Il rapporto di Berkeley Earth relativo alle temperature di gennaio 2025 presenta risultati straordinariamente significativi, evidenziando un riscaldamento globale che continua a superare i record precedenti. Secondo l’analisi, gennaio 2025 è stato il gennaio più caldo mai registrato dal 1850 a oggi, con un’anomalia di +1,64 ± 0,11 °C rispetto alla media del periodo 1850-1900, superando di 0,09 °C il primato stabilito nel gennaio 2024. Questo valore rappresenta il diciannovesimo mese consecutivo in cui le temperature globali risultano almeno 1,5 °C al di sopra della media preindustriale (1850-1900), sottolineando l’urgenza di raggiungere riduzioni significative nelle emissioni di gas serra per rispettare l’obiettivo di limitare l’aumento delle temperature sotto la soglia di 1,5 °C stabilita dall’Accordo di Parigi.

Sorprende in particolare il fatto che, nonostante la fase di transizione verso condizioni di La Niña nel Pacifico equatoriale (dichiarate ufficialmente dalla NOAA già da dicembre 2024), le temperature globali di gennaio 2025 siano rimaste eccezionalmente elevate. In passato, eventi di La Niña hanno generalmente contribuito a un raffreddamento delle temperature globali, ma l’analisi mostra che questo mese è addirittura stato più caldo di novembre e dicembre 2024, quando era ancora presente un residuo effetto di El Niño (terminato nella seconda metà del 2024). Sebbene sia stato registrato un indebolimento dei fenomeni tipicamente associati a El Niño, l’anomalia termica globale non è diminuita come previsto, evidenziando un potenziale cambiamento nella risposta climatica rispetto ai cicli ENSO (El Niño Southern Oscillation).

Considerando le temperature medie terrestri e quelle oceaniche, il rapporto rivela che la temperatura media sulla terraferma di gennaio 2025 è la più alta osservata da quando esistono registrazioni, con un’anomalia di +2,67 ± 0,15 °C rispetto alla media 1850-1900. La componente marina, invece, pur non essendo ai massimi assoluti, ha segnato la seconda anomalia più elevata mai registrata in un mese di gennaio (+1,08 ± 0,13 °C). Complessivamente, un’area pari al 6,1% della superficie terrestre ha sperimentato il suo gennaio più caldo di sempre, inclusi l’8,2% delle superfici oceaniche, mentre solo lo 0,01% delle aree globali ha fatto registrare la sua temperatura di gennaio più fredda della serie storica.

La distribuzione geografica di queste anomalie termiche ha mostrato notevoli incrementi rispetto alla media in Canada, Russia e Cina, mentre gran parte degli Stati Uniti continentali (CONUS) ha vissuto condizioni più fredde, posizionandosi al 55° gennaio più freddo (o 122° più caldo) su una serie che parte dal 1850. A livello di nazioni, ben 17 paesi hanno segnato un record di caldo medio mensile: Antigua e Barbuda, Argentina, Barbados, Bielorussia, Cina, Comore, Egitto, Grenada, Libia, Mozambico, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Seychelles, Somalia e Vanuatu. Nessun continente, però, ha registrato la sua media mensile più alta di sempre.

Ulteriori conferme dell’aumento tendenziale delle temperature derivano dall’analisi della media mobile su 12 mesi (febbraio 2024 – gennaio 2025), che si attesta ora a +1,57 ± 0,08 °C rispetto alla media 1850-1900. Molte aree del pianeta, tra cui Nord America, Europa, Asia, Nord Africa, Sud America, oltre a gran parte degli Oceani Pacifico, Atlantico, Artico e Australe, mostrano anomalie positive di rilievo. Alcune regioni hanno addirittura sperimentato i record termici più elevati mai registrati per il periodo di 12 mesi considerato (febbraio-gennaio).

Nonostante l’inaspettato picco di calore di gennaio, le proiezioni rimangono in evoluzione: la presenza di La Niña potrebbe gradualmente indurre un raffreddamento, specialmente nei mesi di febbraio e marzo. Tuttavia, i modelli climatici indicano un’alta incertezza circa la persistenza della La Niña nel corso del 2025. In particolare, gli scenari sul prossimo trimestre (febbraio-aprile) attribuiscono circa il 59% di probabilità a un proseguimento delle condizioni di La Niña, ma non è esclusa una transizione verso uno stato neutro o addirittura un ritorno verso un nuovo El Niño entro la fine dell’anno.

In termini di prospettive per il 2025, l’analisi statistica, inizialmente stimata a inizio anno, è stata rivista alla luce delle temperature di gennaio ben superiori alle attese. Al momento, si ritiene che vi sia il 30% di probabilità che il 2025 possa superare il 2024, diventando così l’anno più caldo mai registrato, un 40% di probabilità che si collochi al secondo posto e un 29% che finisca al terzo posto della serie storica. Rispetto alla previsione di inizio anno (che assegnava al 2025 solo il 6% di probabilità di battere il record), l’ultimo aggiornamento rappresenta un deciso cambiamento in conseguenza del caldissimo mese di gennaio. Resta però da verificare se tale record mensile resterà un caso isolato: la prima settimana di febbraio mostra già un leggero calo delle temperature in alcune analisi di rianalisi, e la persistenza di La Niña potrebbe accentuare un’ulteriore riduzione termica globale. In definitiva, il monitoraggio costante dei valori termici nei prossimi mesi sarà cruciale per comprendere se il mese di gennaio 2025 rappresenti un’anomalia momentanea o un segnale di una tendenza al surriscaldamento ancora più rapida di quanto precedentemente previsto.

Analisi delle Temperature Globali di Gennaio 2025: Un Record Storico
Pubblicato l’11 febbraio 2025 da Robert Rohde, Zeke Hausfather, Devin Rand

Il seguente documento fornisce un’analisi dettagliata delle condizioni climatiche globali, basata sui dati elaborati da Berkeley Earth per il mese di gennaio 2025. Tale mese si è distinto come il più caldo gennaio mai registrato dal principio delle osservazioni strumentali dirette, iniziate nel 1850.

Rottura dei Record Precedenti e Condizioni Anomale nonostante la Niña
Con un incremento di 0,09 °C rispetto al precedente record stabilito nel 2024, gennaio 2025 si è imposto come apice termico senza precedenti nella serie storica. Questo aumento ha visto la temperatura media delle superfici terrestri raggiungere il massimo mai osservato per il mese di gennaio, mentre la temperatura media degli oceani ha registrato il secondo valore più elevato.

È significativo notare che, nonostante la configurazione delle condizioni di La Niña da dicembre, le temperature globali hanno mantenuto un livello insolitamente elevato rispetto a precedenti eventi analoghi. La media mobile su dodici mesi si attesta ora a 1,57 ± 0,08 °C al di sopra della media del periodo 1850-1900, offrendo una prospettiva allarmante sulla persistente tendenza al riscaldamento.

Implicazioni a Lungo Termine e Probabilità di Nuovi Record
La probabilità stimata che il 2025 diventi l’anno più caldo mai registrato è attualmente del 30%. Tale scenario pone significative preoccupazioni in termini di politiche climatiche e gestione delle risorse ambientali.

Contesto Climatico Globale e Prospettive Future
Il mese di gennaio 2025 ha segnato il diciannovesimo mese consecutivo in cui la temperatura media globale ha superato di almeno 1,5 °C quella del periodo di riferimento 1850-1900, una sequenza ininterrotta che evidenzia l’aggravarsi della crisi climatica. In conformità agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, il mantenimento del riscaldamento al di sotto di 1,5 °C si riferisce alla media ventennale centrata sull’anno corrente. Sebbene la determinazione del superamento di questa soglia non possa avvenire in tempo reale, ricerche recenti indicano che ci stiamo avvicinando a questo limite critico più rapidamente del previsto, a meno di non implementare drastiche riduzioni delle emissioni di gas serra.

Sorprendentemente, la temperatura media globale di gennaio 2025 ha superato quella dei mesi di novembre e dicembre 2024, nonostante l’instaurarsi di un evento La Niña a dicembre. Ciò sottolinea la complessità dei modelli climatici e l’interazione tra variabili oceaniche e atmosferiche che possono deviare da previsioni tradizionali.

Conclusioni e Considerazioni sul Proseguimento dell’Anno
Con la prosecuzione delle condizioni di La Niña, è previsto un abbassamento delle temperature nel mese di febbraio. Tuttavia, il quadro a lungo termine rimane preoccupante, poiché il sistema climatico globale continua a manifestare segnali di instabilità e cambiamenti significativi rispetto alle medie storiche. Questo panorama richiede un monitoraggio costante e potrebbe necessitare di interventi correttivi urgenti per mitigare gli impatti del riscaldamento globale.

Il grafico visualizzato rappresenta l’evoluzione delle anomalie termiche globali per il mese di gennaio a partire dal 1850 fino al 2025, secondo i dati processati e analizzati da Berkeley Earth. Si propone una disamina approfondita delle variazioni di temperatura rispetto alla media storica del periodo 1850-1900, focalizzando l’attenzione sul mese di gennaio di ciascun anno considerato.

1. Asse delle Ordinate (Verticale): Questo asse quantifica l’anomalia della temperatura espressa in gradi Celsius (°C). L’anomalia termica viene definita come la deviazione della temperatura media di gennaio rispetto al valore medio del periodo di riferimento 1850-1900. Valori positivi su questo asse indicano una temperatura media superiore alla norma storica, mentre valori negativi riflettono una temperatura inferiore alla media.

2. Asse delle Ascisse (Orizzontale): L’asse orizzontale delinea la sequenza temporale dal 1850 al 2025, concentrandosi esclusivamente sui dati relativi al mese di gennaio di ogni anno. Questo intervallo temporale permette di osservare le tendenze di lungo periodo nell’evoluzione delle temperature globali.

3. Linea Blu (Dati Mensili): La linea blu traccia le anomalie termiche specifiche per ogni gennaio degli anni rappresentati. Le barre verticali che si estendono da ogni punto della linea indicano l’intervallo di incertezza associato a ciascuna misurazione, offrendo una visione della variabilità e dell’affidabilità dei dati annuali.

4. Linea Rossa (Tendenza): Una curva di tendenza, probabilmente derivata attraverso tecniche di lisciamento statistico come la media mobile o il filtraggio esponenziale, illustra la progressione generale delle temperature di gennaio nel corso del tempo. Questa linea rossa evidenzia un incremento sostenuto delle temperature medie di gennaio, sottolineando un trend di riscaldamento globale evidente e preoccupante.

5. Osservazioni Chiave: L’ultima osservazione sul grafico, corrispondente a gennaio 2025, mostra l’anomalia più estrema mai registrata, oltrepassando 1,5 °C rispetto alla media del periodo 1850-1900. Questo valore eccezionale conferma che gennaio 2025 è stato il mese di gennaio più caldo da quando sono iniziate le misurazioni strumentali.

Questo grafico non solo funge da chiara illustrazione del riscaldamento globale in corso, ma fornisce anche una base visiva essenziale per discutere l’urgenza di strategie di mitigazione volte a contravvenire agli impatti progressivamente deleteri del cambiamento climatico.

Il grafico in esame illustra la progressione delle anomalie della temperatura media globale su base mensile, a partire dalle prime registrazioni strumentali fino all’anno corrente, il 2025. Le anomalie sono calcolate in relazione alla media del periodo di riferimento 1850-1900. Ciascuna serie di dati è colorata distintamente per rappresentare diversi intervalli temporali o anni specifici, permettendo un’analisi comparativa delle tendenze a lungo termine nel riscaldamento globale.

1. Asse Y (Verticale): Questo asse misura l’anomalia della temperatura media globale in gradi Celsius (°C). Valori positivi indicano temperature superiori alla media del periodo 1850-1900, mentre valori negativi riflettono temperature inferiori a tale media.

2. Asse X (Orizzontale): L’asse orizzontale è suddiviso nei mesi dell’anno, da gennaio a dicembre, facilitando l’osservazione delle variazioni stagionali e mensili delle temperature.

**3. Serie Colorate: Ogni colore corrisponde a un intervallo di anni o a un anno specifico, delineando l’evoluzione termica nel tempo:

  • Toni del blu: Dalle tonalità più scure alle più chiare, questi colori rappresentano le serie storiche dal 1850 al 1950. Le temperature di questi periodi tendono a essere più vicine alla media del periodo base, evidenziando minori anomalie.
  • Verde e giallo: Questi colori sono utilizzati per i periodi dal 1951 al 2022, mostrando un graduale incremento delle anomalie termiche.
  • Arancione e rosso: Queste tonalità indicano gli anni più recenti, dal 2023 al 2025, con l’arancione e il rosso che denotano le anomalie più estreme rispetto alla media storica.**

**4. Linee Temporali Specifiche:

  • **Le linee che rappresentano gli anni recenti (2023, 2024, 2025) mostrano un evidente aumento delle anomalie termiche, particolarmente nei mesi estivi, rispetto ai periodi precedenti.
  • Le linee relative ai periodi più remoti sono generalmente più vicine allo zero, indicando che le temperature di quegli anni erano più allineate alla media del periodo 1850-1900.

5. Punto Nero: Situato all’inizio della linea di gennaio, questo punto nero potrebbe segnalare un valore estremamente rilevante per quel particolare mese e anno, come un record di temperatura.

Questo grafico fornisce un’illustrazione dettagliata e visivamente impattante dell’incremento delle temperature globali, analizzato mese per mese. È evidente come il riscaldamento globale si sia accentuato significativamente negli anni più recenti rispetto ai decenni precedenti, sottolineando l’urgenza di adottare misure di mitigazione per contrastare gli effetti devastanti del cambiamento climatico.

Il grafico che si osserva illustra l’andamento delle anomalie della temperatura media globale, su base mensile, dal 1980 al 2025, utilizzando i dati forniti da Berkeley Earth. Queste anomalie sono calcolate rispetto alla media del periodo di riferimento 1850-1900, offrendo una prospettiva comparativa sulla variazione climatica negli ultimi 45 anni.

1. Asse Y (Verticale): L’asse verticale del grafico misura l’anomalia della temperatura in gradi Celsius (°C). I valori positivi indicati sull’asse rappresentano temperature che superano la media storica del periodo 1850-1900, mentre eventuali valori negativi, non visibili in questo grafico specifico, indicherebbero temperature al di sotto di tale media.

2. Asse X (Orizzontale): Questo asse temporale mostra gli anni dal 1980 al 2025, permettendo di tracciare l’evoluzione delle temperature globali su un arco di quasi mezzo secolo. La disposizione temporale facilita l’identificazione di tendenze di lungo periodo e variazioni stagionali o annuali delle temperature globali.

3. Linea Blu (Dati Mensili): I punti rappresentati dalla linea blu indicano le anomalie termiche per ogni mese nel periodo considerato. Questa serie di dati mensili è collegata in una linea continua che mostra le fluttuazioni delle temperature globali, offrendo una visualizzazione diretta delle variazioni climatiche mese per mese.

4. Barre di Errore: Le barre verticali blu che si estendono da ogni punto sulla linea indicano l’incertezza o la variabilità delle misure termiche. Queste barre di errore sono fondamentali per comprendere il grado di confidenza associato a ciascuna misurazione, riflettendo le possibili variazioni nei dati raccolti.

5. Linea Rossa (Tendenza): Una curva di tendenza rossa attraversa il grafico, evidenziando un aumento graduale e consistente delle temperature nel periodo analizzato. Questa tendenza è presumibilmente calcolata attraverso tecniche di lisciamento statistico, come la regressione lineare, che sintetizzano la direzione generale delle variazioni termiche rispetto al tempo.

6. Osservazioni Generali: Il trend crescente evidenziato dalla linea di tendenza dimostra chiaramente che il pianeta ha subito un significativo aumento delle temperature medie, con picchi sempre più elevati nel corso degli anni recenti. La visualizzazione offre una prova inconfutabile dell’accelerazione del riscaldamento globale, sottolineando la crescente urgenza di interventi per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

In sintesi, questo grafico fornisce non solo una rappresentazione visiva dell’aumento delle temperature globali, ma funge anche da campanello di allarme per la crescente necessità di politiche efficaci che indirizzino e contrastino le tendenze al riscaldamento osservate.

Analisi Delle Variazioni Spaziali Delle Temperature di Gennaio 2025

Il mese di gennaio del 2025 ha evidenziato una distribuzione disomogenea delle anomalie termiche a livello globale, con particolari incrementi di temperatura osservati in Canada, Russia e Cina. Al contrario, la maggior parte della regione continentale degli Stati Uniti (CONUS) ha registrato condizioni climatiche più fredde rispetto alla norma.

Dal punto di vista quantitativo, il 6,1% della superficie terrestre ha sperimentato i valori medi di gennaio più caldi mai registrati localmente, includendo l’8,2% delle superfici oceaniche. Significativamente, il 52% della superficie del pianeta ha manifestato temperature superiori alla media locale calcolata per il periodo 1951-1980. In netto contrasto, solo lo 0,01% della superficie globale ha rilevato le temperature più fredde per il mese di gennaio nella propria storia climatica locale.

A seguito della dichiarazione ufficiale di un evento La Niña nell’equatore pacifico da parte della NOAA nel dicembre del 2024, con previsioni che indicano una persistenza del fenomeno da febbraio ad aprile con una probabilità del 59%, ci si aspettava un abbassamento delle temperature globali. Tuttavia, nonostante le previsioni, il riscaldamento registrato è stato insolitamente elevato rispetto agli eventi La Niña passati. Tale condizione ha determinato anomalie termiche considerevoli, nonostante le aspettative di un raffreddamento. Durante questo periodo, diciassette nazioni hanno segnalato una media nazionale delle temperature di gennaio mai così alta nella loro storia meteorologica, tra queste Antigua e Barbuda, Argentina, Barbados, Bielorussia, Cina, Comore, Egitto, Grenada, Libia, Mozambico, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e le Grenadine, Seychelles, Somalia e Vanuatu. Sorprendentemente, nessun continente ha registrato un calore record complessivo, mentre il CONUS ha vissuto il suo 55° gennaio più freddo, o il 122° più caldo, da quando si hanno registrazioni a partire dal 1850.

Analizzando le regioni terrestri, il 2025 ha segnato il gennaio più caldo dal 1850. La media delle temperature su terra è stata di 2,67 ± 0,15 °C (4,83 ± 0,26 °F) al di sopra della media del periodo 1850-1900. Per quanto riguarda le medie oceaniche, gennaio 2025 si è classificato come il secondo gennaio più caldo, subito dopo gennaio 2024, con una temperatura media degli oceani di 1,08 ± 0,13 °C (1,94 ± 0,23 °F) superiore alla media del periodo 1850-1900. Esaminando la media degli ultimi dodici mesi, da febbraio 2024 a gennaio 2025, si sono registrate temperature anomale calde in Nord America, Europa, Asia, Nord Africa, Sud America e negli oceani Pacifico, Atlantico, Artico e Antartico. Inoltre, sono stati osservati record di medie di dodici mesi in varie regioni come l’Amazzonia sudamericana, il Messico, il Canada, il Congo in Africa, l’Europa, la Russia, la Cina e negli oceani Atlantico, Pacifico, Indiano e Antartico. Non si sono evidenziate significative anomalie di raffreddamento in nessuna regione durante questo periodo.

La mappa presentata riflette le anomalie della temperatura globale per il mese di gennaio 2025, relative alla media climatologica del periodo 1951-1980, secondo le analisi condotte da Berkeley Earth. Questa rappresentazione cartografica fornisce un’analisi visiva delle deviazioni termiche rispetto alle medie storiche, evidenziando come differenti aree geografiche abbiano sperimentato variazioni di temperatura significative durante questo periodo.

1. Scala dei Colori: La legenda situata nella parte inferiore della mappa mostra una scala cromatica che varia da tonalità fredde a calde, rappresentando le anomalie termiche in gradi Celsius (°C). Le tonalità blu indicano temperature inferiori alla media del periodo di riferimento, suggerendo condizioni più fredde del normale. Al contrario, le tonalità che spaziano dall’arancione al rosso segnalano temperature superiori alla norma, indicando un riscaldamento significativo rispetto alla media storica, con estremi che raggiungono e superano i 10°C di anomalia.

**2. Distribuzione delle Anomalie:

  • Zone Bluastre: Queste aree, visibili in varie parti della mappa, indicano temperature al di sotto della media storica, con particolare evidenza in alcune regioni dell’Atlantico e del Nord America. Queste anomalie negative possono avere implicazioni sulle dinamiche climatiche locali, inclusa la possibile alterazione dei pattern precipitativi e delle correnti oceaniche.
  • Zone Arancioni e Rosse: Le estese regioni raffigurate in queste tonalità calde mostrano un incremento termico notevole, particolarmente pronunciato in Russia, Canada e Australia. Le temperature notevolmente superiori alla media possono influenzare gli ecosistemi terrestri e marini, la fusione dei ghiacci e possono contribuire all’intensificazione di eventi meteorologici estremi.

**3. Regioni di Interesse Specifico:

  • **Il Canada e la Russia sono caratterizzati da un rosso intenso, simbolizzando anomalie termiche estremamente elevate, che suggeriscono un gennaio eccezionalmente caldo. Queste condizioni possono essere collegate a cambiamenti a lungo termine nei pattern climatici di queste vaste aree.
  • Alcune parti degli oceani, come segmenti dell’Atlantico e del Pacifico, mostrano variazioni da negative a lievemente positive, riflettendo una temperatura più vicina alla norma o leggermente inferiore, influenzando potenzialmente la biodiversità marina e i cicli biogeochimici.

4. Implicazioni Globali: Questa mappa non solo documenta le variazioni termiche per il mese di gennaio 2025, ma serve anche come strumento critico per comprendere l’impatto delle fluttuazioni di temperatura su scala mondiale. Le informazioni qui rappresentate sono fondamentali per la valutazione degli effetti del riscaldamento globale, includendo l’analisi di fenomeni quali l’alterazione degli habitat, l’aumento del livello del mare e le modifiche dei regimi delle precipitazioni.

In conclusione, la visualizzazione delle anomalie termiche di gennaio 2025 fornisce una chiara indicazione delle sfide imposte dal cambiamento climatico, evidenziando la necessità di monitoraggio continuo e di strategie di mitigazione per affrontare e adattarsi agli impatti climatici in evoluzione.

La mappa presentata rappresenta un’analisi dettagliata delle anomalie termiche globali per il mese di gennaio 2025, confrontate con l’intero archivio di dati disponibili a partire dal 1850, come elaborato da Berkeley Earth. Questa rappresentazione cartografica è stata specificatamente sviluppata per mettere in evidenza le regioni che hanno sperimentato temperature eccezionalmente elevate durante il mese in questione, relative al contesto storico lungo oltre un secolo e mezzo.

Dettagli della Scala Cromatica:

  • Rosso Intenso: Le aree colorate con il rosso più saturato indicano le regioni in cui gennaio 2025 è stato il mese di gennaio più caldo mai registrato dal 1850.
  • Gradazioni di Rosso: Le diverse tonalità di rosso, da quelle più intense a quelle più leggere, identificano le aree in cui gennaio 2025 si classifica rispettivamente come il secondo, terzo, quarto e quinto gennaio più caldo dall’inizio delle registrazioni.
  • Aree Non Colorate: Le regioni che non presentano colorazione sono quelle che non hanno registrato anomalie termiche estreme o che hanno mantenuto temperature vicine alla media storica per il mese di gennaio.

Osservazioni Salienti dalla Mappa:

  • Distribuzione Estesa delle Anomalie Calde: La mappa mostra estese aree di colore rosso intenso, evidenziando che gennaio 2025 ha registrato temperature eccezionalmente alte in ampie parti del Nord America, dell’Europa, dell’Asia e dell’Australia.
  • Zone con Anomalie Meno Severe: Alcune regioni esibiscono tonalità di rosso meno intense, indicando che, sebbene gennaio 2025 sia stato uno dei mesi più caldi, non ha raggiunto il record assoluto di temperatura per quel mese.
  • Regioni con Temperature Moderate o Normali: Le aree bianche dimostrano assenza di anomalie termiche significative, suggerendo che le temperature in queste zone sono state più moderate o allineate alla media storica.

Implicazioni Scientifiche e Climatologiche:

  • Questa visualizzazione fornisce una conferma visiva dell’impatto progressivo del riscaldamento globale, mostrando come diverse aree del pianeta continuino a sperimentare incrementi di temperatura che, in alcuni casi, raggiungono o superano i massimi storici.
  • L’analisi dettagliata delle variazioni termiche su scala globale rivela dinamiche climatiche complesse, che possono avere ripercussioni significative su fenomeni meteorologici estremi, biodiversità, cicli idrologici e produzione agricola.

In conclusione, la mappa è un potente strumento di visualizzazione che evidenzia non solo le tendenze attuali del riscaldamento globale ma anche le specifiche regioni che sono più vulnerabili agli shock termici, offrendo una base essenziale per strategie di mitigazione e adattamento climatico più informate e mirate.

Il grafico visualizzato rappresenta l’evoluzione delle anomalie della temperatura terrestre per il mese di gennaio dal 1860 al 2025, come registrato dai dati di Berkeley Earth. L’anomalia è calcolata facendo riferimento alla media climatica del periodo 1850-1900. Questa analisi è essenziale per comprendere le variazioni a lungo termine delle temperature di gennaio in relazione alle basi storiche, consentendo di evidenziare le tendenze del riscaldamento globale.

1. Asse Y (Verticale): Questo asse indica l’anomalia della temperatura in gradi Celsius (°C). I valori positivi sopra lo zero indicano che le temperature di gennaio sono state superiori alla media del periodo 1850-1900, mentre i valori negativi indicano temperature al di sotto di quella media.

2. Asse X (Orizzontale): L’asse orizzontale mostra gli anni, dal 1860 al 2025, offrendo una panoramica temporale che permette di osservare le fluttuazioni e le tendenze della temperatura terrestre durante il primo mese dell’anno su un arco di tempo esteso.

3. Linea Blu (Dati Mensili): Ciascun punto sulla linea blu rappresenta l’anomalia di temperatura per un singolo gennaio. Questa serie di punti è collegata per formare una linea continua, che visualizza l’andamento delle temperature nel tempo, evidenziando le variazioni annuali e decennali.

4. Linea Rossa (Tendenza): Una linea di tendenza rossa attraversa il grafico, mostrando una curva che è stata calcolata probabilmente mediante tecniche di smussamento statistico, come la media mobile o la regressione lineare. Questa curva evidenzia una tendenza di aumento graduale delle temperature di gennaio nel corso degli anni, sottolineando un chiaro trend di riscaldamento globale.

5. Barre di Errore: Le barre verticali associate a ciascun punto forniscono una stima dell’incertezza o della variabilità delle misurazioni. Queste barre sono cruciali per valutare la precisione e la affidabilità dei dati termici presentati, offrendo una comprensione più profonda della variabilità intrinseca nelle misure climatiche.

In sintesi, il grafico dimostra un trend crescente delle anomalie termiche di gennaio, con un incremento particolarmente notevole nelle ultime decadi. Questo andamento è indicativo delle sfide poste dal cambiamento climatico e sottolinea l’importanza di monitorare continuamente le variazioni climatiche per formulare strategie di mitigazione efficaci. La visualizzazione di questi dati non solo offre una prospettiva chiarificatrice sulla progressione del riscaldamento globale ma anche serve come strumento critico per la ricerca climatologica e le politiche ambientali.

Il grafico presentato rappresenta l’evoluzione delle anomalie di temperatura terrestre, misurate su base mensile dal 1980 al 2025, secondo i dati raccolti da Berkeley Earth. L’anomalia è calcolata in confronto alla media del periodo 1850-1900, offrendo una visione dettagliata delle variazioni climatiche nel corso degli ultimi decenni.

1. Asse Y (Verticale): Questo asse indica l’anomalia della temperatura in gradi Celsius (°C). I valori positivi indicano che le temperature registrate sono state superiori alla media del periodo 1850-1900, mentre i valori negativi mostrano temperature inferiori a tale media, segnalando variazioni significative rispetto alle condizioni climatiche storiche.

2. Asse X (Orizzontale): L’asse orizzontale delinea gli anni, estendendosi dal 1980 al 2025. Questa scala temporale è cruciale per analizzare le tendenze a lungo termine delle temperature terrestri, permettendo di identificare le fluttuazioni annuali e mensili nel contesto di un cambiamento climatico in atto.

3. Linea Blu (Dati Mensili): I punti rappresentati sulla linea blu indicano le anomalie termiche per ogni mese nel periodo considerato. Questa serie di dati è connessa per formare una linea continua, che facilita la visualizzazione delle variazioni termiche mese per mese. La continuità della linea consente di tracciare le tendenze stagionali e interannuali con maggiore chiarezza.

4. Linea Rossa (Tendenza): Una curva di tendenza, probabilmente calcolata attraverso metodi statistici come la media mobile o la regressione lineare, attraversa il grafico. Questa linea evidenzia una progressiva e marcata tendenza al riscaldamento nel corso degli anni, sottolineando un incremento costante delle temperature, che risalta come un segnale allarmante del riscaldamento globale.

5. Barre di Errore: Le barre verticali blu che si estendono da ogni punto sulla linea forniscono una stima dell’incertezza o della variabilità delle misurazioni termiche. Queste barre di errore sono fondamentali per comprendere la precisione dei dati e per valutare l’affidabilità delle tendenze osservate, confermando o mettendo in discussione la robustezza dei modelli climatici utilizzati.

In sintesi, il grafico non solo dimostra un chiaro trend di riscaldamento nel periodo analizzato, ma serve anche come strumento critico per la ricerca climatologica e le politiche ambientali. Le evidenze di un aumento consistente delle anomalie termiche richiamano urgentemente all’adozione di strategie di mitigazione e adattamento climatico per contrastare gli effetti deleteri del cambiamento climatico globale.

Il grafico presentato offre un’analisi dettagliata delle anomalie della temperatura degli oceani per il mese di gennaio, estendendosi dal 1860 al 2025. Queste anomalie sono calcolate rispetto alla media del periodo 1850-1900, fornendo un contesto storico per valutare le variazioni delle temperature oceaniche durante il primo mese dell’anno.

1. Asse Y (Verticale): Questo asse quantifica l’anomalia della temperatura in gradi Celsius (°C). I valori positivi sopra lo zero indicano temperature superiori alla media storica del periodo 1850-1900, denotando un aumento termico. Inversamente, i valori negativi riflettono temperature inferiori alla media, segnalando condizioni più fredde rispetto alla norma storica.

2. Asse X (Orizzontale): L’asse orizzontale è marcato dagli anni, dal 1860 al 2025, e si concentra esclusivamente sul mese di gennaio di ciascun anno. Questo intervallo temporale consente di tracciare le tendenze a lungo termine delle temperature oceaniche, evidenziando le fluttuazioni e i pattern climatici nel corso dei decenni.

3. Linea Blu (Dati Mensili): I dati visualizzati mediante la linea blu indicano le anomalie di temperatura per ogni gennaio nell’arco temporale considerato. Questa linea collega sequenzialmente le anomalie termiche di ogni anno, mostrando una visione continua delle variazioni termiche. La connessione dei punti fornisce una rappresentazione grafica della volatilità e delle tendenze delle temperature oceaniche.

4. Linea Rossa (Tendenza): Una curva di tendenza, probabilmente derivata attraverso tecniche di lisciamento statistico come la media mobile o la regressione lineare, attraversa il grafico per evidenziare l’incremento generale delle temperature. Questa linea rossa sottolinea un trend crescente delle temperature oceaniche, riflettendo un evidente riscaldamento degli oceani nel corso degli anni.

5. Barre di Errore: Le barre verticali blu che emergono da ogni punto di dati mensili rappresentano l’intervallo di incertezza associato a ciascuna misurazione. Queste barre sono essenziali per valutare la precisione delle temperature registrate e per comprendere la variabilità intrinseca nelle misurazioni annuali.

In conclusione, il grafico non solo dimostra un chiaro aumento delle anomalie di temperatura degli oceani a gennaio nel tempo ma serve anche come strumento critico per la ricerca climatologica, evidenziando le implicazioni del riscaldamento globale sui mari del mondo. Queste osservazioni sono cruciali per la comprensione dei cambiamenti climatici in corso e per la formulazione di strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.

Il grafico analizzato rappresenta le anomalie della temperatura oceanica per il mese di gennaio, estendendosi dal 1980 al 2025, secondo i dati forniti da Berkeley Earth. Le anomalie sono calcolate confrontando le temperature rispetto alla media storica del periodo 1850-1900, offrendo una visione dettagliata dell’evoluzione climatica degli oceani durante i mesi iniziali di ciascun anno.

1. Asse Y (Verticale): Quest’asse misura l’anomalia della temperatura in gradi Celsius (°C). I valori positivi indicano temperature superiori alla media del periodo 1850-1900, suggerendo un aumento termico rispetto alla norma storica. Non si osservano valori negativi in questo grafico, il che indica che non ci sono stati mesi di gennaio con temperature medie inferiori alla norma del periodo di riferimento dal 1980 in poi.

2. Asse X (Orizzontale): L’asse orizzontale mostra gli anni, dal 1980 al 2025, permettendo di tracciare l’andamento delle temperature marine durante il mese di gennaio per oltre quattro decenni. Questa scala temporale è essenziale per identificare le tendenze di lungo termine e valutare le fluttuazioni annuali nel contesto del cambiamento climatico globale.

3. Linea Blu (Dati Mensili): Ogni punto sulla linea blu rappresenta l’anomalia di temperatura per un singolo gennaio. Questi dati sono collegati per formare una linea continua che illustra le variazioni termiche mese per mese, evidenziando le oscillazioni e le tendenze delle temperature oceaniche.

4. Linea Rossa (Tendenza): Una curva di tendenza, probabilmente calcolata attraverso metodi statistici come la media mobile o la regressione lineare, attraversa il grafico evidenziando una tendenza al riscaldamento nel tempo. Questa linea rossa accentua un aumento progressivo delle temperature degli oceani a gennaio, sottolineando il fenomeno del riscaldamento globale e il suo impatto sugli ecosistemi marini.

5. Barre di Errore: Le barre verticali blu che si estendono dai punti indicano l’incertezza o la variabilità delle misure annuali. Queste barre sono cruciali per comprendere la precisione delle misurazioni e per valutare la variabilità delle temperature oceaniche, fornendo un contesto sulla affidabilità dei dati presentati.

In conclusione, il grafico non solo dimostra un chiaro trend di aumento delle temperature oceaniche nei mesi di gennaio dal 1980 a oggi, ma serve anche come strumento critico per la ricerca climatologica e la pianificazione delle politiche ambientali. L’analisi delle anomalie termiche nei grandi corpi d’acqua è fondamentale per comprendere le dinamiche del cambiamento climatico e per anticipare le sue future implicazioni su scala globale.

La mappa visualizzata rappresenta un’analisi dettagliata delle anomalie termiche globali per il periodo compreso tra febbraio 2024 e gennaio 2025, rispetto alla media climatica stabilita nel periodo 1951-1980, come elaborato dai dati di Berkeley Earth. Questa rappresentazione grafica utilizza una gamma cromatica distintiva per indicare le deviazioni termiche rispetto alla norma storica, evidenziando in modo efficace l’impatto del cambiamento climatico su scala globale.

**1. Scala dei Colori: La legenda situata nella parte inferiore della mappa illustra la scala di colori adottata per quantificare l’entità delle anomalie termiche, espresse in gradi Celsius (°C).

  • I colori più freddi, variando dal blu al celeste, segnalano temperature inferiori alla media storica, indicando regioni dove il clima è stato più freddo del solito.
  • I colori caldi, che passano dal giallo al rosso intenso, denotano temperature superiori alla media, con il rosso più scuro che rappresenta le anomalie più pronunciate.

**2. Distribuzione delle Anomalie:

  • Le aree rosse evidenziano regioni con significative temperature superiori alla media, particolarmente visibili in vasti tratti dell’Asia, del Nord America e dell’Europa, suggerendo una tendenza al riscaldamento in queste aree che può portare a conseguenze climatiche acute, come ondate di calore e cambiamenti nei pattern precipitativi.
  • Le zone gialle e arancioni indicano un aumento moderato delle temperature, anch’esse superiori alla norma ma meno estreme rispetto alle aree in rosso.
  • Le aree in blu, sebbene meno prevalenti, rappresentano regioni con temperature al di sotto della media, evidenziando una variabilità climatica che persiste nonostante la tendenza generale al riscaldamento globale.

**3. Importanza della Mappa:

  • Questa visualizzazione offre una chiara rappresentazione dell’escalation del riscaldamento globale, mostrando come le temperature in diverse parti del mondo si stiano allontanando sempre più dai parametri storici.
  • Le regioni che mostrano estreme anomalie termiche richiedono attenzione particolare per i potenziali impatti negativi su agricoltura, risorse idriche, salute umana e biodiversità.

**4. Implicazioni Globali:

  • Le estese anomalie termiche possono influenzare direttamente i cicli meteorologici globali, modificare gli habitat naturali e intensificare fenomeni meteorologici estremi, evidenziando l’urgente necessità di politiche di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.
  • La mappa serve come strumento essenziale per i ricercatori climatici, i decisori politici e il pubblico per comprendere la portata e l’immediatezza delle sfide climatiche che ci attendono.

In sintesi, la mappa è un’espressione visiva potente delle variazioni climatiche in corso, enfatizzando le aree che subiscono gli impatti più severi del riscaldamento globale. Le informazioni fornite sono cruciali per guidare le azioni internazionali volte a contrastare le ripercussioni del cambiamento climatico su scala mondiale.

La mappa esposta illustra le anomalie della temperatura globale per il periodo da febbraio 2024 a gennaio 2025, confrontate con i dati storici disponibili a partire dal 1850, come analizzato da Berkeley Earth. Questa visualizzazione fornisce un’interpretazione grafica delle variazioni termiche globali relative a periodi analoghi nel passato, enfatizzando le regioni che hanno sperimentato temperature estreme, sia in eccesso che in difetto, sebbene quest’ultima condizione non sia rappresentata nella mappa attuale.

Scala dei Colori:

  • Le tonalità di rosso utilizzate nella mappa variano dal rosa chiaro al rosso scuro, ognuna rappresentando un grado crescente di anomalie termiche rispetto alla norma storica. Il rosso più intenso indica le regioni che hanno registrato le temperature più elevate rispetto ai periodi simili sin dal 1850, suggerendo anomalie significative e potenzialmente record di calore.

Distribuzione Geografica delle Anomalie:

  • Le vaste aree di rosso intenso che coprono gran parte del Nord America, Europa e Asia indicano un aumento notevole delle temperature rispetto alla media storica, segnalando non solo un cambiamento climatico in atto ma anche episodi di estremo riscaldamento che possono avere impatti diretti su ecosistemi, risorse idriche e produzione agricola.
  • Le variazioni nelle tonalità di rosso attraverso diverse regioni riflettono una differenziazione nel grado di riscaldamento, con alcune aree che esperiscono riscaldamenti più moderati ma comunque superiori alla norma.

Importanza della Mappa:

  • Monitoraggio del Cambiamento Climatico: Questo strumento visivo è essenziale per documentare e comprendere l’ampiezza e la distribuzione del riscaldamento globale, mostrando come diverse regioni del mondo reagiscono in maniera diversa agli stessi fenomeni climatici.
  • Implicazioni per l’Ambiente e la Società: Regioni caratterizzate da un intenso riscaldamento possono affrontare sfide ambientali significative, che includono ma non si limitano a ondate di calore prolungate, siccità e impatti avversi sulla biodiversità. Tali condizioni richiedono un’attenzione immediata per strategie di mitigazione e adattamento climatico, così come una pianificazione accurata per prevenire o minimizzare i danni ecologici e sociali.

In conclusione, questa mappa offre una chiara dimostrazione visiva dell’impatto del cambiamento climatico su scala globale, evidenziando specifiche regioni che subiscono variazioni termiche estreme. Queste informazioni sono cruciali per la ricerca scientifica, la formulazione di politiche ambientali e per sensibilizzare il pubblico e i decisori sui rapidi cambiamenti climatici che stiamo affrontando globalmente.

Un Mese di Gennaio Inaspettatamente Caldo

La cessazione delle condizioni di El Niño nel Pacifico tropicale durante l’estate del 2024 e la successiva formazione di un fenomeno La Niña, sebbene debole, negli ultimi due mesi, avrebbero dovuto favorire una riduzione delle temperature globali per l’anno 2025 rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, si è verificato un evento sorprendente: le temperature globali nel gennaio 2025 hanno infranto il record precedente, superando il picco di calore registrato a gennaio 2024, che era avvenuto immediatamente dopo il culmine delle condizioni di El Niño.

La figura sottostante rappresenta un’analisi dettagliata, mostrando tutte le temperature registrate nel mese di gennaio dal database di Berkeley Earth a partire dal 1950, correlate con lo stato dell’ENSO (El Niño, La Niña, o neutro). Questo intervallo temporale è stato scelto in quanto coincide con il dataset dell’Indice Niño Oceanico (ONI) della NOAA. Storicamente, le temperature di gennaio si sono dimostrate inferiori alla media negli anni caratterizzati da La Niña e superiori durante gli anni di El Niño. È interessante notare che solo in un’altra occasione nel record storico, nel 1955, un anno classificato come La Niña ha registrato un nuovo record di calore per il mese di gennaio.

Non è ancora stato determinato con chiarezza quale fattore abbia contribuito alla straordinaria ondata di caldo di questo gennaio, né è possibile prevedere con certezza se questo evento possa rappresentare un indicatore di temperature superiori alle previsioni per il resto dell’anno. Questa situazione pone interrogativi significativi sull’evoluzione dei modelli climatici e suggerisce la necessità di ulteriori indagini per comprendere le dinamiche che stanno modificando gli schemi climatici attesi in base agli stati dell’ENSO.

Il grafico esaminato rappresenta un’analisi dettagliata delle anomalie termiche relative al mese di gennaio, registrate dalla Berkeley Earth dal 1950 al 2025. Questo studio si focalizza sulle correlazioni tra le anomalie di temperatura e lo stato dell’ENSO (El Niño Southern Oscillation), distinguendo tra gli anni caratterizzati da El Niño, La Niña e condizioni neutre.

1. Asse X (Orizzontale): Mostra il cronogramma degli anni considerati nell’analisi, estendendosi dal 1950 al 2025. Questo intervallo temporale consente di osservare l’evoluzione delle temperature di gennaio nel contesto di variazioni climatiche decennali e annue.

2. Asse Y (Verticale): Indica l’anomalia della temperatura in gradi Celsius (°C) rispetto alla media del periodo 1951-1980. Valori positivi sopra lo zero riflettono temperature superiori alla media storica, indicando anni più caldi, mentre valori negativi rappresentano anni più freddi della norma.

Colorazione dei Punti:

  • Blu: Denota gli anni in cui prevalgono le condizioni di La Niña, generalmente associati a temperature più basse o vicine alla media storica.
  • Rosso: Identifica gli anni di El Niño, tipicamente correlati a temperature superiori alla media, il che riflette l’effetto riscaldante globale di El Niño.
  • Grigio: Corrisponde agli anni con condizioni ENSO neutre, mostrando una gamma più ampia di variazioni termiche, da superiori a inferiori alla media.

Osservazioni Chiave dal Grafico:

  • Effetto El Niño: Gli anni marcati in rosso evidenziano una predominanza di anomalie termiche positive, sottolineando l’impatto significativo di El Niño sulle temperature globali di gennaio, che tendono ad essere notevolmente più calde durante questi eventi.
  • Influenza della Niña: Gli anni La Niña, rappresentati in blu, tendono a mostrare una distribuzione di temperature che si aggira intorno alla media o al di sotto, confermando l’associazione tradizionale tra La Niña e condizioni più fresche.
  • Variabilità Neutrale: Gli anni con condizioni neutre visualizzano una varietà di risultati termici, evidenziando la complessità dei fattori climatici che influenzano le temperature al di là delle dinamiche dell’ENSO.
  • Tendenza di Riscaldamento: Particolarmente evidente nei dati più recenti, dal 2010 in poi, è l’incremento delle anomalie positive di temperatura, che suggerisce un trend di riscaldamento globale crescente che potrebbe sovrastare gli effetti moderatori di La Niña o le variazioni neutrali dell’ENSO.

Questo grafico fornisce una visione chiara di come le dinamiche di El Niño e La Niña influenzino le temperature di gennaio, ma anche di come il riscaldamento globale possa essere un’influenza predominante e crescente, indipendentemente dalle condizioni ENSO. L’analisi enfatizza l’importanza di considerare sia le variazioni climatiche a breve termine sia i trend a lungo termine nel contesto delle politiche ambientali e delle strategie di mitigazione del cambiamento climatico.

Proiezioni sui Fenomeni El Niño e La Niña

Dal dicembre 2024 si sono instaurate condizioni di debole La Niña nel Pacifico tropicale, che hanno proseguito il loro sviluppo nei primi mesi del 2025. Tale scenario segue un intenso evento El Niño, che ha raggiunto il suo apice nel novembre del 2023 e si è esteso fino alla metà dell’anno successivo. Tipicamente, si verifica un intervallo temporale di due a quattro mesi tra il culmine delle condizioni ENSO nel Pacifico e la massima manifestazione della risposta termica globale. Pertanto, si presume che gli effetti dell’El Niño del 2023/2024 siano ormai completamente esauriti, e che l’impatto dell’attuale La Niña sia ormai pienamente consolidato.

Attualmente, si prevede con una certa probabilità che le condizioni di La Niña, sebbene lievi, possano persistere per alcuni mesi ancora. Tuttavia, esiste un’ampia incertezza riguardo a questa prospettiva, data la varietà delle simulazioni dei modelli climatici. Tale incertezza è evidenziata dalla distribuzione dei risultati presentati nella figura sottostante, che riflette la complessità delle dinamiche climatiche in gioco e le sfide associate alla previsione accurata degli eventi ENSO e delle loro conseguenze globali.

Il grafico esaminato offre una rappresentazione complessa delle proiezioni dei modelli per l’El Niño-Southern Oscillation (ENSO) a partire da gennaio 2025. Esso dettaglia le anomalie previste della temperatura superficiale del mare (SST) nella regione Niño 3.4, un’area critica del Pacifico equatoriale che serve come indicatore chiave per le condizioni di El Niño e La Niña.

Elementi Costitutivi del Grafico:

  • Asse X (Orizzontale): Illustra la sequenza temporale attraverso i mesi dell’anno, da gennaio (J) a dicembre (D) del 2025, includendo anche aggregazioni trimestrali come OND (ottobre-novembre-dicembre) e ASO (agosto-settembre-ottobre). Queste ultime sono utilizzate per analizzare le tendenze stagionali nell’attività dell’ENSO.
  • Asse Y (Verticale): Visualizza l’anomalia della temperatura superficiale del mare (SST) espressa in gradi Celsius. Valori sopra lo zero indicano un aumento termico, potenzialmente segnalando condizioni di El Niño, mentre valori sotto lo zero indicano un raffreddamento, associato a condizioni di La Niña.

Rappresentazione tramite Colori e Linee:

  • Linee Multicolori: Ciascuna linea rappresenta le previsioni di anomalie termiche secondo un differente modello climatico. I modelli sono categorizzati e differenziati per colore nella legenda, distinguendo tra modelli dinamici e statistici.
  • Linea Nera Tratteggiata: Mostra le osservazioni reali fino a dicembre, fungendo da punto di riferimento per valutare l’accuratezza delle proiezioni dei modelli.
  • Linee Rosse e Verdi Tratteggiate: Queste linee indicano rispettivamente la media delle previsioni generate dai modelli dinamici e da quelli statistici, fornendo una sintesi visiva delle tendenze centrali previste dai diversi approcci modellistici.

Interpretazione del Grafico:

  • Variabilità delle Proiezioni: Il grafico mette in evidenza la diversità nelle proiezioni generate dai vari modelli, riflettendo l’incertezza che caratterizza le previsioni climatiche a lungo termine. Mentre alcuni modelli anticipano il persistere o l’intensificarsi di condizioni di La Niña (evidenziato da traiettorie che si mantengono o scendono sotto lo zero), altri suggeriscono una normalizzazione o un riscaldamento delle temperature verso la fine dell’anno.
  • Implicazioni Climatiche Globali: Le previsioni di temperature più fredde o più calde associate rispettivamente a La Niña o El Niño hanno il potenziale di influenzare significativamente i modelli meteorologici globali, impattando le precipitazioni, le temperature regionali e l’incidenza di eventi meteorologici estremi.

In sintesi, questo grafico si rivela un strumento indispensabile per gli scienziati climatici e i responsabili delle politiche per prevedere e mitigare gli impatti derivanti dalle fluttuazioni dell’ENSO, facilitando la pianificazione in settori critici come la gestione delle risorse idriche, l’agricoltura e la preparazione ai disastri naturali.

Il grafico presentato visualizza le probabilità ufficiali stabilite dal NOAA Climate Prediction Center (CPC) riguardanti le condizioni di ENSO (El Niño-Southern Oscillation) per diversi intervalli temporali nel corso del 2025. Le stime si basano sulle anomalie della temperatura superficiale del mare (SST) nella regione critica di Niño 3.4, con le soglie di ±0.5°C che determinano le fasi di El Niño e La Niña.

Dettagli del Grafico:

  • Asse X (Orizzontale): Rappresenta i periodi stagionali specifici, partendo da dicembre-gennaio-febbraio (DJF) e procedendo fino ad agosto-settembre-ottobre (ASO) del 2025. Questi intervalli sono cruciali per analizzare le variazioni stagionali delle condizioni oceaniche e la loro evoluzione prevedibile.
  • Asse Y (Verticale): Mostra in percentuale la probabilità delle diverse condizioni ENSO, estendendosi da 0 a 100%. Le probabilità quantificano l’intensità e la prevalenza prevista delle condizioni di El Niño, La Niña o neutre in ciascun periodo stagionale.

Colorazione e Significato delle Barre:

  • Barre Blu (La Niña): Indicano la probabilità che si manifestino condizioni di La Niña, caratterizzate da temperature dell’oceano inferiore alla media normale, segnalando un raffreddamento delle acque equatoriali.
  • Barre Grigie (Neutre): Rappresentano la probabilità di un clima neutro, dove le temperature si mantengono in prossimità della media storica, senza deviazioni significative verso il caldo o il freddo.
  • Barre Rosse (El Niño): Illustrano la probabilità di El Niño, condizioni che corrispondono a un significativo riscaldamento delle acque oceaniche al di sopra delle medie stagionali.

Analisi Progressiva del Grafico:

  • Inizio Anno (DJF): Elevata probabilità di La Niña, suggerendo un forte raffreddamento iniziale delle acque. Le condizioni di El Niño sono quasi nulle, riflettendo l’assenza di riscaldamento.
  • Evoluzione (Da JFM a JJA): Si osserva una progressiva diminuzione della probabilità di La Niña accompagnata da un incremento delle condizioni neutre e di quelle di El Niño, indicando una potenziale transizione verso un riscaldamento delle acque nella seconda metà dell’anno.
  • Tarda Estate e Autunno (JAS, ASO): Un ulteriore aumento delle probabilità di El Niño e una riduzione delle condizioni di La Niña suggeriscono un cambiamento significativo verso condizioni più calde, con il picco delle probabilità di El Niño in JAS.

Conclusioni: Le proiezioni indicano una tendenza di partenza con condizioni dominanti di La Niña nei primi mesi del 2025, con un graduale passaggio a uno stato più neutro e successivamente a potenziali condizioni di El Niño verso la fine dell’anno. Queste dinamiche sono essenziali per prevedere l’impatto sul clima globale, influenzando fenomeni meteorologici estremi, precipitazioni e temperature a scala mondiale.

Prospettive per il Resto del 2024

In seguito alle elevate temperature registrate nel mese di gennaio, le nostre analisi statistiche indicano che il 2025 ha una probabilità del 30% di superare le temperature del 2024, anno che segnerebbe, qualora le previsioni si avverassero, il terzo anno consecutivo come il più caldo mai registrato.

Probabilità Stimata per il Ranking della Media Annuale del 2025:

  • Primo Posto – 30%: Indica una probabilità del 30% che il 2025 si posizioni come l’anno più caldo mai registrato.
  • Secondo Posto – 40%: Mostra una probabilità del 40% che il 2025 si classifichi come il secondo anno più caldo.
  • Terzo Posto – 29%: Riflette una probabilità del 29% che il 2025 si collochi come il terzo anno più caldo.

Questo notevole incremento nelle previsioni di un calore record, rispetto alla stima iniziale di circa il 6% all’inizio dell’anno, sottolinea l’impatto significativo delle temperature globali insolitamente alte di gennaio sulla valutazione annuale complessiva. Tuttavia, si è osservato un lieve raffreddamento nelle temperature globali nei prodotti di rianalisi durante la prima settimana di febbraio. Le proiezioni attuali suggeriscono un ulteriore declino delle temperature, il che potrebbe indicare che il picco di calore registrato a gennaio possa risultare un evento isolato e non rappresentativo delle tendenze climatiche per il resto dell’anno.

Conclusioni: L’analisi delle temperature di gennaio ha dunque modificato significativamente le prospettive climatiche per il 2025, elevando le aspettative di un anno eccezionalmente caldo. Nonostante ciò, le dinamiche climatiche osservate nei primi giorni di febbraio suggeriscono che il trend di calore potrebbe non mantenere la sua intensità nel corso dell’anno, invitando a un’interpretazione cauta e monitorata delle future variazioni termiche globali.

Il grafico fornito rappresenta un’analisi dettagliata delle anomalie della temperatura globale rispetto alla media del periodo 1850-1900, con dati curati da Berkeley Earth. Esso illustra le variazioni della temperatura media globale annuale e la significativa deviazione registrata nel gennaio 2025.

Elementi Chiave del Grafico:

  • Linea e Punti Blu:
    • La linea blu collega le medie annuali delle temperature globali, tracciando una chiara traiettoria ascendente che evidenzia l’intensificarsi del riscaldamento globale nel corso degli anni.
    • I punti blu indicano le medie specifiche di ciascun anno, permettendo di osservare come singoli anni si confrontano con la tendenza generale.
  • Barre di Confidenza Blu:
    • Le barre verticali blu estendendosi dai punti rappresentano l’intervallo di confidenza del 95% per ogni media annuale. Queste barre sono cruciali per comprendere l’incertezza associata a ciascuna stima annuale delle temperature globali.
  • Punto Rosso:
    • Il punto rosso segnala l’anomalia della temperatura di gennaio 2025, sottolineando quanto sia stata eccezionalmente alta rispetto alla tendenza storica.
  • Linea Verde:
    • La linea verde mostra il range probabile per la media finale delle temperature del 2025. Questo intervallo predittivo è basato su analisi statistiche attuali e fornisce una prospettiva su dove potrebbe effettivamente posizionarsi la media annuale, considerando le variazioni all’interno dell’anno corrente.

Analisi Approfondita:

  • Tendenza al Riscaldamento: La tendenza mostrata dalla linea blu conferma una costante escalation delle temperature globali, con picchi particolarmente accentuati negli ultimi decenni, il che riflette l’urgente realtà del cambiamento climatico.
  • Anomalia di Gennaio 2025: Il punto rosso evidenzia una netta deviazione dalla norma, indicando che gennaio 2025 ha registrato temperature significativamente superiori, non solo rispetto alla media storica, ma anche in confronto agli anni recenti.
  • Previsioni per il 2025: Sebbene gennaio abbia segnato un inizio d’anno insolitamente caldo, la linea verde suggerisce che, nonostante questa partenza estrema, la media annuale potrebbe non stabilire un nuovo record, ma si posizionerà comunque tra le più alte registrate.

Conclusione: Questo grafico non solo visualizza in modo efficace la progressione e l’impatto delle variazioni climatiche globali, ma sottolinea anche l’importanza di considerare l’ampiezza degli intervalli di confidenza e delle proiezioni future per comprendere meglio e rispondere ai cambiamenti climatici. Le deviazioni come quella osservata nel gennaio 2025 fungono da campanello d’allarme sulla volatilità climatica e la possibile frequenza di eventi meteorologici estremi, rendendo essenziale un monitoraggio continuo e accurato delle temperature globali.

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