In base ai dati del National Snow and Ice Data Center (NSIDC),l’estensione del ghiaccio artico nel mese di settembre 2021 è stata mediamente pari a 4,92 milioni di chilometri quadrati (1,90 milioni di miglia quadrate), risultando la 12°esima estensione più bassa registrata  nei 43 anni di registrazioni satellitari. L’estensione è stata di 1,35 milioni di chilometri quadrati (521.000 miglia quadrate) sopra il minimo storico stabilito nel settembre 2012, e 1,49 milioni di chilometri quadrati (575.000 miglia quadrate)  sotto la media di lungo periodo (1981-2010).Gli ultimi 15 anni (dal 2007 al 2021) hanno avuto le 15 estensioni di settembre più basse tra quelle presenti nella documentazione storica.

Il minimo annuale dell estensione è stato raggiunto il 16 settembre ed è stato il dodicesimo minimo più basso registrato nella storia delle osservazioni satellitari. In seguito, l’estensione del ghiaccio è aumentata principalmente nella regione del Mare di Beaufort. Il bordo del ghiaccio si è espanso anche nel Mare della Siberia orientale. Il Mare della Groenlandia orientale, il quale è risultato in gran parte privo di ghiaccio durante gran parte del periodo estivo, sta ora registrando un progressivo recupero di ghiaccio il quale si sta ora espandendo verso sud.

Come descritto precedentemente, l estensione della banchisa artica viene monitorata tramite osservazioni satellitari .Satelliti che utilizzano particolari sensori. Di seguito una breve descrizione.

Con il termine sensore si intende un dispositivo elettronico in grado di rilevare l’energia elettromagnetica proveniente da una scena e di convertirla in informazione, registrandola e memorizzandola sotto forma di segnale elettrico. Una prima e fondamentale classificazione nell’ambito delle differenti modalità di Telerilevamento può essere fatta in base alle funzionalità del sensore utilizzato per la misura della radiazione elettromagnetica. Si distinguono, pertanto, le due seguenti tipologie di Telerilevamento:

  1. Telerilevamento passivo: il sensore è deputato al solo ricevimento della radiazione elettromagnetica emessa o riflessa dall’oggetto che si sta analizzando
  2. Telerilevamento attivo: il sensore emette la radiazione elettromagnetica e ne rileva, quindi, anche la frazione che viene riflessa dagli oggetti posti sulla superficie terrestre.

Sulla base di questa distinzione è analogamente possibile classificare i sensori per il Telerilevamento in attivi e passivi.
I sensori passivi, sono strumenti che rilevano la radiazione elettromagnetica riflessa, od emessa naturalmente, dagli oggetti in esame situati sulla superficie terrestre utilizzando fonti naturali, come, ad esempio, il Sole. I sistemi per il Telerilevamento passivo sono di due categorie
:
i sensori che operano nel visibile e nell’infrarosso vicino e medio, i quali raccolgono la radiazione elettromagnetica emessa dal Sole e riflessa dalla superficie terrestre.
i sensori che operano principalmente nell’infrarosso termico, i quali raccolgono le radiazioni emesse direttamente dalla superficie terrestre.
La misura dell’energia riflessa può avvenire solo quando il Sole illumina l’oggetto in osservazione e pertanto non di notte; la rilevazione dell’energia emessa, come nel caso dei sensori operanti nell’infrarosso termico, può essere invece effettuata sia di giorno che di notte. I sensori attivi, invece, rilevano la radiazione elettromagnetica riflessa da un oggetto irradiato da una fonte di energia generata artificialmente da loro stessi. La radiazione emessa raggiunge l’oggetto in osservazione e la sua frazione riflessa viene rilevata e misurata dal sensore, a seguito dell’interazione
con la superficie. I sistemi per il telerilevamento attivo si dividono in sistemi a scattering, quali il lidar, che operano nel visibile e nell’infrarosso, ed in sistemi radar che operano nel range delle microonde. Tra i principali vantaggi offerti dai sensori attivi vi è la possibilità di effettuare misure ad ogni ora del giorno e della notte e, nel caso dei radar, anche in ogni condizione meteorologica
.

Figura 1a. L’estensione del ghiaccio marino artico per settembre 2021 è stata di 4,92 milioni di chilometri quadrati (1,90 milioni di miglia quadrate). La linea magenta mostra l’estensione media di lungo periodo (1981-2010) per il mese di settembre.

Figura 1b. La mappa confronta il minimo annuale stabilito il 16 settembre 2021 e il 3 ottobre 2021. L’ombreggiatura azzurra indica l’area in cui si è formato il ghiaccio in entrambe le date, mentre le aree bianche e medio-blu mostrano la copertura di ghiaccio tipica del 16 settembre 2021 e del 3 ottobre 2021, rispettivamente.

 Sea Ice Index data. About the data

Situazione

Dopo il minimo raggiunto il 16 settembre, l’estensione ha cominciato ad aumentare abbastanza rapidamente, poiché le aree di mare prive di ghiaccio presenti nei mari di Beaufort e Chukchi hanno cominciato a coprirsi nuovamente di ghiaccio (Figura 2a). Le temperature dell’oceano sono rimaste basse in questa regione a causa del tardivo ritiro dei ghiacci che ha limitato la quantità di insolazione solare assorbita dall’oceano. L’oceano più freddo ha permesso un rapido congelamento quando le temperature dell’aria sono scese sotto lo zero. Nel complesso, l’estensione è aumentata di 430.000 chilometri quadrati (166.000 miglia quadrate) tra il 16 e la fine del mese, circa lo stesso aumento registrato nel periodo 1981-2010.

Durante il mese di settembre, le temperature dell’aria a 925 mb sono state più alte della media sulla maggior parte dell’Oceano Artico (Figura 2b). Le temperature sono state fino a 4 gradi Celsius sopra la media nel Mare della Groenlandia orientale, riflettendo probabilmente l’insolita mancanza di ghiaccio nella regione, che ha consentito al calore dell’oceano di riscaldare la bassa atmosfera. L’unica regione fredda degna di nota è stata quella del Mare della Siberia orientale; le temperature nelle ultime due settimane di settembre sono state da 3 a 4 gradi Celsius sotto la media.

Figura 2a. Il grafico mostra l’estensione del ghiaccio marino artico al 5 ottobre 2021, insieme ai dati giornalieri sull’estensione del ghiaccio per i quattro anni precedenti e l’anno del minimo storico . Il 2021 è mostrato in blu, il 2020 in verde, il 2019 in arancione, il 2018 in marrone, il 2017 in magenta e il 2012 in rosso tratteggiato. La mediana 1981-2010 è in grigio scuro. Le aree grigie intorno alla linea mediana mostrano le gamme interquartile e interdecile dei dati.

Figura 2b. Il grafico mostra lo scostamento dalla temperatura media dell’aria nell’Artico al livello 925 hPa, in gradi Celsius, per settembre 2021. I colori giallo e rosso indicano temperature superiori alla media; il blu e il viola indicano temperature inferiori alla media. Credito: NSIDC per gentile concessione del NOAA Earth System Research Laboratory Physical Sciences Laboratory

Settembre 2021 rispetto agli anni precedenti

Il tasso di declino lineare dell’estensione dei ghiacci marini di settembre nelle registrazioni satellitari è di 81.200 chilometri quadrati (31.400 miglia quadrate) all’anno, o il 12,7 per cento per decennio rispetto alla media del periodo 1981-2010 (Figura 3). Settembre segna il mese di maggiore tendenza lineare nell’estensione del ghiaccio, sia in termini assoluti che di perdita percentuale. Complessivamente, dal 1979, settembre ha perso 3,49 milioni di chilometri quadrati (1,35 milioni di miglia quadrate) di ghiaccio, in base ai valori della tendenza lineare. Questo equivale a circa due volte la dimensione dell’Alaska.C’è stato un piccolo cambiamento netto nell’estensione durante il mese di settembre – l’estensione è diminuita durante la prima metà del mese e poi è aumentata nella seconda metà. Quest’anno, l’estensione è stata di 5,17 milioni di chilometri quadrati (2,00 milioni di miglia quadrate) il 1° settembre e di 5,15 milioni di chilometri quadrati (1,99 milioni di miglia quadrate) il 30 settembre.

Fonte dati e grafici : http://nsidc.org/arcticseaicenews/

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