Il tasso di perdita del ghiaccio marino artico è stato piuttosto contenuto per gran parte del mese di luglio, abbassando di conseguenza le prospettive di raggiungere un nuovo record di estensione minima a settembre. Il mese nel suo complesso è stato caratterizzato da condizioni cicloniche nella maggior parte dell’Oceano Artico, molto più estese di quelle registrate a giugno.
Panoramica delle condizioni
Il declino stagionale dell’estensione del ghiaccio marino artico è risultato essere abbastanza rapido durante la prima settimana di luglio, per poi rallentare nel corso del mese. L’estensione media mensile della banchisa artica per il mese di luglio 2021 è stata di 7,69 milioni di chilometri quadrati (2,97 milioni di miglia quadrate). Si tratta di 400.000 chilometri quadrati (154.000 miglia quadrate) al di sopra del minimo storico per il mese stabilito nel 2020 e 1,78 milioni di chilometri quadrati (687.000 miglia quadrate) al di sotto della media del periodo 1981-2010. L’estensione media di questo mese è la quarta più bassa attualmente presente tra le estensioni registrate nella storia delle rilevazioni satellitari a microonde passive. La rapida perdita di ghiaccio avvenuta nel Mare di Laptev all’inizio della stagione di fusione è rallentata, ma l’estensione nel Mare di Laptev rimane ben al di sotto della media. L’estensione del ghiaccio nei mari di Beaufort e Chukchi continua ad essere vicina alla media di lungo termine.
Come descritto precedentemente, l estensione della banchisa artica viene monitorata tramite osservazioni satellitari .Satelliti che utilizzano particolari sensori. Di seguito una breve descrizione.
Con il termine sensore si intende un dispositivo elettronico in grado di rilevare l’energia elettromagnetica proveniente da una scena e di convertirla in informazione, registrandola e memorizzandola sotto forma di segnale elettrico. Una prima e fondamentale classificazione nell’ambito delle differenti modalità di Telerilevamento può essere fatta in base alle funzionalità del sensore utilizzato per la misura della radiazione elettromagnetica. Si distinguono, pertanto, le due seguenti tipologie di Telerilevamento:
- Telerilevamento passivo: il sensore è deputato al solo ricevimento della radiazione elettromagnetica emessa o riflessa dall’oggetto che si sta analizzando
- Telerilevamento attivo: il sensore emette la radiazione elettromagnetica e ne rileva, quindi, anche la frazione che viene riflessa dagli oggetti posti sulla superficie terrestre.
Sulla base di questa distinzione è analogamente possibile classificare i sensori per il Telerilevamento in attivi e passivi.
I sensori passivi, sono strumenti che rilevano la radiazione elettromagnetica riflessa, od emessa naturalmente, dagli oggetti in esame situati sulla superficie terrestre utilizzando fonti naturali, come, ad esempio, il Sole. I sistemi per il Telerilevamento passivo sono di due categorie:
1 i sensori che operano nel visibile e nell’infrarosso vicino e medio, i quali raccolgono la radiazione elettromagnetica emessa dal Sole e riflessa dalla superficie terrestre.
2 i sensori che operano principalmente nell’infrarosso termico, i quali raccolgono le radiazioni emesse direttamente dalla superficie terrestre.
La misura dell’energia riflessa può avvenire solo quando il Sole illumina l’oggetto in osservazione e pertanto non di notte; la rilevazione dell’energia emessa, come nel caso dei sensori operanti nell’infrarosso termico, può essere invece effettuata sia di giorno che di notte. I sensori attivi, invece, rilevano la radiazione elettromagnetica riflessa da un oggetto irradiato da una fonte di energia generata artificialmente da loro stessi. La radiazione emessa raggiunge l’oggetto in osservazione e la sua frazione riflessa viene rilevata e misurata dal sensore, a seguito dell’interazione
con la superficie. I sistemi per il telerilevamento attivo si dividono in sistemi a scattering, quali il lidar, che operano nel visibile e nell’infrarosso, ed in sistemi radar che operano nel range delle microonde. Tra i principali vantaggi offerti dai sensori attivi vi è la possibilità di effettuare misure ad ogni ora del giorno e della notte e, nel caso dei radar, anche in ogni condizione meteorologica.
La figura 1 mostra l estensione del ghiaccio marino artico per luglio 2021.Estensione che ha raggiunto una media di 7,69 milioni di chilometri quadrati (2,97 milioni di miglia quadrate). La linea magenta mostra l’estensione media della banchisa artica nel mese di luglio nel periodo 1981-2010 .
Sea Ice Index data. About the data Credit: National Snow and Ice Data Center
Condizioni nel contesto
All’inizio di luglio, l’estensione del ghiaccio marino era superiore ai livelli registrati nel 2012, l’anno in cui si è registrata la più bassa estensione del ghiaccio di settembre nella storia delle rilevazioni satellitari. Tuttavia, una perdita di ghiaccio piuttosto rapida durante la prima settimana di luglio, ha portato l’estensione al di sotto dei livelli del 2012. Dal 4 al 9 luglio, l’estensione del 2021 è stata la più bassa tra quelle rilevate tramite satellite per quel periodo dell’anno. Tuttavia, il tasso di perdita è poi rallentato, e alla fine di luglio, l’estensione è stata superiore al 2020, 2019, 2011 e 2007 (Figura 2a). Nel complesso, l’estensione del ghiaccio marino è diminuita di 2,96 milioni di chilometri quadrati (1,14 milioni di miglia quadrate) durante il luglio 2021. Questo corrisponde a una perdita media di 95.300 chilometri quadrati (36.800 miglia quadrate) al giorno. Perdita giornaliera che è stata leggermente più veloce di quella media per il mese di luglio nel periodo 1981-2010. Condizioni cicloniche hanno continuato a dominare la regione dell’Oceano Artico nel mese di luglio, divenendo più diffuse rispetto a quelle verificatesi in giugno, con alcune indicazioni che il modello si stava rompendo verso la fine del mese. La pressione media mensile a livello del mare è stata inferiore a 1.004 millibar sulla maggior parte del Mar Glaciale Artico (Figura 2b). La bassa pressione ha portato condizioni generalmente nuvolose. Le temperature dell’aria al livello di 925 millibar erano entro circa due gradi Celsius (4 gradi Fahrenheit) superiori alla media su quasi tutto l’Oceano Artico (Figura 2c).
La figura 2a mostra l’estensione del ghiaccio marino artico al 2 agosto 2021, insieme ai dati giornalieri dell’ estensione del ghiaccio relativi ai quattro anni precedenti e all’anno del minimo storico. Il 2021 è mostrato in blu, il 2020 in verde, il 2019 in arancione, il 2018 in marrone, il 2017 in magenta e il 2012 in marrone tratteggiato. La mediana 1981-2010 è in grigio scuro. Le aree grigie intorno alla linea mediana mostrano le gamme interquartile e interdecile dei dati.
Sea Ice Index data.
Credit: National Snow and Ice Data Center
La figura 2b mostra la pressione media espressa in millibar a livello del mare nell’Artico dal 1° al 31 luglio 2021. I colori giallo e rosso indicano condizioni di alta pressione ; mentre i colori blu e viola indicano condizioni di bassa pressione. Fonte: NSIDC per gentile concessione del NOAA Earth System Research Laboratory Physical Sciences Division
Figura 2c. Il grafico mostra lo scostamento dalla temperatura media dell’aria in gradi Celsius nell’Artico al livello 925 hPa durante il mese di luglio 2021. I colori giallo e rosso indicano temperature superiori alla media; il blu e il viola indicano temperature inferiori alla media. Fonte: NSIDC per gentile concessione del NOAA Earth System Research Laboratory Physical Sciences Division
Luglio 2021 rispetto agli anni precedenti
Fino al 2021, il tasso di declino lineare per l’estensione del ghiaccio marino di luglio è del 7,5% per decennio. Questo corrisponde a 70.500 chilometri quadrati (27.200 miglia quadrate) all’anno. La perdita complessiva del ghiaccio nel mese di luglio nel corso dei 43 anni di rilevamento satellitare è di 2,96 milioni di chilometri quadrati (1,14 milioni di miglia quadrate) sulla base della differenza dei valori di tendenza lineare nel 2021 e nel 1979. La perdita di ghiaccio nel mese di luglio dal 1979, è equivalente a circa dieci volte la dimensione dell’Arizona.
Mudryk, L. R., J. Dawson, S. E. L. Howell, C. Derksen, T. A. Zagon, and M. Brady. 2021. Impact of 1, 2 and 4 °C of global warming on ship navigation in the Canadian Arctic. Nature Climate Change. doi:10.1038/s41558-021-01087-6.