Il rapporto annuale rilasciato dal NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) rappresenta uno strumento fondamentale per comprendere la salute del nostro pianeta, in particolare per quanto riguarda l’evoluzione delle temperature globali, la variabilità degli oceani, l’estensione dei ghiacci polari e gli eventi meteorologici estremi. Il documento sintetizza un’enorme mole di dati raccolti da stazioni meteo terrestri, boe oceaniche, satelliti e palloni sonda, fornendo una panoramica dettagliata degli indicatori climatici su scala mondiale. Le osservazioni si concentrano soprattutto sulle anomalie di temperatura rispetto alle medie storiche, sull’analisi delle tendenze a lungo termine e sull’individuazione di possibili correlazioni con i fenomeni ciclici naturali come El Niño e La Niña.
Uno degli aspetti principali evidenziati dal rapporto è la persistenza di temperature superficiali dell’aria e degli oceani superiori alla media in molte regioni del globo. Questo incremento è spesso associato all’accumulo di gas serra nell’atmosfera, in particolare anidride carbonica, metano e protossido di azoto, che intrappolano calore e influiscono sul bilancio energetico terrestre. In varie zone, come l’Artico, le temperature più elevate hanno contribuito a ridurre l’estensione dei ghiacci marini, con conseguenze significative sull’ecosistema locale e sui processi di retroazione climatica (come l’albedo, che determina la quantità di radiazione solare riflessa).
Parallelamente, il rapporto sottolinea che gli oceani stanno assorbendo grandi quantità di calore, il che si traduce in valori di temperatura oceanica superficiale spesso prossimi o addirittura superiori ai record precedenti. Questo riscaldamento marino favorisce l’innesco di fenomeni come l’innalzamento del livello del mare, conseguenza anche del parziale scioglimento delle calotte glaciali in Groenlandia e Antartide, oltre all’espansione termica dell’acqua. Vengono inoltre analizzati i cambiamenti nella salinità degli oceani, utili a identificare variazioni nei pattern di circolazione e nei cicli del carbonio.
Un altro capitolo di rilievo del rapporto riguarda la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi, come uragani, ondate di calore, alluvioni e siccità. Il NOAA mette in evidenza che, pur essendo difficile attribuire ogni singolo evento al cambiamento climatico, la tendenza complessiva mostra un aumento della probabilità di eventi estremi prolungati o intensi in molte aree del mondo. Questo aspetto è particolarmente rilevante per la pianificazione e la gestione del rischio, poiché implica la necessità di strategie di adattamento più efficaci.
Il rapporto annuale si sofferma infine sulle prospettive future, raccomandando di proseguire con l’osservazione continua e l’approfondimento di ricerca, in modo da migliorare la comprensione dei meccanismi climatici ed elaborare modelli previsionali più accurati. Tale impegno risulta cruciale per fornire ai responsabili politici, ai settori industriali e alla società civile indicazioni basate su dati scientifici solidi, in modo da adottare soluzioni sostenibili che possano mitigare o adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici. L’obiettivo finale del rapporto del NOAA è, infatti, quello di promuovere la consapevolezza e garantire che le decisioni future, sia a livello nazionale che internazionale, siano guidate da evidenze scientifiche aggiornate, favorendo misure volte a preservare l’equilibrio dell’ecosistema terrestre e a proteggere la qualità della vita delle generazioni presenti e future.

La mappa fornita dal NOAA riassume gli eventi climatici significativi e le anomalie registrate nel corso del 2024, evidenziando come le variazioni climatiche continuino a manifestarsi con intensità e frequenza crescenti a livello globale. L’anno 2024 è stato caratterizzato da una serie di record e tendenze che riflettono gli impatti del riscaldamento globale e delle variabilità climatiche regionali.
1. Temperature Globali: Il 2024 ha registrato la temperatura globale superficiale più alta dal 1850, segnando un continuo trend al rialzo nelle medie termiche globali. Questo aumento di temperatura è un indicatore chiave dell’intensificarsi del riscaldamento globale, alimentato dall’accumulo di gas serra nell’atmosfera.
2. Artide: Il ghiaccio marino artico ha raggiunto il quarto valore minimo di estensione, con il 2024 che si classifica come il secondo anno più caldo per questa regione. Questi dati sono preoccupanti perché indicano un rapido declino del ghiaccio marino, che ha implicazioni dirette sull’albedo regionale e globale e sugli ecosistemi locali.
3. Europa: L’Europa ha vissuto il suo anno più caldo, segnale di un cambiamento climatico che sta influenzando non solo le temperature estive, ma anche fenomeni meteorologici estremi come ondate di calore e precipitazioni intense.
4. America del Nord: Il continente ha registrato l’anno più caldo, con temperature persistentemente superiori alla media che hanno condotto a coperture di ghiaccio ridotte sui Grandi Laghi durante il mese di febbraio, un mese tipicamente freddo.
5. Sud America: Anche questo continente ha segnato record di calore, con condizioni di siccità estreme che hanno influenzato vasti settori, dalla produzione agricola alla disponibilità di acqua.
6. Antartide: L’estensione massima del ghiaccio marino antartico ha raggiunto il secondo valore più basso registrato, mentre l’estensione minima ha eguagliato il record del 2022. Questi dati sottolineano i cambiamenti in corso nei poli, con conseguenze potenziali sul livello globale del mare e sulla circolazione oceanica.
7. Eventi Estremi: Il 2024 ha visto una serie di cicloni, uragani e tifoni con attività variabile. Mentre alcune regioni come il Pacifico Nord-Occidentale hanno avuto un’attività inferiore alla media, altre, come l’Atlantico, hanno registrato un numero di tempeste e uragani superiore alla media. Eventi come il tifone Yagi in Asia hanno causato danni significativi e perdite di vite umane, evidenziando l’aumento del rischio associato a questi fenomeni potenziati da un clima più caldo e da mari più caldi.
8. Precipitazioni Estreme: In Spagna, un diluvio storico ha causato inondazioni catastrofiche, evidenziando come l’intensità e la frequenza delle precipitazioni estreme possano aumentare in un clima più caldo.
Questi eventi e tendenze sono sintomatici delle complesse interazioni tra componenti del sistema climatico terrestre, che includono atmosfera, idrosfera, criosfera, e biosfera. La mappa serve da promemoria della crescente urgenza di comprendere e mitigare gli impatti del cambiamento climatico attraverso strategie globali e locali, investendo in ricerca, tecnologia e politiche di adattamento e mitigazione.
Temperature Globali
L’anno 2024 è stato registrato come l’anno più caldo da quando sono iniziati i record globali nel 1850, con una temperatura media di 1,29°C (2,32°F) sopra la media del XX secolo di 13,9°C (57,0°F). Questo valore è superiore di 0,10°C (0,18°F) rispetto al precedente record stabilito l’anno scorso. Gli anni più caldi nel record di 175 anni si sono tutti verificati nell’ultima decade (2015–2024). In particolare, l’anno 2005, che fu il primo a stabilire un nuovo record di temperatura globale nel XXI secolo, è ora il tredicesimo anno più caldo registrato. L’anno 2010, che aveva superato il 2005 al momento, ora si classifica come il dodicesimo anno più caldo.
Il record di calore dell’anno precedente è stato in parte dovuto alla presenza della fase calda dell’Oscillazione Meridionale El Niño (ENSO), che è iniziata a giugno 2023 e si è protratta fino a maggio di quest’anno. A quel punto si è verificata una transizione a condizioni neutrali di ENSO, che sono perdurate fino a novembre, prima che emergesse la fase fredda di ENSO (La Niña) a dicembre, secondo il Climate Prediction Center della NOAA. Nonostante le condizioni neutrali di ENSO fossero presenti a partire da maggio 2024, i record di temperature globali mensili sono continuati ad essere stabiliti o eguagliati fino ad agosto 2024.
In totale, si sono verificati 14 mesi consecutivi di temperature globali record da giugno 2023 a luglio 2024. Il valore della temperatura globale di luglio è stato probabilmente il più caldo di tutti i mesi registrati. Le temperature mensili a partire da settembre e per il resto dell’anno sono state leggermente inferiori ai record del 2023. La persistenza di temperature mensili record e vicine al record durante tutto l’anno ha portato la temperatura annuale del 2024 al suo nuovo record, continuando un trend di riscaldamento che ha risultato in un tasso medio di aumento di 0,06°C (0,11°F) per decennio dal 1850 e più di tre volte tale tasso (0,20°C / 0,36°F) dal 1975.
Temperature degli Oceani Globali
Anche le temperature degli oceani globali nel 2024 sono state notevoli, raggiungendo 15 mesi consecutivi di temperature record, da aprile 2023 a giugno 2024. Ogni mese da gennaio ad aprile ha superato i precedenti record mensili di almeno 0,15°C (0,27°F).
Artico
Nell’Artico, il 2024 è stato il secondo anno più caldo registrato, 2,71°C (4,88°F) sopra la media, e 0,24°C (0,43°F) meno del record stabilito nel 2016. L’estensione minima del ghiaccio marino artico ha raggiunto il suo minimo per l’anno a settembre; il settimo minimo più basso registrato. Dal 2007, il minimo del ghiaccio marino artico è sceso sotto i 5 milioni di chilometri quadrati (1,93 milioni di miglia quadrate) ogni anno, tranne nel 2009, 2013 e 2014, quando l’estensione ha appena superato il segno dei 5 milioni di chilometri quadrati. Secondo il National Snow and Ice Data Center, questa nuova normalità persistente e le relative perdite della maggior parte del ghiaccio vecchio e spesso sono caratteristiche prominenti del nuovo Artico più caldo.
Emisfero Nord
La temperatura superficiale dell’Emisfero Nord nel 2024 è stata la più calda mai registrata, 1,67°C (3,01°F) sopra la media. Le stagioni invernale, primaverile ed estiva dell’Emisfero Nord sono state tutte le più calde mai registrate; 1,84°C (3,31°F), 1,61°C (2,90°F) e 1,52°C (2,74°F) sopra la media, rispettivamente. Nel frattempo, l’estate (dicembre–febbraio), l’autunno (marzo–maggio) e l’inverno (giugno–agosto) dell’Emisfero Sud sono state anche esse le più calde mai registrate e l’anno nel suo complesso è stato il più caldo mai registrato, con una temperatura di 0,90°C (1,62°F) sopra la media del XX secolo.

Il grafico presentato rappresenta le anomalie della temperatura media globale delle terre emerse e degli oceani dal 1850 al 2024, misurata in gradi Celsius (a sinistra) e in gradi Fahrenheit (a destra). Le anomalie sono calcolate rispetto alla media del XX secolo, stabilendo un punto di riferimento per evidenziare variazioni climatiche significative.
L’asse verticale del grafico quantifica l’anomalia della temperatura, con valori positivi che indicano temperature superiori alla media del XX secolo e valori negativi che indicano temperature inferiori. L’asse orizzontale, invece, rappresenta il periodo temporale dal 1850 al 2024. Le barre rosse rappresentano anni con temperature medie globali superiori alla norma, mentre le barre blu indicano anni con temperature inferiori alla media.
Dal grafico è evidente un marcato aumento delle anomalie positive a partire dagli ultimi decenni del XX secolo, il che sottolinea un netto riscaldamento globale. Questo trend di riscaldamento è particolarmente evidente negli anni più recenti, con una serie consecutiva di barre rosse che diventano progressivamente più alte, culminando con il 2024, che si distingue come l’anno con l’anomalia di temperatura più elevata, 1,29°C (2,32°F) sopra la media.
La sequenza di temperature record negli ultimi anni riflette un trend di riscaldamento accelerato, in linea con i modelli climatici che prevedono un aumento delle temperature globali a causa dell’accumulo di gas serra nell’atmosfera. Gli scienziati attribuiscono questo fenomeno all’aumento delle concentrazioni di anidride carbonica, metano e altri gas serra rilasciati principalmente attraverso l’uso di combustibili fossili e altre attività umane.
Significativo nel grafico è anche l’assenza quasi totale di barre blu (temperatura sotto la media) dal 1980 in poi, il che indica che ogni anno da quel periodo è stato più caldo della media del XX secolo. Questo è un indicatore chiaro della velocità con cui il clima della Terra sta cambiando e sottolinea l’urgenza di azioni per mitigare gli effetti del riscaldamento globale.
In conclusione, il grafico non solo documenta il continuo aumento delle temperature globali ma serve anche come un chiaro monito delle conseguenze del cambiamento climatico, che richiede una risposta globale coordinata per ridurre le emissioni di gas serra e limitare ulteriori aumenti della temperatura globale.

Il grafico mostra le anomalie della temperatura superficiale globale dal 1950 al 2024, espresse in gradi Celsius. Queste anomalie indicano la differenza tra la temperatura media osservata in un dato mese e la media climatologica del XX secolo per quel mese. Il colore delle barre rappresenta le condizioni mensili relative all’Oscillazione Meridionale El Niño (ENSO): mesi di El Niño in rosso, mesi neutri in grigio, e mesi di La Niña in blu.
Il grafico evidenzia chiaramente come le temperature durante i mesi di El Niño tendano ad essere superiori alla media, a causa del rilascio di calore accumulato nelle acque del Pacifico equatoriale orientale. Al contrario, durante i mesi di La Niña, le temperature globali tendono a essere inferiori alla media, poiché le acque più fredde del Pacifico equatoriale orientale favoriscono un abbassamento della temperatura globale. I mesi ENSO neutrali mostrano una variabilità di temperature più vicina alla media climatologica, sebbene negli ultimi decenni si noti un generale trend al rialzo, riflettendo l’impatto del riscaldamento globale antropogenico.
L’ascesa progressiva delle anomalie di temperatura dal 1950 al 2024 è evidente, con una notevole accelerazione a partire dagli anni ’80, segnalando un’intensificazione del riscaldamento globale. Le barre più alte, che indicano le maggiori anomalie positive, sono prevalentemente concentrate negli ultimi decenni, sottolineando come i dieci anni più caldi siano tutti avvenuti nell’ultimo decennio, coerentemente con l’incremento delle emissioni di gas serra.
Particolarmente significative sono le fluttuazioni legate agli eventi ENSO, che modulano la variabilità interannuale e decennale delle temperature globali. Durante gli eventi di El Niño, come osservato chiaramente nel grafico per i periodi come la fine degli anni ’90 e la metà degli anni 2010, si verificano picchi di temperatura ben al di sopra della norma. Allo stesso modo, i periodi di La Niña spesso coincidono con anomalie negative o meno estreme nel riscaldamento, come si può vedere nei primi anni 2000 e a metà degli anni 2020.
In sintesi, il grafico non solo documenta l’aumento delle temperature globali nel tempo ma illustra anche l’importante ruolo dell’ENSO come modulatore naturale del clima globale, il cui effetto è tuttavia sempre più sovrastato dall’impatto più ampio del riscaldamento globale antropogenico. Questa visualizzazione aiuta a comprendere la complessità delle interazioni tra processi naturali e antropogenici nel determinare il clima della Terra.
January–December Ranks and Records
Il set di dati presentato riflette un’analisi comprensiva delle anomalie climatiche registrate per varie categorie – Terra, Oceano e combinazione Terra e Oceano – sia a livello globale che emisferico, per il periodo di gennaio a dicembre. Le anomalie sono espresse sia in gradi Celsius (°C) che in gradi Fahrenheit (°F), evidenziando le deviazioni dalla media climatologica. Queste anomalie sono state classificate in base al loro rango nell’arco di 175 anni di record storici, con l’anno 2024 che ha stabilito nuovi record di calore in tutte le categorie esaminate.
A livello globale, per quanto riguarda le terre emerse, l’anno 2024 ha registrato un’anomalia di +1.98°C (+3.56°F), il valore più alto mai registrato, classificandosi al primo posto. L’anno più fresco è stato il 1862, con un’anomalia di -0.81°C (-1.46°F). Per gli oceani, l’anomalia più alta è stata di +0.97°C (+1.75°F) nel 2024, anch’essa la più elevata mai registrata, mentre l’anno più freddo per gli oceani è stato il 1904 e il 1909, con anomalie di -0.43°C (-0.77°F). Quando si combinano i dati di terra e oceano, il 2024 emerge ancora una volta come l’anno più caldo, con un’anomalia di +1.29°C (+2.32°F); il più freddo è stato il 1904 e il 1917, con -0.43°C (-0.77°F).
Nell’Emisfero Nord, per le terre emerse, l’anomalia del 2024 ha raggiunto +2.28°C (+4.10°F), segnando il record assoluto. Il 1862 è stato invece l’anno più freddo, con -0.92°C (-1.66°F). Gli oceani dell’Emisfero Nord nel 2024 hanno avuto un’anomalia di +1.20°C (+2.16°F), la più alta mai registrata, con il 1904 come l’anno più freddo (-0.51°C, -0.92°F). Considerando sia le terre che gli oceani dell’Emisfero Nord, l’anomalia massima del 2024 è stata di +1.67°C (+3.01°F), e l’anno più freddo è stato il 1917 con -0.56°C (-1.01°F).
Nell’Emisfero Sud, l’anomalia termica per le terre emerse nel 2024 è stata di +1.31°C (+2.36°F), stabilendo un nuovo record. L’anno più freddo è stato il 1863, con -0.71°C (-1.28°F). Per gli oceani dell’Emisfero Sud, l’anno 2024 ha visto un’anomalia di +0.81°C (+1.46°F), la più alta mai registrata, mentre il 1909 è stato l’anno più freddo con -0.41°C (-0.74°F). Per la combinazione di terra e oceano nell’Emisfero Sud, il 2024 ha registrato un’anomalia di +0.90°C (+1.62°F), e l’anno più freddo è stato il 1904, con -0.38°C (-0.68°F).
Questi dati sottolineano una tendenza all’aumento delle temperature a livello globale e emisferico, con il 2024 che si distingue come un anno di particolare rilievo in termini di riscaldamento. Le variazioni annuali e le classificazioni per rank offrono un contesto cruciale per comprendere l’evoluzione e l’accelerazione del cambiamento climatico, mettendo in evidenza come le attività umane continuino a influenzare il sistema climatico terrestre a una scala senza precedenti.
I dati ulteriori si focalizzano su due regioni polari critiche: l’Antartico e l’Artico, evidenziando le variazioni di temperatura nelle terre e negli oceani di queste aree.
Antartico: La regione antartica ha mostrato un’anomalia termica di +0.31°C (+0.56°F) per il 2024, classificandosi come il 17° anno più caldo dal 1850. Questo valore è significativo, ma non si avvicina al record del 1980, quando l’anomalia termica ha raggiunto i +0.62°C (+1.12°F), il valore più alto per l’Antartico. Al contrario, l’anno più freddo registrato per l’Antartico è stato il 1960, con un’anomalia di -0.59°C (-1.06°F), che si posiziona come il 159° anno più freddo. Questi dati riflettono le fluttuazioni naturali della temperatura nella regione antartica, che è meno influenzata dalle attività umane rispetto ad altre parti del mondo, ma che è comunque soggetta a significative variazioni climatiche.
Artico: Nell’Artico, l’anno 2024 ha registrato un’anomalia di +2.71°C (+4.88°F), rendendolo il secondo anno più caldo dal 1850. Il record di temperatura per l’Artico è stato stabilito nel 2016, con un’anomalia di +2.95°C (+5.31°F). Il forte riscaldamento dell’Artico è particolarmente preoccupante data la sensibilità della regione ai cambiamenti climatici e il suo ruolo nel modulare i sistemi meteorologici e climatici globali attraverso il feedback dell’albedo e altri meccanismi. L’anno più freddo registrato per l’Artico è stato il 1902, con un’anomalia di -1.37°C (-2.47°F), classificandosi come il 174° anno più freddo.
Questi dati evidenziano le differenze regionali nell’impatto del cambiamento climatico, con l’Artico che mostra una tendenza al riscaldamento molto più marcata rispetto all’Antartico. La differenza può essere attribuita alla diversa composizione geografica e oceanografica delle due regioni, oltre all’effetto isolante del ghiaccio marino e della neve, che ha subito riduzioni drastiche nell’Artico. Le variazioni di temperatura in queste regioni sono indicatori critici dello stato di salute del nostro pianeta e richiedono attenzione continua per comprendere meglio le implicazioni dei cambiamenti in atto e per sviluppare strategie efficaci di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.
Ten Warmest Years (1850–2024)
La tabella presentata elenca le anomalie di temperatura globali combinate di terra e oceano per ciascuno degli anni più caldi registrati dal 1850 al 2024. Questi dati illustrano non solo le variazioni annuali di temperatura ma anche la tendenza crescente verso un riscaldamento globale significativo negli ultimi anni.
Il 2024 si posiziona come l’anno più caldo mai registrato con un’anomalia di +1.29°C (+2.32°F). Questo rappresenta un salto notevole rispetto agli anni precedenti, sottolineando un trend di riscaldamento rapido e preoccupante che evidenzia l’accelerazione del cambiamento climatico influenzato dalle attività umane, in particolare dall’emissione di gas serra.
Il 2023 è classificato al secondo posto con un’anomalia di +1.19°C (+2.14°F), dimostrando che gli anni recenti hanno continuato a vedere temperature estremamente elevate rispetto alla media storica.
Il 2016, precedentemente considerato l’anno più caldo, ora è al terzo posto con un’anomalia di +1.03°C (+1.85°F). Il 2016 era noto per un forte evento di El Niño che ha contribuito a elevate temperature globali.
Gli anni successivi, dal 2020 al 2021, mostrano anomalie termiche che variano leggermente ma rimangono eccezionalmente alte. Il 2020 e il 2019 registrano anomalie di +1.02°C (+1.84°F) e +0.98°C (+1.76°F) rispettivamente, posizionandosi come il quarto e quinto anno più caldo.
Dal 2017 al 2022, ogni anno ha continuato a registrare anomalie superiori a +0.90°C, con il 2017 a +0.94°C (+1.69°F), il 2015 a +0.91°C (+1.64°F), e il 2022 a +0.90°C (+1.62°F).
Il 2018 e il 2021 sono entrambi al nono posto, pareggiati con un’anomalia di +0.87°C (+1.57°F). Questo pareggio indica che, nonostante variazioni annuali minori, la tendenza generale rimane fortemente orientata verso un aumento delle temperature.
Questi dati illustrano chiaramente che i dieci anni più caldi si sono tutti verificati nell’ultimo decennio, un segnale allarmante che sottolinea l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico su scala globale. La progressione costante verso temperature più elevate enfatizza la necessità di azioni immediate e sostanziali per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare gli impatti più severi del riscaldamento globale. La comprensione dettagliata di queste tendenze è essenziale per informare politiche climatiche efficaci e per promuovere la consapevolezza pubblica riguardo le sfide ambientali imminenti.
Analisi Dettagliata delle Temperature Regionali del 2024
Nel corso del 2024, il pianeta ha sperimentato un’estensione notevole di temperature estreme, con record di calore che hanno avuto un impatto significativo su diverse regioni geografiche. La distribuzione delle temperature ha mostrato una netta inclinazione verso valori superiori alla media in ampie zone, riflettendo un trend globale di riscaldamento accelerato.
1. Americhe: Nell’emisfero occidentale, specificamente nel nord del Sud America che comprende nazioni come Colombia, Venezuela e Brasile, si sono registrate temperature annuali eccezionalmente alte. Questo fenomeno si è esteso attraverso il Centro America e il Messico, arrivando fino al sud-centro degli Stati Uniti. Queste regioni hanno visto temperature che non solo hanno superato i precedenti record ma hanno anche influito significativamente sugli ecosistemi e sulle popolazioni locali, aggravando problemi come siccità e ondate di calore.
2. Africa e Europa: Anche il centro e il nord dell’Africa, così come il centro e l’est dell’Europa, hanno affrontato temperature record. In Africa, le alte temperature hanno potuto esacerbare le condizioni di aridità, influenzando l’accesso all’acqua e la sicurezza alimentare. In Europa, il calore estremo ha causato ondate di calore prolungate, influenzando la salute pubblica e la gestione delle risorse energetiche.
3. Asia e Artico: Nel sud dell’Asia e in vaste aree dell’Artico occidentale, le temperature estremamente elevate hanno continuato a segnalare cambiamenti significativi. L’Artico, in particolare, è una regione di grande interesse scientifico poiché le temperature elevate accelerano la perdita di ghiaccio marino, influenzando i pattern meteorologici globali attraverso il feedback dell’albedo e altri meccanismi dinamici del clima.
4. Antartide: L’Antartide occidentale ha sperimentato temperature da calde a molto più calde della media, una condizione che potrebbe avere implicazioni a lungo termine sulla fusione dei ghiacci e sull’innalzamento dei livelli del mare.
5. Temperature della Superficie del Mare: Le acque dell’Oceano Atlantico centrale e settentrionale, del nord dell’Oceano Indiano, e di parti del Pacifico occidentale e dell’Oceano Meridionale hanno registrato temperature della superficie del mare record. Queste temperature elevano il rischio di eventi meteorologici estremi come uragani e tifoni, e influenzano i cicli biogeochimici marini e la biodiversità oceanica.
6. Aree con Temperature Vicine o Inferiori alla Media: Nonostante il prevalente riscaldamento globale, alcune regioni come l’Antartide orientale, la punta meridionale del Sud America, la metà meridionale della Groenlandia e piccole aree dell’Estremo Oriente russo hanno sperimentato temperature vicine o inferiori alla media. Queste anomalie dimostrano la complessità del sistema climatico terrestre e la variazione delle risposte regionali ai cambiamenti atmosferici globali.
In sintesi, il 2024 ha messo in evidenza l’escalation del riscaldamento globale e le sue manifestazioni regionali. Gli scienziati sottolineano l’importanza di queste osservazioni per comprendere meglio i meccanismi dietro il cambiamento climatico e per sviluppare strategie di mitigazione e adattamento più efficaci per fronteggiare gli impatti futuri.

La mappa illustra le anomalie della temperatura di terra e oceano combinate, misurate da gennaio a dicembre 2024, confrontate con il periodo di base 1991-2020. Questa visualizzazione, utilizzando una proiezione cartografica di Robinson, offre una rappresentazione globale che facilita la comprensione delle variazioni climatiche su scala mondiale durante l’anno in esame.
Le anomalie sono esibite in gradi Celsius e la gamma di colori si estende da blu (temperature inferiori alla media) a rosso (temperature superiori alla media), con una gradazione continua che rappresenta l’ampiezza dell’anomalia. Le aree più scure di ogni colore indicano le deviazioni più estreme dalla media.
1. Regioni con Anomalie Positive Elevate: Le zone in tonalità di rosso più intenso, che mostrano anomalie che variano tra +2.0°C a oltre +8.0°C, includono parti del nord e del centro della Siberia, l’Artico canadese e nord-est europeo. Queste regioni hanno sperimentato temperature significativamente superiori alla media, una condizione che può accelerare il processo di scioglimento del permafrost e influenzare gli ecosistemi terrestri e marini, oltre a contribuire al riscaldamento globale attraverso il rilascio di metano da fonti naturali.
2. Regioni con Anomalie Moderatamente Positive: Le aree in un rosso meno intenso, indicando anomalie da +1.0°C a +2.0°C, coprono ampie porzioni dell’Europa, Nord America, Asia centrale e Australia. Anche in queste aree, il riscaldamento oltre la norma può avere impatti significativi su agricoltura, risorse idriche, salute umana e biodiversità.
3. Regioni con Anomalie Negative o Vicine alla Media: Le zone in blu chiaro e bianco, che indicano temperature vicine alla media o leggermente al di sotto, si trovano in alcune parti dell’Antartide e dell’oceano circostante, nonché in zone isolate del Nord Atlantico. Anche se queste anomalie possono sembrare meno preoccupanti rispetto agli estremi caldi, esse influenzano localmente i pattern di circolazione oceanica e atmosferica, con potenziali ripercussioni su scala globale.
4. Significato Globale: L’estensione delle anomalie calde, soprattutto nelle regioni polari, è di particolare interesse scientifico e preoccupazione. Le elevate temperature in queste aree sensibili non solo influenzano il clima locale ma hanno anche implicazioni per l’innalzamento del livello del mare e per i pattern climatici globali. Le anomalie termiche estreme nell’Artico, ad esempio, sono un indicatore chiave dell’accelerazione dell’Artico Amplification, un fenomeno che potrebbe alterare significativamente la circolazione globale dell’atmosfera e degli oceani.
In sintesi, questa mappa delle anomalie termiche del 2024 fornisce una testimonianza visiva dell’impattante e irregolare riscaldamento globale, sottolineando l’urgenza di monitorare continuamente e di adottare misure mitigative per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico.

La mappa visualizza i percentili delle temperature di terra e oceano combinate per il periodo gennaio-dicembre 2024, secondo i dati dei Centri Nazionali per le Informazioni Ambientali della NOAA. Questo strumento cartografico impiega una gamma di colori per categorizzare come le temperature di quell’anno si collocano rispetto al periodo di riferimento storico dal 1991 al 2020.
Dettaglio dei Percentili sulla Mappa:
- Blu scuro: Indica le aree dove le temperature sono state tra le più fredde registrate, posizionandosi nei percentili più bassi.
- Blu medio e blu chiaro: Queste tonalità rappresentano aree che hanno sperimentato temperature sotto la media, ma non tra le più fredde, collocandosi in percentili bassi ma non estremi.
- Bianco: Denota regioni dove le temperature erano vicine alla media del periodo di riferimento, situandosi intorno al 50° percentile.
- Rosso chiaro: Aree con temperature leggermente superiori alla media, posizionate in percentili moderatamente alti.
- Rosso medio: Indica regioni significativamente più calde della media, situandosi in percentili alti.
- Rosso scuro: Corrisponde alle aree dove le temperature erano le più calde registrate, raggiungendo i percentili più alti.
Analisi delle Implicazioni dei Percentili: I percentili sono particolarmente utili per interpretare l’entità del riscaldamento o del raffreddamento in un dato anno rispetto a un lungo periodo storico. Per esempio, una regione etichettata nel 90° percentile o superiore ha avuto temperature più calde di almeno il 90% di tutti gli anni nel periodo di riferimento, sottolineando condizioni di calore eccezionale. Inversamente, aree nel 10° percentile o inferiore indicano temperature insolitamente fredde rispetto alla norma storica.
Significato Globale: L’uso di percentili permette una valutazione quantitativa precisa del comportamento termico relativo e offre una visione dettagliata di come eventi climatici estremi si distribuiscano geograficamente in un contesto globale. Questo tipo di analisi è fondamentale per comprendere le tendenze del cambiamento climatico e per sviluppare risposte adeguate alla sua gestione, mitigazione e adattamento a livello internazionale.
Temperature Annuali del Nord e Sud America nel 2024
Nord America:
L’anno 2024 ha segnato per il Nord America la temperatura annuale più alta mai registrata, con un valore medio di 2.22°C (4.00°F) superiore alla media del periodo 1910-2000. Le temperature sono state costantemente più alte della norma, con due stagioni che hanno registrato temperature record: l’inverno (dicembre-febbraio) e l’autunno (settembre-novembre). Anche la primavera e l’estate hanno riscaldato i record, classificandosi come le terze stagioni più calde mai registrate. I mesi di febbraio, settembre e ottobre sono stati i più caldi mai registrati, con febbraio e dicembre che hanno evidenziato le maggiori anomalie di temperatura, rispettivamente 3.29°C (5.92°F) e 3.32°C (5.98°F) sopra le medie del periodo 1991–2020. Da notare è che la temperatura annuale del Nord America è aumentata a un tasso medio di 0.15°C (0.27°F) per decennio dal 1910, con un incremento che negli ultimi 50 anni è più che raddoppiato, attestandosi a 0.33°C (0.59°F).
Stati Uniti contigui: La temperatura media annuale è stata di 55.5°F (13.1°C), 3.5°F (1.9°C) sopra la media del XX secolo, risultando l’anno più caldo nel record di 130 anni. Questo è stato il primo anno dal 1998 e solo la seconda volta nella storia che le temperature annuali globali e quelle degli Stati Uniti sono state le più calde mai registrate durante lo stesso anno. Le temperature persistentemente superiori alla media hanno condotto a un minimo storico nella copertura di ghiaccio sui Grandi Laghi del Nord America. In Alaska, la temperatura più alta mai registrata a nord del 70°N è stata di 89°F (31.7°C) a Deadhorse in agosto. Inoltre, una prolungata ondata di calore in maggio in Messico ha portato numerosi record di temperature massime, provocando decine di morti e la morte di molti animali selvatici. La regione dei Caraibi e la Main Development Region per gli uragani nell’Atlantico hanno registrato il loro anno più caldo.
Sud America:
L’anno 2024 ha visto la temperatura annuale del Sud America pari a 1.78°C (3.20°F) sopra la media, eguagliando il 2023 come l’anno più caldo mai registrato. Questo rappresenta il 48° anno consecutivo con temperature sopra la media per il continente, e i nove anni più caldi sono tutti avvenuti dal 2014. La temperatura annuale del Sud America è aumentata in media di 0.15°C (0.27°F) per decennio dal 1910, con un tasso di aumento quasi doppio (0.26°C/0.47°F) dal 1975.
Due stagioni sono state da record caldo (dicembre-febbraio, marzo-maggio), mentre giugno-agosto e settembre-novembre sono stati rispettivamente la terza e la seconda stagione più calda mai registrata. Tutti i mesi del 2024 hanno avuto temperature da sopra la media a record calde. Sei mesi (gennaio-aprile, giugno, settembre) hanno registrato temperature da record mentre due (ottobre, novembre) sono stati i secondi più caldi. Nei mesi da record (marzo, aprile, giugno), la temperatura del 2024 ha superato il precedente record di 0.44°C (0.79°F) a 0.46°C (0.83°F). Il mese di settembre ha avuto la deviazione di temperatura più alta dell’anno a 2.55°C (4.59°F); mentre maggio ha avuto la più piccola deviazione di temperatura a 0.91°C (1.64°F).
L’anomalo calore combinato con precipitazioni sotto la media ha portato a vasti e distruttivi incendi in diverse parti del continente. I satelliti hanno registrato più di 30,200 punti di fuoco in Venezuela da gennaio a marzo, il livello più alto per quel periodo dal 1999. In giugno, più di 2500 incendi sono stati segnalati nel Pantanal, le più grandi zone umide tropicali del mondo, il numero più alto mai registrato così presto nell’anno.
Temperature Annuali in Europa, Africa e Asia nel 2024
Europa:
L’Europa ha registrato nel 2024 l’anno più caldo mai misurato, con una temperatura media di 2.45°C (4.41°F) sopra la media. La primavera (marzo-maggio) e l’estate (giugno-agosto) sono state stagioni da record per il caldo, mentre l’inverno (dicembre-febbraio) è stato il secondo più caldo e l’autunno (settembre-novembre) il terzo più caldo mai registrati. Febbraio, luglio e agosto hanno visto mesi da record caldo, mentre marzo, aprile, maggio, giugno e settembre sono stati i secondi più caldi. Febbraio ha avuto la più alta deviazione di temperatura mensile, 4.12°C (7.42°F) sopra la media. La deviazione più bassa è stata registrata a novembre con 1.49°C (2.68°F). Questo è stato il 28° anno consecutivo con temperature sopra la media del periodo 1910–2000 per l’Europa, e i nove anni più caldi sono avvenuti tutti dal 2014. La temperatura annuale dell’Europa è aumentata in media di 0.16°C (0.29°F) per decennio dal 1910; tuttavia, è quasi triplicata a 0.45°C (0.81°F) dal 1975.
Austria, Germania, e Mediterraneo:
In Austria, è stato registrato l’anno più caldo mai avuto, insieme alla primavera e all’estate più calde. Secondo il Servizio Meteorologico Tedesco (DWD), la Germania ha avuto l’anno più caldo dal 1881, 1.6°C (2.88°F) sopra la media del periodo 1991–2020, un valore straordinario di 0.3°C (0.54°F) sopra il record precedente del 2023. Nei paesi del Mediterraneo, ondate di calore a luglio hanno portato temperature che superavano i 38°C (100°F) per più giorni, causando condizioni severe di incendi boschivi e centinaia di morti correlate al caldo.
Africa:
L’Africa ha avuto una temperatura annuale di 1.65°C (2.97°F) sopra la media, il che rappresenta l’anno più caldo mai registrato, superando il record dell’anno precedente. Questo è stato il 48° anno consecutivo con temperature sopra la media, e i dieci anni più caldi sono avvenuti tutti dal 2010. La temperatura annuale in Africa è aumentata in media di 0.13°C (0.23°F) per decennio dal 1910, e ha più che raddoppiato a 0.28°C (0.50°F) dal 1975. Ogni mese del 2024 è stato più di 1.0°C (1.8°F) sopra la media. Maggio ha avuto la più alta deviazione, 2.20°C (3.96°F) mentre novembre la più piccola (1.12°C /2.02°F).
Asia:
L’Asia ha avuto il suo secondo anno più caldo mai registrato, 2.17°C (3.91°F) sopra la media. L’anno 2024 ha segnato il 37° anno consecutivo con temperature sopra la media del periodo 1910–2000. I dieci anni più caldi sono avvenuti tutti dal 2007. La tendenza di temperatura in Asia dal 1910 al 2024 è stata di 0.18°C (0.32°F) per decennio; tuttavia, il trend dal 1975 al 2024 è più che raddoppiato (0.40°C/0.72°F). Ogni mese del 2024 è stato più di 1.5°C (2.7°F) sopra la media del 1991–2020. Novembre ha avuto l’anomalia mensile più alta, 3.43°C (6.17°F) sopra la media.
In India, il 2024 è stato l’anno più caldo da quando sono iniziati i record nazionali nel 1901, 0.65°C (1.17°F) sopra la media. In Giappone, il 2024 è stato l’anno più caldo dal 1898, 1.48°C (2.66°F) sopra la media, superando il record precedente del 2023 di 0.19°C (0.34°F). Un’ondata di calore persistente in India e Pakistan durante la seconda metà di maggio, con temperature giornaliere che superavano i 48°C (118°F) in molte località, ha causato tensioni nell’approvvigionamento idrico e numerose morti.
Temperature Annuali in Oceania e Antartide nel 2024
Oceania:
Nel 2024, l’Oceania ha registrato l’anno più caldo mai misurato, con una temperatura media di 1.42°C (2.56°F) sopra la media del periodo 1991–2020. Otto degli anni più caldi dell’Oceania sono avvenuti dal 2013. La tendenza di temperatura per l’Oceania dal 1910 al 2024 è stata di 0.12°C (0.22°F) per decennio, mentre il trend dal 1975 al 2024 è stato di 0.19°C (0.34°F) per decennio.
Solo il mese di agosto è stato da record caldo, ma entrambe le ultime due stagioni dell’anno, l’inverno (giugno-agosto) e la primavera (settembre-novembre), hanno raggiunto record di calore. L’inverno è stato 1.45°C (2.61°F) sopra la media, 0.16°C (0.29°F) più caldo dell’inverno record del 2023, mentre la primavera è stata 1.76°C (3.17°F) sopra la media, e 0.24°C (0.43°F) sopra il 2020. Il mese di agosto ha mostrato la maggiore deviazione di temperatura dell’anno con 2.30°C (4.14°F), mentre aprile ha avuto la deviazione più piccola con 0.41°C (0.74°F) sopra la media.
Secondo il Bureau of Meteorology dell’Australia, l’Australia ha vissuto la sua terza estate più calda (dicembre-febbraio), il secondo inverno più caldo (giugno-agosto) e la primavera più calda mai registrata. Inoltre, l’anno 2024 è stato il secondo più caldo da quando sono iniziati i record nazionali nel 1910.
Antartide:
L’Antartide nel 2024 ha avuto una temperatura annuale di 0.31°C (0.56°F) sopra la media, posizionandosi come il 17° anno più caldo mai registrato. Le temperature hanno mostrato notevoli variazioni stagionali e mensili. L’estate (dicembre-febbraio) è stata la decima più fredda mai registrata, mentre l’inverno (giugno-agosto) è stato il terzo più caldo. Sette mesi sono stati più caldi della media mentre cinque più freddi della media. Luglio è stato il quinto mese più caldo mai registrato per l’Antartide, con 1.16°C (2.09°F) sopra la media, e agosto è stato il secondo più caldo con 1.81°C (3.26°F) sopra la media.
Tra i mesi più freddi rispetto alla media, gennaio è stato il nono mese più freddo mai registrato, con -0.52°C (-0.94°F) sotto la media. La tendenza di temperatura per l’Antartide dal 1910 al 2024 è stata di 0.04°C (0.07°F) per decennio, con un trend dal 1975 al 2024 che si è ridotto a metà, 0.02°C (0.04°F) per decennio.
Precipitazioni Annuali 2024: Dati e Impatti Regionali
I dati sulle precipitazioni raccolti dal Global Historical Climatology Network (GHCN), integrati da informazioni del Global Precipitation Climatology Project (GPCP), illustrano le anomalie di precipitazione del 2024. Le mappe mostrano aree che hanno sperimentato condizioni insolitamente umide, a netto contrasto con altre zone che hanno registrato condizioni più secche del normale.
Zone con Precipitazioni Inferiori alla Media: Le precipitazioni annuali sono state inferiori alla media in vaste aree, inclusa gran parte del Canada, estendendosi verso parti dell’ovest degli Stati Uniti e del Messico. Condizioni di siccità particolarmente severe sono state registrate in ampie zone del Sud America, soprattutto in vasti settori del Brasile e nelle aree limitrofe di Bolivia e Perù, dove in molte località si è verificato l’anno più secco o quasi il più secco mai registrato. Altre regioni colpite da siccità inferiore alla media comprendono il sud e sud-ovest dell’Africa, dove in molte parti dello Zimbabwe e dello Zambia, così come in alcune zone del Camerun, della Repubblica del Congo e del Gabon, si sono verificate secchezze record o vicine al record. La combinazione di temperature estremamente alte e la mancanza di precipitazioni ha portato a gravi siccità in queste aree.
Zone con Precipitazioni Superiori alla Media: In netto contrasto, precipitazioni notevolmente elevate hanno interessato ampie regioni, inclusa gran parte del Sahel africano, dove condizioni umide da record o vicine al record erano diffuse. Anche l’Asia Centrale, compresa gran parte del Kazakistan e della Russia centrale, ha registrato condizioni di umidità ben oltre la media, estendendosi fino a record di umidità, così come l’est della Mongolia e il nord-est della Cina. Alcune di queste aree hanno subito intense piogge e inondazioni significative.
Numerose altre aree hanno subito inondazioni e altri impatti gravi associati a sistemi tropicali. Queste includevano il Deep South e il sud-est degli Stati Uniti, gravemente colpiti dagli uragani Beryl, Debby, Francine, Helene, e Milton. Altre regioni significativamente influenzate dai cicloni tropicali comprendevano Tanzania, Kenya, Bangladesh, India, Vietnam, Filippine, Giappone, Cina orientale, Indonesia, Malesia e parti del nord Australia.
Questa panoramica delle condizioni di precipitazione del 2024 evidenzia la crescente variabilità climatica, con estremi sia in termini di siccità sia di precipitazioni eccessive, influenzando significativamente gli ecosistemi, l’economia e la vita delle persone nelle regioni colpite.

Analisi delle Anomalie delle Precipitazioni Terrestri nel 2024
La mappa presentata illustra le anomalie delle precipitazioni terrestri per l’anno 2024, facendo riferimento al periodo base del 1961-1990. Questa visualizzazione è stata generata utilizzando i dati del Global Historical Climatology Network (GHCN) versione 4 e si avvale della proiezione cartografica di Robinson, che permette una rappresentazione più bilanciata delle aree geografiche del mondo.
Interpretazione dei Colori e delle Anomalie di Precipitazione:
- I punti colorati sulla mappa indicano variazioni specifiche nelle precipitazioni rispetto al periodo di riferimento.
- I punti blu scuro rappresentano le aree con un’anomalia positiva maggiore di 150 millimetri, indicando condizioni significativamente più umide del normale.
- I punti blu chiaro mostrano anomalie positive minori, tra 50 e 150 millimetri.
- I punti grigi indicano dati mancanti o insufficienti per una valutazione accurata.
- I punti arancioni e marroni rappresentano anomalie negative, con i toni più scuri che indicano una riduzione delle precipitazioni superiore a 150 millimetri, suggerendo condizioni notevolmente più secche rispetto alla media.
Impatti Geografici delle Anomalie di Precipitazione:
- Le aree con maggiore aumento delle precipitazioni (punti blu scuro), come si può notare in alcune parti dell’Asia centrale e del nord America, possono aver sperimentato condizioni di umidità che favoriscono la crescita vegetativa ma che possono anche aumentare il rischio di alluvioni e inondazioni.
- Regioni con marcata riduzione delle precipitazioni (punti marroni), visibili in vasti tratti del Sud America e dell’Africa, indicano probabili condizioni di siccità estrema. Questo può avere gravi ripercussioni sull’agricoltura, sulla disponibilità di acqua potabile e sulla gestione delle risorse idriche, aggravando le condizioni di vita e economiche nelle aree colpite.
Considerazioni Globali:
- La mappa sottolinea la variabilità climatica e le sue manifestazioni in termini di precipitazioni, che possono variare significativamente da una regione all’altra. Le anomalie indicate forniscono dati cruciali per i responsabili delle politiche, i pianificatori urbani e i gestori delle risorse naturali per adeguare le strategie di gestione dell’acqua e di mitigazione dei rischi in risposta a potenziali estremi climatici.
- La combinazione di temperature estreme e anomalie significative nelle precipitazioni può portare a condizioni meteorologiche severe, accentuando la necessità di sistemi di allerta precoce e di interventi di adattamento al cambiamento climatico.
In sintesi, la mappa delle anomalie delle precipitazioni del 2024 offre un’istantanea essenziale della distribuzione irregolare delle piogge durante l’anno, sottolineando l’importanza di monitorare continuamente queste variazioni per comprendere meglio i pattern climatici globali e per sviluppare risposte efficaci ai cambiamenti ambientali in corso.

Analisi della Percentuale delle Precipitazioni Normali Terrestri per il Gennaio-Dicembre 2024
La mappa rappresentata visualizza le percentuali delle precipitazioni normali sulla terraferma per l’anno 2024, confrontate con il periodo base del 1961-1990. Questa analisi è stata realizzata utilizzando dati del Global Historical Climatology Network (GHCN) versione 4 e viene proiettata mediante la mappa di Robinson, facilitando una visualizzazione equilibrata della distribuzione globale delle precipitazioni.
Interpretazione dei Colori e Delle Percentuali di Precipitazione:
- Le percentuali sono indicate attraverso un gradiente di colori che va dal marrone al blu chiaro, ciascuno rappresentante una variazione significativa rispetto alla norma stabilita.
- Colori che vanno dal beige al marrone scuro indicano percentuali di precipitazione notevolmente inferiori alla media, con valori dal 0 al 25%, indicando condizioni di estrema siccità.
- I toni del verde chiaro rappresentano precipitazioni vicine alla norma, intorno al 100%, che suggeriscono una quantità di pioggia attesa e tipica per quella regione durante l’anno.
- Le tonalità di azzurro e blu denotano precipitazioni che superano la norma, con percentuali superiori al 125% e fino a oltre 200%, segnalando condizioni eccezionalmente umide con potenziali inondazioni e alluvioni.
Impatti Geografici Evidenziati:
- Zone di siccità estrema (aree marroni) sono evidenziate in diversi continenti, inclusi vasti tratti del Sud America e alcune parti significative del Nord America e dell’Africa. Queste aree hanno ricevuto precipitazioni significativamente inferiori alla media, che possono portare a problemi agricoli, carenze idriche e incendi boschivi.
- Regioni con precipitazioni superiori alla norma (aree blu) come parti dell’Asia Centrale e del sud-est asiatico, mostrano un’abbondanza di piogge che può supportare le riserve idriche ma anche causare sfide significative come inondazioni e impatti sulla gestione del territorio.
Significato Globale Della Mappa: Questa mappa delle percentuali di precipitazioni normali del 2024 fornisce una chiave di lettura essenziale per comprendere l’impatto delle variazioni climatiche sul ciclo dell’acqua e sulla gestione delle risorse naturali. I dati evidenziati sottolineano la crescente importanza di strategie di adattamento e mitigazione efficaci per affrontare gli estremi idrologici che stanno diventando sempre più frequenti e intensi a causa del cambiamento climatico.
In conclusione, la rappresentazione visiva delle anomalie di precipitazione offre un’indicazione cruciale delle aree che potrebbero richiedere interventi urgenti per la gestione delle risorse idriche o per la preparazione a eventi meteorologici estremi, sottolineando l’importanza di monitorare e adattarsi ai cambiamenti ambientali in corso.
Dati sulle Precipitazioni per Area nel 2024
Nord America:
Una serie di eventi di fiumi atmosferici ha portato piogge intense e nevicate in parti della California a febbraio, causando inondazioni significative, venti potenti, frane e interruzioni di corrente. L’uragano Beryl è diventato il primo uragano di Categoria 4 osservato nell’Oceano Atlantico nel mese di giugno. Ha colpito Carriacou, Grenada, causando danni estesi attraverso le Isole Sottovento prima di muoversi verso ovest e intensificarsi nel primo uragano di Categoria 5 più precoce registrato nell’Atlantico. L’uragano Helene ha toccato terra in Florida a fine settembre, portando con sé piogge estremamente intense che hanno causato distruzioni diffuse, specialmente nelle regioni meridionali degli Appalachi. È stato l’uragano atlantico più mortale dal 2017 e il più letale negli Stati Uniti continentali dal 2005, con 219 vittime e danni stimati in 78,7 miliardi di dollari. L’uragano Milton, arrivando come uno dei più forti uragani nella storia dell’Atlantico, ha colpito come un importante uragano la costa ovest della Florida in ottobre. Nonostante si sia indebolito a un uragano di Categoria 3 prima di toccare terra, ha causato danni catastrofici in Florida a causa di forti venti, piogge intense e significativa mareggiata. A ottobre, una potente tempesta ha interessato il sud-ovest degli USA, provocando inondazioni lampo con oltre 300 persone salvate dalle acque e almeno due morti segnalate.
Sud America:
In Brasile, intense piogge a marzo hanno causato inondazioni e frane, con oltre due dozzine di morti segnalate. Questo evento è stato seguito da piogge torrenziali nel sud del Brasile a fine aprile e inizio maggio, che hanno portato a inondazioni catastrofiche nel Rio Grande do Sul con oltre 160 morti segnalati. I fiumi nel bacino amazzonico hanno raggiunto livelli minimi record in ottobre mentre una siccità estesa affliggeva vasti territori del continente. Mesi di piogge scarse hanno amplificato gli incendi, prosciugato i raccolti, interrotto le reti di trasporto e ostacolato la produzione di energia idroelettrica in aree che includevano parti di Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela. A La Paz, in Bolivia, intense piogge dopo una prolungata e grave siccità hanno causato frane e inondazioni con danni estesi a novembre.
Europa:
Piogge intense dalla tempesta Monica a marzo hanno provocato gravi inondazioni nel sud-est della Francia con un’occorrenza diffusa di precipitazioni mensili che superavano il 400% della norma. Un diluvio storico di pioggia nel sud della Spagna a fine ottobre ha causato distruzioni catastrofiche e più di 200 morti nell’area di Valencia. La tempesta Bert ha portato più di 6 pollici (152 mm) di pioggia in tre giorni in parti del sud del Galles e del sud-ovest dell’Inghilterra a novembre. Gravi inondazioni hanno costretto evacuazioni e allagato centinaia di proprietà con almeno cinque morti direttamente collegati alla tempesta.
Dati sulle Precipitazioni in Africa, Asia e Oceania nel 2024
Africa:
Nel 2024, piogge insolitamente intense in Kenya e Tanzania ad aprile hanno causato lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone e segnalato centinaia di decessi. In Etiopia, forti piogge a luglio hanno provocato frane mortali, con un bilancio di oltre 200 vittime. In Sudafrica, le abbondanti piogge di giugno hanno causato l’esondazione dei fiumi, risultando in almeno 12 fatalità. Nell’Africa Centrale, piogge torrenziali nei mesi di luglio e agosto hanno scatenato inondazioni che hanno colpito più di 2 milioni di persone, con centinaia di morti e uno spostamento di massa. Altre regioni hanno visto temperature record e vicine al record combinate con una scarsa precipitazione, portando circa un terzo del continente a condizioni di siccità verso la fine dell’anno.
Asia:
Ad aprile, estreme tempeste di pioggia hanno depositato l’equivalente di uno o due anni di pioggia in un periodo di 24 ore, causando disagi maggiori e oltre 20 morti negli Emirati Arabi Uniti e Oman, colpendo severamente anche i paesi vicini. Il Ciclone Remal, facendo landfall vicino al confine Bangladesh-India a fine maggio, ha portato gravi inondazioni e frane, con ingenti danni alle infrastrutture e ai raccolti e più di 50 decessi segnalati. In Afghanistan, intense piogge hanno scatenato inondazioni lampo, con più di 300 decessi riportati e migliaia di abitazioni distrutte a maggio. Forti piogge nel nord-est della Cina in agosto hanno prodotto inondazioni che hanno causato oltre una dozzina di morti e danni estensivi alle infrastrutture. Forti piogge legate alla Tempesta Tropicale Trami in ottobre hanno provocato inondazioni e frane nelle Filippine, causando evacuazioni di massa e oltre 125 morti. Il Tifone Yagi, raggiungendo la potenza di un uragano di Categoria 4, è stato uno dei tifoni più forti a colpire il nord del Vietnam e il sud della Cina, risultando in danni estesi e centinaia di vittime.
Oceania:
Il Ciclone Tropicale Megan ha toccato terra nel Territorio del Nord, Australia, a marzo, causando significativi danni ai porti e inondazioni importanti. La precipitazione media su scala nazionale in Australia è stata del 28% superiore alla media del periodo 1961–1990, rendendo il 2024 l’ottavo anno più umido da quando sono iniziati i record nazionali nel 1900.
Dati su Neve e Ghiaccio, Copertura di Neve ed Estensione del Ghiaccio Marino nel 2024
Neve e Ghiaccio: I dati sulla copertura nevosa sono forniti dal Rutgers University Global Snow Laboratory, con un periodo di osservazione che copre dal 1967 al 2024, totalizzando 58 anni. Per quanto riguarda l’estensione del ghiaccio marino, le misurazioni sono state eseguite utilizzando strumenti a microonde passivi sui satelliti della NOAA, con dati forniti dal National Snow and Ice Data Center (NSIDC). Il periodo di riferimento per questi dati si estende dal 1979 al 2024, per un totale di 46 anni.
Copertura di Neve: Nel 2024, l’estensione media della copertura nevosa nell’emisfero settentrionale è stata di 9.2 milioni di miglia quadrate, cifra che si attesta leggermente sotto la media storica. L’estensione della neve ha mostrato una variazione mensile, partendo da 18.1 milioni di miglia quadrate a gennaio e riducendosi a poco meno di 1.0 milione di miglia quadrate ad agosto, entrambi valori al di sotto della norma.
Estensione del Ghiaccio Marino: Nell’Artico, l’estensione media del ghiaccio marino nel 2024 è stata di 4.03 milioni di miglia quadrate, posizionandosi come la settima più bassa mai registrata. L’estensione massima raggiunta a marzo è stata di 5.74 milioni di miglia quadrate, la quindicesima più bassa, mentre l’estensione minima a settembre è stata di 1.69 milioni di miglia quadrate, la sesta più bassa. Il valore minimo per l’anno è stato raggiunto a metà settembre, risultando essere il settimo più basso nella storia.
Nell’Antartico, l’estensione media del ghiaccio marino nel 2024 è stata di 4.00 milioni di miglia quadrate, la seconda più bassa mai registrata. Il picco massimo di settembre è stato di 6.59 milioni di miglia quadrate, anch’esso il secondo più basso, e l’estensione minima di febbraio è stata di 830,000 miglia quadrate, anche questa tra le più basse mai registrate. Secondo il NSIDC, il ghiaccio marino antartico ha raggiunto il suo estremo minimo annuale di 1.99 milioni di chilometri quadrati (768,000 miglia quadrate) il 20 febbraio 2024, valore che eguaglia il record del 2022 come il secondo più basso mai registrato, superato solo dal 2023. Questo segna il terzo minimo annuale consecutivo sotto i 2 milioni di chilometri quadrati.
Analisi Dettagliata del Contenuto Termico Oceanico (OHC) nel 2024
Il Contenuto Termico Oceanico (OHC) rappresenta un indicatore cruciale per la comprensione del clima globale, poiché gli oceani assorbono oltre il 90% del calore in eccesso nel sistema terrestre. L’espansione termica degli oceani a causa di questo calore aggiuntivo è una delle principali cause dell’innalzamento del livello del mare. La variazione dell’OHC si determina analizzando la differenza tra le temperature osservate e la media storica a lungo termine.
Dati del Contenuto Termico Oceanico nel 2024 (in 1022 joules):
- Atlantico:
- 0-700 metri: 9.232 joules, segnando la posizione più alta mai registrata sia nell’Emisfero Nord (5.355 joules) che nell’Emisfero Sud (3.877 joules). Questo dato indica che il 2024 ha visto il massimo livello di OHC per l’Atlantico dal 1955.
- Oceano Indiano:
- 0-700 metri: 5.072 joules, con il valore più alto mai registrato globalmente. Specificatamente, il quinto posto nell’Emisfero Nord (0.729 joules) e il primo posto nell’Emisfero Sud (4.343 joules), riflettendo una distribuzione di calore marcatamente diversa tra i due emisferi.
- Pacifico:
- 0-700 metri: 7.166 joules, classificandosi come il terzo più alto globalmente. L’Emisfero Nord ha raggiunto il valore più alto mai registrato (4.091 joules), mentre l’Emisfero Sud ha visto l’ottavo più alto (3.075 joules).
- Globale:
- 0-700 metri: 21.469 joules, stabilendo un nuovo record mondiale. L’OHC degli emisferi nord (10.174 joules) e sud (11.295 joules) ha mostrato incrementi significativi, raggiungendo rispettivamente il primo e il secondo valore più alto mai registrato.
Contesto e Implicazioni:
Il contenuto termico globale degli oceani per i primi 700 metri ha superato i precedenti record nel 2024, evidenziando una tendenza continua verso un aumento del riscaldamento oceanico. I cinque livelli più alti di OHC a 2000 metri si sono verificati negli ultimi cinque anni, mentre i cinque livelli più alti a 700 metri sono stati tutti registrati dal 2019. L’OHC elevato nelle regioni dell’Atlantico e dell’Oceano Indiano riflette le temperature più alte mai misurate nei primi 700 metri dagli anni ’50, mentre il Pacifico ha registrato il suo terzo valore più alto.
Queste osservazioni sottolineano l’importanza di monitorare continuamente le temperature oceaniche per la loro influenza diretta sul clima globale, sugli ecosistemi marini e sui modelli meteorologici. L’aumento del contenuto termico degli oceani è un indicatore chiave delle tendenze del riscaldamento globale e delle sue vaste conseguenze ambientali, compreso l’innalzamento del livello del mare e l’aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi.

Analisi Dettagliata del Contenuto Termico Oceanico Globale del 2024 tra 0-700 Metri
La mappa presentata illustra il Contenuto Termico Oceanico (OHC) tra i 0 e i 700 metri di profondità per l’anno 2024, mostrando le variazioni del calore accumulato negli oceani a livello globale. I dati sono espressi in unità di 105 J/m3 e derivano dalle misurazioni effettuate dai strumenti a microonde passivi a bordo dei satelliti della NOAA.
Interpretazione dei Colori e dei Contorni:
- Scala di colori: La scala che varia dal blu al rosso rappresenta le anomalie del contenuto termico rispetto alla media storica, con il blu che indica valori inferiori alla media e il rosso valori superiori.
- Contorni e numeri: I contorni delineano zone con specifiche anomalie di calore, con intervalli di 10.0 [105 J/m3], facilitando l’identificazione delle regioni con significative deviazioni dal normale accumulo di calore.
Analisi Regionale:
- Regioni Artiche e Boreal:
- Visibili aree di incremento termico marcato nell’Atlantico nord-orientale e nelle zone adiacenti al mare di Barents e all’Oceano Artico, dove le anomalie positive raggiungono i massimi della mappa.
- Questi aumenti possono essere correlati a ridotte estensioni del ghiaccio marino, che diminuiscono l’albedo e permettono una maggiore assorbimento di calore solare.
- Pacifico e Oceano Indiano:
- Il Pacifico mostra anomalie positive significative lungo la costa occidentale nordamericana e nel sud-est asiatico, indicando potenzialmente fenomeni come El Niño che tendono a riscaldare queste acque.
- L’Oceano Indiano evidenzia un aumento del contenuto termico soprattutto nella parte occidentale, che potrebbe influenzare i modelli di precipitazione e cicloni nella regione.
- Atlantico e acque Equatoriali:
- L’Atlantico mostra aumenti notevoli nel settore nord e declini nel settore sud, suggerendo dinamiche complesse che potrebbero impattare su correnti come la Gulf Stream e la Circulazione Meridionale Atlantica.
- Le acque equatoriali presentano variazioni moderate, che necessitano di ulteriori indagini per comprendere pienamente le loro implicazioni sul clima globale.
Implicazioni Globali:
- L’OHC è un indicatore critico delle modifiche nel sistema climatico terrestre, dato che influisce sulla temperatura globale, sui modelli meteorologici e sul livello del mare.
- Un aumento sostenuto dell’OHC, come mostrato in diverse regioni della mappa, sottolinea la continua immissione di calore nell’atmosfera terrestre, con conseguenti effetti sul clima globale, inclusi eventi meteorologici estremi e cambiamenti negli ecosistemi marini.
Questa mappa non solo fornisce una rappresentazione visuale delle variazioni di calore negli oceani, ma serve anche come un potente strumento per i ricercatori e i decisori per valutare e rispondere ai cambiamenti climatici in corso.

Analisi del Grafico del Contenuto Termico Globale degli Oceani da 0 a 700 Metri (1960-2024)
Il grafico illustra l’evoluzione del Contenuto Termico Globale degli Oceani tra i 0 e i 700 metri di profondità dal 1960 al 2024, misurato in 1022 Joules. Questo indicatore è fondamentale per comprendere come l’energia termica sia distribuita negli oceani e le sue implicazioni per il clima globale.
Descrizione dei Dati Mostrati:
- Linea rossa: Rappresenta la media annuale del contenuto termico degli oceani fino al 2024. Questa linea mostra una chiara tendenza al rialzo, indicando un aumento continuo della quantità di calore assorbito dagli oceani.
- Linea blu: Mostra la media mobile triennale, che aiuta a lisciare le fluttuazioni a breve termine e a evidenziare meglio le tendenze a lungo termine.
- Linea nera: Indica la media mobile quinquennale del contenuto termico, che fornisce una visione ancora più stabile delle tendenze, attenuando ulteriormente gli effetti delle variazioni annuali.
Tendenze e Implicazioni:
- Dal 1960 al 2024, il grafico mostra un aumento sostanziale e costante del contenuto termico oceanico. Questo aumento è particolarmente marcato a partire dagli anni ’80, periodo in cui si intensifica significativamente.
- L’incremento del contenuto termico degli oceani è un indicatore diretto dell’accumulo di calore nel sistema climatico terrestre, principalmente a causa dell’aumento dei gas serra. Poiché l’acqua ha una capacità termica molto più alta dell’aria, gli oceani giocano un ruolo cruciale nell’assorbire la maggior parte del calore aggiuntivo derivante dal riscaldamento globale.
- L’aumento del contenuto termico contribuisce non solo all’innalzamento del livello del mare per via dell’espansione termica dell’acqua ma influisce anche sulla circolazione oceanica, sugli eventi meteorologici estremi e sugli ecosistemi marini. Queste variazioni possono avere effetti cascata su clima, biodiversità e economie globali.
Conclusioni: Il continuo rialzo del contenuto termico degli oceani evidenziato nel grafico è una chiara testimonianza dell’impatto del cambiamento climatico sul nostro pianeta. Gli scienziati utilizzano questi dati per modellare previsioni climatiche più accurate e per valutare le strategie necessarie a mitigare gli effetti del riscaldamento globale. La traiettoria mostrata nel grafico sottolinea l’urgente necessità di politiche efficaci per la riduzione delle emissioni di gas serra e per la gestione sostenibile delle risorse marine.
https://www.ncei.noaa.gov/access/monitoring/monthly-report/global/202413