NSIDC , National Snow and Ice Data Center AGOSTO 2021

La perdita di ghiaccio marino durante la prima metà di agosto si è fermata, anche se il ghiaccio nel Mare di Beaufort sta cominciando ad indebolirsi. La Rotta del Mare del Nord risulta essere chiusa, nonostante sia stata aperta durante ogni estate dal 2008.In data 17 agosto, l’estensione media della banchisa artica è stata di 5,77 milioni di chilometri quadrati (2,23 milioni di miglia quadrate), superando così gli ultimi sei anni, nonché il 2011, il 2012 e il 2007 (Figura 1a) La perdita di ghiaccio marino si è stabilizzata tra l’8 e l’11 agosto per poi riprendere nuovamente il ritmo.Mentre il declino complessivo dell’estensione totale del ghiaccio è rallentato, la copertura di ghiaccio è divenuta maggiormente più estesa all’interno del Mare di Chukchi settentrionale e del Mare di Beaufort occidentale. Ulteriori riduzioni potrebbero verificarsi in quella regione (Figura 1b) nel proseguo stagionale.
Durante la prima settimana di agosto, la circolazione eolica presente nella zona artica ha favorito la deriva e il movimento del ghiaccio che dal Mare di Beaufort si è spostato verso sud, così come il ghiaccio nel Mare di Chukchi che si è spostato verso il Mare della Siberia orientale Il mare della Siberia orientale (russo: Восто́чно-Сиби́рское мо́ре, Vostočno-Sibirskoe more) è un mare compreso all’interno del mar Glaciale Artico. È delimitato a sud dalla costa siberiana, le isole della Nuova Siberia ad ovest e l’isola di Wrangel ad est, confinante con il mare dei Chukchi e il mare di Laptev. Il bacino copre un’area di circa 936.000 chilometri quadrati; la profondità media è di soli 45 m, con un massimo di 155[1][2]. La latitudine è molto settentrionale, oltre i 70°N: ne consegue un clima molto rigido, con inverni lunghissimi e freddi (medie di -30 °C) e brevi estati fresche (2-4 °C) che fanno sì che il mare sia praticamente sempre ingombro di ghiacci. La costa è prevalentemente piatta ad occidente, mentre si rileva un po’ andando verso oriente. I maggiori fiumi che sfociano nel mare della Siberia orientale sono: l’Indigirka, l’Alazeja, la Bol’šaja Čukoč’ja, il Kolyma, il Čaun e il Pegtymel’. Il mare è stato percorso dagli esploratori russi fin dal XVII secolo: nel 1648 Semën Dežnëv e Fëdor Alekseev navigarono sottocosta dalla foce della Kolyma fino a quella dell’Anadyr e allo stretto di Bering. Esplorazioni sistematiche del bacino sono state condotte in una serie di spedizioni negli anni 1735-42, 1820-24, 1822, 1909, 1911-14. La città e porto principale è Pevek.. Mentre il ghiaccio marino presente nell’Artico occidentale è risultato più esteso rispetto alle ultime estati, il Mare di Laptev ha perso più ghiaccio marino finora che in qualsiasi altro momento della storia delle registrazioni satellitari. Tuttavia, del ghiaccio è rimasto a sud di Severnaya Zemlya nel Mar di Kara, bloccando la rotta del Mare del Nord. Più a sud, nel Mare della Groenlandia orientale, rimangono solo 119.000 chilometri quadrati (45.900 miglia quadrate) di ghiaccio marino, la seconda minor quantità di ghiaccio per questo periodo dell’anno dopo il 2002.
La figura 1a mostra l’estensione del ghiaccio marino artico per il 17 agosto 2021 che è stata di 5,77 milioni di chilometri quadrati (2,23 milioni di miglia quadrate). La linea arancione mostra l’estensione media dal 1981 al 2010 per quel giorno.

Figura 1b. Questa immagine satellitare dell’Oceano Artico l’8 agosto 2021, mostra la rottura del ghiaccio marino nei mari settentrionali di Chukchi e Beaufort. Il contorno magenta rappresenta il fumo degli incendi che hanno interessato la Siberia per poi spostarsi in direzione della banchisa artica. Il Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) a bordo dei satelliti Terra e Acqua della NASA ha scattato questa immagine.

Nella prima metà di agosto, un sistema di alta pressione insolitamente forte ha predominato sulla Siberia, estendendosi verso il polo. Nello stesso tempo, un area di bassa pressione è stata presente sopra la calotta glaciale della Groenlandia.La circolazione indotta dalla vicinanza dei due sistemi barici, ha favorito un forte movimento dei ghiacci che dalle zone centrali dell aceano Artico si sono spostati verso sud in direzione delle coste nord-americane e siberiane. Nel complesso, le temperature dell’aria al livello di 925 millibar, sono state di circa 2-5 gradi Celsius sopra la media in gran parte del Mar Glaciale Artico, con temperature fino a 7 gradi Celsius superiori alla media che hanno interessato il Mare di Kara vicino a Severnaya Zemlya (Figura 2b). Anche se le temperature sono state generalmente al di sopra della media, questo è il periodo dell’anno in cui le temperature dell’aria cominciano a scendere man mano che il sole si abbassa all’orizzonte.Tuttavia, mentre le temperature sono state per lo più superiori alla media, questo è il periodo dell’anno in cui le temperature dell’aria iniziano a scendere come conseguenza del fatto che il sole si abbassa all’orizzonte. La fusione superficiale finisce e gli stagni di fusione iniziano a ricongelare, e quindi la perdita di ghiaccio rimanente avviene principalmente al di sotto della superficie del ghiaccio marino, ad opera del calore presente nello strato superiore dell’oceano.
Figura 2a. L’estensione del ghiaccio marino artico per il 17 agosto 2021 è stata di 5,77 milioni di chilometri quadrati (2,23 milioni di miglia quadrate). La linea arancione mostra l’estensione media dal 1981 al 2010 per quel giorno.

Figura 2b. Questa figura mostra la deviazione dalla temperatura media dell’aria nell’Artico a 925 hPa in gradi Celsius tra il 1 e il 15 agosto 2021. I colori giallo e rosso indicano temperature superiori alla media, il blu e il viola temperature inferiori alla media. Credito: NSIDC, per gentile concessione del NOAA Earth System Research Laboratory Physical Sciences Laboratory.

La tempistica dell’inizio della fusione mostra un quadro contrastante.
Quest’estate, il ghiaccio marino ha cominciato a ritirarsi prematuramente nel Mare di Laptev. Questo è stato in parte dovuto al fatto che la fusione è iniziata prima, più di un mese prima della media 1981-2010 in alcune parti del Mare di Laptev (Figura 3). L’inizio anticipato dello scioglimento favorisce la perdita anticipata della copertura nevosa invernale e la formazione anticipata di stagni di fusione, che riducono la riflettività della superficie, il cosiddetto albedo. Un’albedo superficiale più basso aumenta lo scioglimento dei ghiacci nel periodo estivo assorbendo più energia solare. La fusione è iniziata insolitamente presto quest’estate sia nella baia di Hudson che nello stretto di Davis, in media 16 giorni prima. Anche il ghiaccio marino nel Mare di Barents vicino alla Terra di Franz Josef e nel Mare di Kara vicino a Novaya Zemlya, ha iniziato a sciogliersi più di un mese prima della media. D’altra parte, nel Mare di Beaufort settentrionale, la fusione si è verificata da due a tre settimane dopo la media, nonostante la fusione anticipata che è stata osservata vicino alla costa. Questo inizio più tardivo dello scioglimento può aver contribuito alla riduzione della perdita di ghiaccio nella regione durante questo periodo estivo. Nel complesso, l’inizio dello scioglimento pan-artico è iniziato cinque giorni prima della media.
Figura 3. Questa mappa mostra l’inizio dello scioglimento del ghiaccio marino nell’Artico nella stagione di fusione 2021 rispetto alla media 1981-2010. Le tonalità rosse mostrano lo scioglimento 30 giorni prima della media, mentre le tonalità blu mostrano lo scioglimento 30 giorni dopo la media. Credito: Walt Meier, NSIDC; dati per gentile concessione di J. Miller, NASA Goddard.

Ghiaccio pluriennale vicino al minimo storico
Mentre la presenza di ghiaccio pluriennale nel Mare di Beaufort ha contribuito a stabilizzare la perdita di ghiaccio in quella regione, il ghiaccio pluriennale per il 2021 nell’Artico ha raggiunto complessivamente una soglia estremamente bassa. In base alla classificazione dell’età del ghiaccio, la proporzione di ghiaccio pluriennale nell’Artico durante la prima settimana di agosto è di 1,6 milioni di chilometri quadrati (618.000 milioni di miglia quadrate). La perdita del ghiaccio pluriennale a partire dall’inizio degli anni ’80 è iniziata in modo estremamente significativo dopo il minimo record raggiunto nell estate del 2007 Nonostante ci siano stati leggeri recuperi da allora, il ghiaccio non ha più recuperato i livelli registrati negli anni ’80, ’90 o all’inizio degli anni 2000. Questa perdita di ghiaccio più vecchio e più spesso nell’Oceano Artico, è una delle ragioni per cui l’estensione del ghiaccio marino estivo non si è ripresa, anche quando le condizioni meteorologiche sono risultate essere favorevoli alla conservazione del ghiaccio.
Figura 4a. Questa figura mostra la bassa quantità quasi record di ghiaccio pluriennale nell’Artico durante la 31a settimana della stagione di fusione 2021 (dal 30 luglio al 5 agosto), confrontando quest’anno con la stessa settimana negli anni precedenti di registrazioni satellitari a partire dal 1979. I dati storici fino al 2020 sono forniti da Tschudi et al. 2019a https://doi.org/10.5067/UTAV7490FEPB, e un rapporto flash per il 2021 è fornito da Tschudi et al. 2019b https://doi.org/10.5067/2XXGZY3DUGNQ.Credito : Robbie Mallett

Figura 4b. Questo grafico confronta l’area di ghiaccio pluriennale nell’Artico tra il 2021 e il 2020 con la media tra il 2008 e il 2019, quando si scioglie in primavera ed estate. Le linee grigie mostrano gli anni precedenti per un confronto generale. I dati storici fino al 2020 sono forniti da Tschudi et al., 2019a https://nsidc.org/data/nsidc-0611/versions/4 e i dati quicklook per il 2021 da Tschudi et al., 2019b https://nsidc.org/data/nsidc-0749/versions/1 Credito: Robbie Mallett

2021 Previsioni sul minimo della banchisa artica atteso nel mese di settembre.
Tra circa tre o quattro settimane, il ghiaccio marino artico raggiungerà la sua minima estensione pe. Tutti gli anni una comunità, chiamata Sea Ice Prediction Network (SIPN), si occupa di elaborare il Sea Ice Outlook. L’Outlook è un forum per i ricercatori e altre persone interessate a fornire una previsione stagionale dell’estensione media mensile di settembre e il minimo giornaliero stagionale.Un contributo di Walt Meier, membro del team Arctic Sea Ice News & Analysis (ASINA), utilizza i tassi di perdita di estensione del ghiaccio degli anni precedenti per calcolare la perdita di ghiaccio di quest’anno fino alla fine di settembre (Figura 5).Le proiezioni relative all’estensione minima di settembre sono inizialmente presentate utilizzando i dati fino all’inizio di maggio come punti di partenza e le prospettive aggiornate possono essere fornite nei mesi successivi man mano che le condizioni si evolvono.La figura 5 mostra le ultime previsioni a partire dalle osservazioni del 1° agosto, che sono state presentate per le prospettive di agosto. Le proiezioni si basano su quattro diversi tassi medi di perdita utilizzando i dati degli anni precedenti. Il rapporto Outlook di agosto sarà rilasciato alla fine di questo mese.
Figura 5. Questa figura mostra l’estensione minima della banchisa artica ipotizzata per il 2021 sulla base dei dati fino al 1° agosto 2021. Le proiezioni si basano sui tassi medi di perdita dal 1981 al 2010 (in rosso), la media dal 2007 al 2020 in verde, i tassi del 2012 tratteggiati in viola, e i tassi del 2006 tratteggiati in verde acqua. Credito: Walt Meier, National Snow and Ice Data Center
