune utilizzato in meteorologia per rappresentare le condizioni atmosferiche a circa 2.500 piedi sopra la superficie.
- Colori gialli e rossi: Questi colori indicano aree dell’Artico dove le temperature erano superiori alla media per quel periodo specifico dell’anno. Quindi, se vedi molte tonalità di giallo o rosso, significa che quella particolare regione ha sperimentato temperature più calde del solito.
- Colori blu e viola: Al contrario, questi colori rappresentano aree dove le temperature erano inferiori alla media. Pertanto, aree con tonalità di blu o viola hanno avuto temperature più fredde del normale.
La mappa fornisce una visione visiva immediata di dove e quanto l’Artico si è riscaldato o raffreddato rispetto alla media durante quei mesi. Questo tipo di informazione è fondamentale per gli scienziati che studiano i cambiamenti climatici, poiché fornisce dati sulle tendenze attuali delle temperature nell’Artico e può aiutare a prevedere eventuali cambiamenti futuri.
Figura 4b. Le mappe in alto mostrano l’età del ghiaccio marino artico alla fine dell’estate, una settimana prima del minimo stagionale, con il 1985 a sinistra e il 2023 a destra. La serie temporale in basso mostra l’estensione del ghiaccio pluriennale in nero e del ghiaccio >4 anni in rosso al minimo stagionale dal 1985 al 2023. Il ghiaccio più vecchio (4+ anni) è in rosso.
Crediti: Dati e immagini da Tschudi et al., 2019a e 2019b.
Spiegazione:
Questa figura offre un confronto visivo sull’età del ghiaccio marino nell’Artico tra il 1985 e il 2023.
- Mappe in alto: Queste due mappe mettono a confronto la distribuzione e l’età del ghiaccio marino alla fine dell’estate per due anni specifici: 1985 e 2023. L’età del ghiaccio può fornire informazioni preziose sulla stabilità e resistenza del ghiaccio. Ad esempio, il ghiaccio che è presente da molti anni (ghiaccio pluriennale) è generalmente più spesso e resistente rispetto al ghiaccio stagionale o annuale.
- Serie temporale in basso: Questo grafico traccia l’estensione del ghiaccio marino nell’Artico nel corso degli anni. La linea nera rappresenta il ghiaccio pluriennale (ghiaccio che ha sopravvissuto a più stagioni estive senza sciogliersi), mentre la linea rossa rappresenta il ghiaccio che ha un’età superiore a 4 anni. Questo tipo di grafico aiuta a comprendere le tendenze nel corso del tempo riguardo alla persistenza e alla diminuzione del ghiaccio marino antico.
In sintesi, questa figura mette in evidenza il drammatico calo del ghiaccio marino antico (soprattutto quello di 4+ anni) nell’Artico dal 1985 al 2023, suggerendo una maggiore vulnerabilità dell’ecosistema artico ai cambiamenti climatici e alle variazioni stagionali.
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