Il clima (dal greco clinamen che vuol dire “inclinato”) è lo stato medio del tempo atmosferico a varie scale spaziali (locale, regionale, nazionale, continentale, emisferico o globale) rilevato nell’arco di almeno 30 anni (secondo la definizione ufficiale fornita dalla Organizzazione meteorologica mondiale).
È in massima parte una funzione dell’inclinazione dei raggi solari sulla superficie della Terra al variare della latitudine; a ciascuna fascia climatica-latitudinale della Terra corrispondono caratteristiche fisico-ambientali diverse in termini di flora e fauna detti biomi (es. foreste pluviali, deserti, foreste temperate, steppe, taiga, tundra e banchisa polare), influenzando fortemente le attività economiche, le abitudini e la cultura delle popolazioni che abitano il territorio.
La principale caratteristica del clima rispetto al comune “tempo meteorologico”, oltre all’intervallo temporale di osservazione e studio, è l’avere un andamento che tende a mantenersi stabile nel corso degli anni pur con una variabilità climatica interannuale dovuta alle stagioni e di medio-lungo periodo che vi si sovrappone. L’attenzione scientifica negli ultimi decenni si è spostata sempre più sulla comprensione o ricerca approfondita dei meccanismi che regolano il clima terrestre, specie in rapporto ai temuti cambiamenti climatici osservati negli ultimi decenni (es.riscaldamento globale). La disciplina scientifica che studia tutti questi aspetti è la climatologia.
Definizioni amministrative e normative
Secondo il Glossario Dinamico ISPRA-CATAP, per clima si intende la sintesi statistica dei parametri atmosferici (temperatura, precipitazioni, umidità, pressione atmosferica, venti) che interessano un territorio per un periodo di tempo sufficientemente lungo.
Classificazione dei climi
Il clima, secondo la classificazione di Wladimir Köppen si distinguono in:
- Clima tropicale
- Clima equatoriale
- Clima subtropicale
- Clima temperato
- Clima temperato umido
- Clima oceanico
- Clima mediterraneo
- Clima continentale
- Clima subartico
- Clima transiberiano
- Clima polare
- Clima nivale
- Clima glaciale
- Clima steppico
- Clima desertico
- Clima monsonico
- Clima sinico
- Clima della savana
- Clima alpino
- Clima boreale
- Clima boreale delle foreste
- Clima della tundra
Classificazione dei climi di Köppen
La classificazione dei climi di Köppen è la più usata tra le classificazioni climatiche a scopi geografici. Venne proposta per la prima volta nel 1918 da Wladimir Köppen. Fu poi perfezionata più volte, sino alla sua edizione definitiva del 1936.
Il sistema di Köppen è in gran parte empirico; ciò vuol dire che ciascun clima viene definito in base a dei valori prestabiliti di temperatura e di precipitazioni, calcolati conformemente alle medie annue o di singoli mesi.
In tale classificazione non si tiene conto delle cause del clima in termini di pressione e di fasce di venti, di masse d’aria, di fronti o di perturbazioni. È possibile invece assegnare una certa località ad un particolare sottogruppo climatico soltanto sulla base dei dati locali di temperatura e di precipitazioni purché, naturalmente, il periodo di osservazione sia abbastanza lungo da fornire delle medie significative.
Un sistema climatico su questi principi ha un grande vantaggio; le aree coperte da ciascun tipo di clima possono essere identificate per grandi regioni del globo.
Gruppi principali
Cinque gruppi principali sono contraddistinti da lettere maiuscole. I gruppi A, C e D hanno calore e precipitazioni sufficienti da permettere la crescita di alberi d’alto fusto (vegetazione forestale e boschiva).
A: climi tropicali piovosi (Tropische Regenklimate): temperatura media del mese più freddo superiore a 18 °C. Senza stagione fredda.
B: climi aridi (Trockene Klimate): media piovosa sotto il limite di aridità.
C: climi temperato-caldi piovosi (Warm gemäßigte Regenklimate): temperatura media del mese più freddo tra 18 °C e −3 °C. Senza copertura regolare nevosa.
D: climi boreali o delle foreste nivali (Boreale oder Schnee-Wald Klimate) oppure climi nivali (Schneeklimate) secondo Geiger[3]: temperatura media del mese più freddo sotto −3 °C.
E: climi nivali (Schneeklimate) oppure climi glaciali (Eisklimate) secondo Geiger[3]: temperatura media del mese più caldo inferiore a 10 °C.
Sottogruppi
Dai sottogruppi nell’ambito dei gruppi principali sono designati da una seconda lettera, in base al codice.
S: clima steppico (Steppenklima). Si applica al gruppo B.
W: clima desertico (Wüstenklima). Si applica al gruppo B.
T: clima della tundra (Tundrenklima). Si applica al gruppo E.
F: clima glaciale (Frostklima). Si applica al gruppo E.
s: stagione secca nel trimestre caldo (estate del rispettivo emisfero). Si applica ai gruppi A, C e D.
w: stagione secca nel trimestre freddo (inverno del rispettivo emisfero). Si applica ai gruppi A, C e D.
f: precipitazioni in tutti i mesi. Si applica ai gruppi A, C e D.
Dalle combinazioni dei due gruppi di lettere risultano undici sottotipi[2][4].
Af: climi tropicali delle foreste pluviali (Tropische Regenwaldklimate).
Aw: climi delle savane (Trockene Klimate).
BS: climi steppici (Steppenklimate).
BW: climi desertici (Wüstenklimate).
Cw: climi caldi con estate umida (Sommerfeucht warme Klimate) o clima sinico (sinisches Klima); almeno un mese estivo (giugno, luglio o agosto nell’emisfero boreale; dicembre, gennaio e febbraio nell’emisfero australe) ha più del decuplo delle precipitazioni del mese invernale (dicembre, gennaio e febbraio nell’emisfero boreale; giugno, luglio o agosto nell’emisfero australe) più secco.
Cf: climi temperati con estate umida (Sommerfeucht temperierte Klimate).
Cs: climi temperati con estate secca ( Sommertrocken temperierte Klimate) o clima etesio (Etesienklima); almeno un mese invernale (dicembre, gennaio e febbraio nell’emisfero boreale; giugno, luglio o agosto nell’emisfero australe) ha come minimo il triplo delle precipitazioni del mese estivo (giugno, luglio o agosto nell’emisfero boreale; dicembre, gennaio e febbraio nell’emisfero australe) più secco, che devono essere inferiore a 30 mm.
Dw: climi freddi con inverno secco (Wintertrocken kalte Klimate) o clima transbaicalico (transbaikalisches Klima).
Ds: climi freddi con estate secco (Sommertrocken kalte Klimate) o clima mediterraneo ad alta quota (Hochgelegenes mediterranes Klima).
Df: climi freddi con inverno umido (Winterfeucht kalte Klimate).
ET: climi della tundra (Tundrenklimate).
EF: climi del gelo perenne (Klimate ewigen Frostes).
Per differenziare ancora di più le variazioni di temperatura o di altri elementi, Köppen aggiunse ulteriori lettere al codice.
G: clima di montagna.
H clima d’alta montagna (sopra 3000 m).
a: temperatura media del mese più caldo superiore a 22 °C.
b: temperatura media del mese più caldo inferiore a 22 °C; almeno 4 mesi sopra 10 °C.
c: da 1 a 3 mesi sopra a 10 °C; mese più freddo sopra −38 °C.
d: temperatura media del mese più freddo inferiore a −38 °C.
g: tipo gangetico, con massimo di temperatura prima del solstizio estivo e stagione piovosa estiva.
h: molto caldo, temperatura media annua sopra 18,5 °C.
i: isotermico, differenza tra i mesi estremi sotto 5 °C.
k: con inverno freddo; temperatura media annua sotto 14,5 °C, mese più caldo sopra 18,5 °C.
k′: con inverno freddo; temperatura media annua sotto 18 °C, mese più caldo sotto 18,5 °C.
l: tiepido, temperatura media di tutti i mesi tra 10 °C e 22 °C.
m: intermedio, clima della foresta vergine nonostante la presenza di stagione secca.
n: nebbioso.
n′: poco nebbioso ma con grande umidità dell’aria e scarsità di piogge per il fresco (estate sotto 24 °C).
n″: poco nebbioso ma con grande umidità dell’aria e scarsità di piogge per il fresco (estate tra 24 °C e 28 °C).
n‴: poco nebbioso ma con grande umidità dell’aria e scarsità di piogge per il fresco (estate sopra 28 °C).
s′: stagione asciutta nel trimestre caldo (estate del rispettivo emisfero), massimo precipitativo in autunno (si usa al posto di s).
s″: stagione asciutta nel trimestre caldo (estate del rispettivo emisfero), stagione piovosa biforcata con un piccolo periodo arido nel mezzo (si usa al posto di s).
t′: profilo termico di Capo Verde, con massimo di temperatura verso l’autunno.
t″: profilo termico sudanese, con minimo di temperatura dopo il solstizio d’estate.
w′: massimo precipitativo all’inizio dell’estate, prosieguo dell’estate sereno.
w″: pioggia rara ma violenta e distribuita in tutte le stagioni.
Limite di aridità
Uno degli indici più complessi del sistema di Köppen è il limite di aridità (Trockenheitgrenze), che separa i climi piovosi (A, C, D) da quelli aridi e si calcola in tre modi diversi a seconda del regime precipitativo. Si tenga presente che nel sistema di Köppen r è uguale al cumulato annuo delle precipitazioni in centimetri (quindi precipitazioni totali in mm diviso 10), mentre t è uguale alla temperatura media annua. Se nelle formule seguenti il valore a sinistra è minore di quello a destra si ha un clima arido.
per luoghi con piovosità estiva oppure siccità invernale la formula è r = 2t + 14.
per luoghi senza periodo di siccità la formula è r = 2t + 7.
per luoghi con piovosità invernale oppure siccità estiva la formula è r = 2t
Esiste poi il limite di deserticità che differenzia il tipo BS dal BW. Se nelle formule seguenti il valore a sinistra è minore di quello a destra si ha un clima desertico.
per luoghi con piovosità estiva oppure siccità invernale la formula è r = t + 14.
per luoghi senza periodo di siccità la formula è r = t + 7.
per luoghi con piovosità invernale oppure siccità estiva la formula è r = t
Critiche al sistema di Köppen
Alcuni climatologi hanno sostenuto che il sistema di Köppen potrebbe essere migliorato. Una delle obiezioni più frequenti riguarda il gruppo C dei climi temperati, considerato da molti come troppo ampio. Per esempio, New York e Orlando (Florida) rientrano entrambi in questo schema climatico, nonostante enormi differenze tra questi due luoghi. In Climatologia Applicata (prima edizione pubblicata nel 1966), John F. Griffiths ha proposto una nuova zona subtropicale, che comprende le aree con un mese più freddo compreso tra 6 e 18 °C (43 e 64 °F), suddividendo il gruppo C in due parti quasi uguali (il suo schema assegna la lettera B per la nuova zona e identifica i climi asciutti con una lettera supplementare subito dopo la lettera della temperatura di base).
Glenn Trewartha ha sviluppato un metodo alternativo che altera completamente i gruppi dal C all’E, aggiungendo il tipo F. Il tipo C di Trewartha è definito come un clima che ha la temperatura del mese più freddo sotto 18 °C e da 8 a 12 mesi con temperatura media maggiore di 10 °C; il tipo D ha temperatura del mese più freddo sotto 18 °C e da 4 a 7 mesi con temperatura maggiore di 10 °C; il tipo E ha da 1 a 3 mesi con temperatura maggiore di 10° C e il tipo F ha la temperatura del mese più caldo sotto 10 °C
Il clima tropicale è il clima tipico della zona torrida della Terra, ovvero la fascia latitudinale compresa dentro i due tropici del Cancro e del Capricorno, presente dunque in Africa, Penisola Indiana, Australia, Oceania, Sud della Florida, America meridionale e centrale. In questo clima si sviluppano ambienti tipici come le foreste tropicali e le savane. Nella classificazione climatica di Köppen viene identificato con la lettera A.
Caratteristiche
I climi tropicali con i relativi biomi sono caratterizzati da elevate temperature durante tutto l’anno: neppure nel mese più freddo la temperatura scende al di sotto dei 15 °C.
Il regime pluviometrico distingue i vari tipi di clima tropicale: Vladimir Köppen ne distinse tre: il clima equatoriale vero e proprio, Af (tropisches Regenwaldklima, immerfeucht, in italiano “clima della foresta pluviale tropicale, sempre umida”), il clima monsonico, con una stagione secca e una umida, Am (Regenwaldklima trotz Trockenzeit, in italiano “clima della foresta pluviale malgrado periodo secco”) e infine il clima della savana, più secco e con maggiori escursioni termiche Aw (Savannenklima, wintertrocken). Il clima Af è contraddistinto da precipitazioni mensili medie sempre superiori ai 60mm.
Questa fascia ospita animali e piante appartenenti ad una grande biodiversità. Il clima tropicale è caratterizzato da due diverse stagioni, la piovosa e la secca. Il pluviometro registra 1000 ml annui di piogge, con un’escursione annua che fa sì che nella stagione piovosa le temperature siano più basse. Il bioma tipico in Africa è la savana (erbe alte nella stagione piovosa; erbe basse nella stagione secca). Il bioma prevalente nel sud est asiatico, come in India, è la giungla (grazie alle piogge portate dai monsoni, è un bioma intricato). L’antropizzazione è consistente nel sud est asiatico.
Clima equatoriale
Il clima equatoriale è un clima tropicale (secondo la classificazione di Köppen, Af) che copre le latitudini equatoriali della Terra.
Descrizione
È caratterizzato da temperature medie annuali, tra il valore minimo e massimo giornaliero, sui 27-28 °C entro i 100 m s.l.m. e in alcuni casi (ad esempio Africa equatoriale continentale dove è minore la piovosità) notevoli scarti di temperatura , possono raggiungere 12-14 gradi, tra giorno e notte e non tra vari periodi dell’anno. Le temperature minime giornaliere raramente scendono sotto i 20 gradi. Inoltre le precipitazioni sono in media molto abbondanti (frequentemente superiori a 3500 mm annui e forma di rovesci della durata indicativa di un’ora, talvolta anche ripetuti nell’arco di un giorno) pressoché costanti. Manca una vera e propria stagione secca, a differenza del clima monsonico e di quello della savana.
Normalmente l’umidità relativa è molto elevata rispetto alla media delle temperature e risulta difficilmente sopportabile da chi non vi è abituato. I raggi solari hanno sempre inclinazioni molto alte, che a ridosso della linea immaginaria equatoriale variano da un minimo di circa 66 gradi al massimo di esatti 90 gradi nel centro del disco solare che viene raggiunto 2 volte nel corso dell’anno, durante le date equinoziali terrestri.
La foresta pluviale equatoriale
In questo clima si sviluppano le foreste ombrofile. Le caratteristiche di potenza nell’insolazione e di correnti ascensionali e discensionali sono relativamente stabili e spesso ogni giornata si ripete con condizioni meteorologiche apparentemente identiche o molto simili, ad esempio piove tutti i giorni alla stessa ora. Le piogge avvengono per lo sviluppo di nubi cumuliformi che danno luogo a precipitazioni temporalesche, per via dell’elevata umidità e della traspirazione ed evaporazione delle piante. La flora e la fauna rappresentano il 40% delle specie conosciute presenti sul pianeta.
Per studiare il clima equatoriale viene spesso utilizzata la località di Manaus, in Brasile.
Clima subtropicale
Il clima subtropicale è un clima che si riscontra generalmente nella zona posta tra il Tropico del Cancro e i 37° di latitudine nord nell’emisfero boreale e tra il Tropico del Capricorno e i 35° di latitudine sud dell’emisfero australe.
Definizioni
Zone del mondo a clima subtropicale secondo Troll e Paffen.
Wladimir Köppen non considerò nessun gruppo climatico come “subtropicale”: l’etichetta è stata variamente applicata al clima mediterraneo (Cs) oppure a varie mescolanze di Csa e a una classe ibrida chiamata clima subtropicale umido in cui confluirebbero Cfa e Cwa (clima sinico).
Gli studiosi tedeschi Carl Troll e KH. Paffen invece considerarono il termine “subtropicale” come sinonimo di “temperato caldo” e quindi vi assegnarono sia il clima mediterraneo sia quello sinico e inoltre anche alcuni tipi di clima desertico con escursioni termiche maggiori di quelli posti nella zona torrida.
Tra i climatologi è assente una definizione univoca di “clima subtropicale”: per Trewartha è un clima intermedio tra il clima tropicale e quello temperato, comprendente le zone con almeno otto mesi di temperatura media superiore a 10 °C, mentre per John F. Griffiths la temperatura media del mese più freddo deve essere superiore a 6 °C.
Secondo una classificazione climatica basata su quella di Köppen, ma modificata per includere una classe subtropicale adatta per lo studio del clima dell’Australia, gli studiosi Harvey Stern, Graham de Hoedt e Jeneanne Ernst hanno stabilito che occorre una temperatura media annua di almeno 18 °C per considerare subtropicale una classe climatica[1]. Salvador Rivas Martínez considera subtropicale non un determinato clima, ma un insieme di bioclimi compresi tra le latitudini di 23° e 35° N e S
Zona temperata
Per zona temperata intendiamo l’area geografica compresa tra i 30 e i 60 gradi di latitudine (altri indicano con tale nome, in ogni emisfero, la zona compresa tra il tropico e il circolo polare).
Oltre a quasi tutto il territorio dell’Europa, fanno parte di quest’area climatica l’Africa settentrionale, il Canada meridionale, gli Stati Uniti, l’America centrale, la Cina e l’Asia centrale. Nell’emisfero australe, invece, alle stesse latitudini, sono pochissime le terre emerse: la zona meridionale dell’America, comprendente l’Argentina e parte del Cile, il Sudafrica, il sud dell’Australia, la Nuova Zelanda e la Tasmania rappresentano gli ambienti temperati. La fauna della zona temperata della steppa comprende per la maggior parte mammiferi struviani (dal russo struv, animale a pelo corto): il capriolo, il cinghiale, lo scoiattolo, l’orso, la renna, ed il castoro. La fauna della zona temperata della foresta invece, è composta da: cervi, lupi, volpi e diverse specie di volatili. Questa fascia climatica settentrionale comprende l’ambiente più favorevole alla vita umana, comportando ad una vasta serie di climi, dai più freddi ai più caldi.
Idrografia
Le zone temperate sono molto ricche di corsi d’acqua, anche a causa delle abbondanti precipitazioni. La loro presenza ha favorito lo sviluppo dell’agricoltura e, di conseguenza, gli insediamenti umani. A causa della disposizione delle catene montuose, nell’America settentrionale sono pochi i fiumi che sfociano nell’oceano Pacifico (tra essi si ricordano il Colorado e il Columbia); mentre il più vasto versante orientale è attraversato dai maggiori fiumi del continente.
Il clima
Zone della Terra caratterizzate dal clima temperato
Il clima temperato comprende i numerosi climi delle zone comprese tra i paralleli 30° e 50° in entrambi gli emisferi. Nella classificazione dei climi di Köppen è simboleggiato con C. Quindi nella fascia temperata i raggi del sole hanno una minore incidenza sulla superficie e di conseguenza la temperatura, è più bassa rispetto all’equatore.
Classificazione di Köppen
La classificazione di Köppen considera temperato (o temperato caldo, contrapposto al temperato freddo con cui talvolta si indica il clima boreale) qualsiasi clima il cui mese più freddo ha una temperatura compresa tra -3 °C e 18 °C e le cui precipitazioni sono superiori a quella dei climi aridi. A sua volta la classe climatica si dividerebbe in clima mediterraneo, clima sinico e clima temperato umido o, secondo altri, in clima mediterraneo, clima “subtropicale umido” e clima oceanico. Si tratta di una classe piuttosto ampia e per questo soggetta a critiche in particolare da Trewartha e da Griffiths, che l’hanno divisa in due classi distinte.
Classificazione di Troll e Paffen
Gli studiosi tedeschi Carl Troll e Karlheinz Paffen hanno invece diviso il clima temperato in tre classi climatiche ben distinte tra loro: il clima temperato freddo, il clima temperato fresco (a sua volta diviso in due sottoclassi: delle steppe e delle foreste) e il clima temperato caldo.
Clima temperato freddo
Il clima temperato soprattutto in Russia è freddo si può chiamare anche boreale e si divide in due diversi climi: il clima temperato fresco con estati calde e il clima temperato freddo con inverni freddi.
Il primo è caratterizzato da un inverno freddo con la temperatura del mese più fredda inferiore a 0 °C. Le estati sono calde con temperatura media tra i 15 °C e i 20 °C e possono avere massime attorno ai 30 °C. e tipiche di questo clima sono quelle dell’Europa settentrionale, orientale e centrale.
Il secondo è il clima che ha un inverno freddo e lungo con temperature anche di -50 °C. Le estati sono invece generalmente più fresche, attorno ai 10 °C. Le zone tipiche di questo clima sono il Canada, l’Alaska e la Siberia.
Clima temperato fresco
Il clima temperato fresco indicato ha la temperatura del mese più freddo superiore ai 0 °C. La classificazione di questo tipo climatico appare abbastanza complicata, tant’è che è divisa in ben 12 sottoclassi (e tre di queste appaiono ulteriormente suddivise). Semplificando si può dire che è diviso in clima della foresta e clima della steppa.
Il primo, umido, è suddiviso a sua volta in clima oceanico, sub-oceanico, sub-continentale e continentale ed è associato alla foresta temperata a latifoglie.
Il secondo, secco, è diviso a sua volta in classi dipendenti soprattutto dal grado di aridità ed è tipico delle steppe continentali.
Clima temperato oceanico
Il clima temperato oceanico è quello delle coste occidentali dei continenti: il nordovest degli Stati Uniti d’America (lo stato di Washington), la Tasmania, la Nuova Zelanda, l’Arcipelago britannico,le zone atlantiche della Francia, le coste del Mar del Nord e della Manica. Caratteristica principale di questo tipo di clima sono il totale annuale delle precipitazioni e la debole escursione termica. Le estati non sono quasi mai aride, a parte qualche eccezione, come ad esempio l’estate 2005 nell’Europa occidentale.
Nelle zone interne dei continenti, quindi più lontane dai fattori mitiganti del mare, il clima temperato oceanico si modifica in sub-oceanico: l’escursione media annuale aumenta; è più freddo in inverno e più caldo in estate, le precipitazioni annuali in pianura sono meno importanti, i venti perdono la loro forza. Quando l’escursione termica annua supera i 30 °C si parla, secondo Troll e Paffen, propriamente di clima continentale. Nel clima temperato fresco, quindi abbiamo come flora: foreste di conifere, e come fauna, animali abituati a vivere in un ambiente abbastanza fresco, come volpi, cervi, orsi bruni, castori.
Clima temperato caldo
Il clima temperato caldo è caratterizzato da temperatura del mese più freddo superiore ai 12 °C, ma per l’emisfero boreale può scendere fino ai 5 °C; comprende varie sottoclassi di climi, dal clima umido dell’Asia orientale e degli Stati Uniti del Sud a quello semidesertico e desertico. Il clima mediterraneo non rientra in questa categoria e inoltre a seconda della posizione geografica (proprio la presenza del mare stesso ad esempio) si possono avere delle modifiche climatiche e meteorologiche anche importanti come diluvi o periodi di aridità estivi.
Il paesaggio naturale
I paesaggi della zona temperata, in particolare quella boreale, appaiono spesso in molti dipinti.
Nelle zone temperate sono presenti tre tipi di formazioni vegetali spontanee:
la foresta mista (conifere e latifoglie) o la foresta di latifoglie;
la prateria
la macchia mediterranea, con alberi e arbusti che si adattano alla siccità estiva.
L’importanza della vegetazione forestale caratterizza le zone temperate, nell’emisfero nord. Anche se gli esseri umani hanno operato enormi distruzioni, le foreste coprono:
In Europa 140 milioni di ettari.
In Russia 910 milioni di ettari.
In America del Nord 733 milioni di ettari.
In Giappone circa la metà dell’intero paese.
Le foreste temperate hanno quasi sempre una specie dominante di alberi decidui (che perdono tutte le foglie nello stesso periodo dell’anno); in alcuni casi, piuttosto rari per la verità, ne sono presenti due o tre specie e solo vicino alle coste orientali ci sono grandi varietà di flora. Le foreste più estese del mondo sono costituite da conifere. Alle alte quote montane, si trovano foreste con le caratteristiche della taiga.
La taiga è una sterminata foresta che si estende lungo tutta la Russia, dal confine con la Finlandia fino all’isola di Sachalin, vicino al Giappone. Si tratta di una “cintura verde”, che misura quasi venti volte l’Italia; non è ricca di tante specie vegetali, essendo una distesa “senza fine” di conifere, anche se nella parte meridionale è composta da alberi a foglia larga. È un’importante riserva di biodiversità popolata da un numero di animali e vegetali superiore a quello dei vicini, e molto sfruttati, boschi della Scandinavia. Ed è proprio per questi animali, molti dei quali a rischio di estinzione (è il caso della tigre siberiana o del leopardo dell’Amur), che la taiga rappresenta un rifugio perfetto. Habitat ideale per moltissime specie di animali, la taiga è fondamentale anche per la nostra esistenza perché contribuisce a regolare il clima: le sue piante, che occupano ben nove fusi orari, assorbono enormi quantità di carbonio.
Nonostante nelle aree più popolate le conifere siano state favorite rispetto ad altre specie per la loro crescita più rapida, scendendo da nord verso sud, alle conifere si sostituiscono le betulle, le querce, i faggi, gli olmi, i frassini e le latifoglie in genere. È possibile trovare anche boschi di castagni e noccioli. Si tratta di ambienti forestali. Nelle foreste di alberi decidui, a seconda delle stagioni, cambia l’aspetto dell’ambiente naturale. In primavera la situazione di questo habitat è resa difficile a causa delle possibilità di gelate e delle repentine variazioni climatiche. In estate c’è una temperatura tra i 15 °C e i 22 °C e le piante sono diverse, a seconda del calore e delle piogge. In autunno la caduta delle foglie secche colora di tantissime tonalità la foresta. In inverno, senza foglie, c’è poca vita. In molte zone degli Stati Uniti e del Giappone, così come in molte zone d’Europa, la foresta decidua è stata eliminata in pianura. Gli alberi delle foreste sono generalmente di taglia media (dai 20 ai 30 metri). Nel Nord America ci sono foreste di sequoie, alberi sempreverdi dal legno di colore rossastro. Le sequoie sono tra gli alberi più alti e longevi al mondo. L’albero più alto della Terra, secondo gli americani, è una sequoia sempervirens che si trova nel Redward National Park, in California. È chiamata Howard Libby Tree e raggiunge i 112 metri di altezza. Nel National Park c’è anche la sequoia più voluminosa del mondo: l’“Albero del generale Sherman” (un generale che sterminò l’indiano). Pesa 1385 tonnellate, ha un tronco che, alla base, misura i 31 metri di circonferenza, ed ha un’età che va dai 2.500 ai 3.000 anni. Non è però l’albero più vecchio della Terra. Ci sono, infatti, alcuni esemplari di Pinus aristata californiani che hanno quasi cinquemila anni.
Nell’emisfero sud, invece, i paesaggi naturali sono particolari e presentano contrasti, legati soprattutto alle precipitazioni. In Australia prevalgono i sempreverdi: lungo la zona costiera ci sono zone di fitta boscaglia, foreste di eucalipto e vegetazione a macchia. Sulle alte cime della Cordigliera andina e delle montagne della Nuova Zelanda, invece, si estendono le foreste di tipo boreale.
Tra tutte le aree protette delle zone temperate, il Parco Nazionale di Yellowstone, istituito nel 1872, è il più antico ed esteso della zona temperata boreale.
Clima temperato umido
Zone della Terra caratterizzate dal clima temperato umido con estate molto calda
Zone della Terra caratterizzate dal clima temperato umido con estate tiepida o fresca
Il clima temperato umido, nella classificazione dei climi di Köppen rappresenta un tipo climatico temperato senza stagione secca e caratterizzato da precipitazioni comprese tra 700 mm e 1500 mm. Viene simboleggiato da Cf.
Clima temperato umido con estate calda (Cfa)
Zone della Terra caratterizzate dal clima temperato umido con estate molto calda
Questo sottotipo rappresenta le zone dove la temperatura media del mese più caldo supera i 22 °C. Si tratta quindi del sottotipo più continentale. Le zone più tipiche sono gli Stati Uniti sudorientali, la Cina sudorientale, il Giappone meridionale, una fascia che comprende Il Brasile meridionale e l’Argentina settentrionale, più alcune zone sparse in Eurasia (soprattutto in Pianura Padana e nelle regioni Danubiane e Balcaniche), in Africa meridionale ed in Australia orientale.
Clima temperato umido con estate tiepida (Cfb)
Zone della Terra caratterizzate dal clima temperato umido con estate tiepida o fresca
Questo sottoinsieme comprende le zone dove l’estate ha una temperatura media inferiore a 22 °C; Cfc si usa quando ci sono meno di 4 mesi con temperatura superiore a 10 °C e rappresenta quindi un clima estremo, estate fresca. Questo sottotipo è tipico di zone marittime fresche come l’Europa centrale ed atlantica (dove a nord si passa a Cfc), l’Australia sudorientale (Tasmania compresa), la Nuova Zelanda e il Cile meridionale.
Clima subtropicale umido
Sebbene Köppen non abbia considerato l’esistenza di una categoria subtropicale, esso esiste nella classificazione di Trewartha. Nella letteratura scientifica anglosassone si può trovare unito il clima temperato umido di Köppen con estate calda (Cfa) col clima sinico con estate calda (Cwa) creando una categoria ad hoc basata perlopiù sulle temperature estive
Clima oceanico
Il clima oceanico o clima atlantico è un tipo di clima che si trova tipicamente lungo le coste ovest alle medie latitudini in tutti i continenti del mondo e nell’Australia sud-orientale. Climi simili si trovano anche sulle alture tropicali.
Descrizione
I climi oceanici sono caratterizzati da una leggera escursione termica al contrario del clima mediterraneo in quanto durante l’estate si verificano molte più precipitazioni.
Le precipitazioni sono pertanto possibili in ogni periodo dell’anno, eccetto che nelle aree tropicali, che avranno climi più simili a quello della savana (con clima secco in inverno). Un’altra eccezione parziale è il nord-ovest del Pacifico, in cui le estati sono relativamente secche, ma la stagione delle piogge è molto umida e abbastanza lunga per evitare l’arsura estiva che si verifica invece nelle regioni a clima mediterraneo.
Le caratteristiche della temperatura variano tra i climi oceanici: le regioni a più bassa latitudine sono subtropicali da un punto di vista di calore, ma più comunemente prevale un clima temperato, con inverni freschi, ma non freddi ed estati tiepide ma non calde. Le estati sono generalmente più fresche che nelle aree con clima umido subtropicale. Spostandosi verso i poli, c’è una zona di clima oceanico subpolare (Köppen Cfc), con inverni relativamente miti ed estati fresche che durano meno di quattro mesi: in questa fascia di clima cadono, ad esempio, la costa dell’Islanda (emisfero boreale) e il sud del Cile (emisfero australe).
I climi oceanici sono classificati come umidi, in relazione alle precipitazioni, con l’eccezione del clima oceanico della Patagonia che è invece un clima oceanico secco.
Campos do Jordão è la città più alta del Brasile con 1628 metri di altitudine e ha un clima oceanico tipo Cwb
São Joaquim è una delle città più fredde del Brasile, ha un clima oceanico tipo Cfb
Città che presentano un clima oceanico
Tra le più importanti città che possiedono un clima oceanico ci sono:
Dublino, Irlanda
Londra, Regno Unito
Amsterdam, Paesi Bassi
Bruxelles, Belgio
Parigi, Francia
Bergen, Norvegia
Amburgo, Germania
Copenaghen, Danimarca
Vigo, Spagna
Samsun, Turchia
Hobart, Australia
Portland, Oregon
Seattle, Washington
Vancouver, Canada
Puerto Montt, Cile
Mar del Plata, Argentina
Wellington, Nuova Zelanda
New York, Stati Uniti
Caxias do Sul, Brasile
Curitiba, Brasile
Invercargill, Nuova Zelanda
Dunedin, Nuova Zelanda
Punta del Este, Uruguay
San Francisco, California ha una variazione delle temperature caratteristica del climi oceanici, ma ha poche precipitazioni durante l’estate, quasi indistinguibili da quelle invernali: per questo è annoverata tra i climi mediterranei.
Alcune città importanti con clima subpolare Cfc sono:
Reykjavík, Islanda
Harstad, Norvegia
Thorshavn, Isole Fær Øer
Punta Arenas, Cile
Unalaska, Alaska (precedentemente Dutch Harbor
Clima mediterraneo
In climatologia il clima mediterraneo (Cs secondo la classificazione climatica di Köppen, che lo chiamò clima etesio) è il meno esteso dei climi temperati, caratterizzato da un lungo periodo di siccità estiva ed inverni piovosi con temperature miti; il mare contribuisce a determinare il clima, il quale è temperato caldo, con escursioni termiche giornaliere ed annue modeste (inferiori a 21 °C): infatti il mare trattiene il calore estivo accumulandolo e rilasciandolo poi durante il periodo invernale.
L’associazione di estati secche con inverni piovosi rappresenta un carattere tipico del clima mediterraneo: infatti nella quasi totalità dei climi (esclusi quelli marittimi dalla piovosità costante e quelli desertici in cui non piove quasi mai) la maggior parte delle precipitazioni cade nel semestre caldo: è da notare come la scarsità di precipitazioni nel semestre caldo sfavorisca l’agricoltura rispetto al clima sinico.
Definizione
Köppen definì il clima Cs come quello in cui il mese più scarso di precipitazioni nel semestre caldo ha un totale di precipitazioni inferiore a un terzo di quello del mese invernale più piovoso e in ogni caso inferiore a 30 mm. Se il mese più secco presenta un totale inferiore a un terzo di quello del mese più piovoso ma superiore a 30 mm si identificherà come Cfs
Salvador Rivas Martínez definisce bioclima mediterraneo quello in cui ci sono almeno due mesi consecutivi di siccità estiva.
Sottotipi
Il clima mediterraneo ha due sottotipi fondamentali: Csa con estate calda e Csb con estate più tiepida.
Csa
Il sottotipo Csa, nel quale la temperatura del mese più caldo è superiore a 22 °C, si trova lungo le aree costiere del Mediterraneo e del Vicino oriente, mentre nelle zone costiere esterne si hanno temperature inferiori (a Essaouira in Marocco la temperatura media di luglio è di 20 °C). Temperature decisamente elevate si registrano nell’entroterra californiano (Red Bluff, con una temperatura media di luglio di 27,5 °C).
Csb
Il sottotipo Csb è tipico delle zone costiere della California e dell’Oregon come Santa Monica e San Francisco rispettivamente con una media di 18,9 °C e 17,7 °C. Anche alcune zone della Francia, del Marocco, della Turchia, del Cile e dall’Australia appartengono a questo sottotipo. Un’estrema regolarità della temperatura si ha nelle Isole Farallon al largo di San Francisco, dove la temperatura media del mese più freddo è di 12 °C e quella del mese più caldo di 14 °C.
Regimi di transizione
Clima mediterraneo continentale
Il clima mediterraneo continentale, di transizione verso il clima steppico, si caratterizza per la minor durata della stagione piovosa invernale e per le maggiori escursioni termiche, sia diurne che annuali.
Clima submediterraneo
Il clima submediterraneo, di transizione verso il clima temperato umido, si contraddistingue per la minor durata della stagione secca estiva, per le temperature relativamente più basse nonché per la probabilità di precipitazioni nevose, seppur non molto frequenti.
Distribuzione
In Europa, è tipico delle regioni che si affacciano sul mar Mediterraneo: l’Italia, il sud e l’est della Spagna, la costa mediterranea della Francia e della penisola balcanica. In Italia lo si ritrova soprattutto sulle coste liguri, tirreniche e ioniche. Sulle coste adriatiche della costa occidentale non risale più a nord di Ravenna, a causa della vicinanza della pianura padana, a clima subcontinentale. Sulla costa orientale dell’Adriatico risale invece molto più a nord, comprendendo la Dalmazia, la fascia costiera dell’Istria e della provincia di Trieste, dove il clima è mediterraneo per le temperature, ma potrebbe essere considerato di transizione in riferimento alla piovosità (alla stazione Osmer di Trieste la media degli ultimi 25 anni è di 877 mm. annui, con il mese più secco, luglio, che ha raggiunto in media i 54 mm. di pioggia, quantità pari alla metà, e non un terzo, del mese più piovoso, novembre, con 109 mm.). Zone tipicamente mediterranee con spunti subtropicali sono l’Italia meridionale, la Sicilia e la Sardegna.
Anche climi paragonabili in zone situate in altri continenti vengono considerati come esempi di clima mediterraneo: per esempio, nel bacino del Mediterraneo lo si ritrova anche nelle coste turche e del Vicino Oriente. In Africa si trova un clima mediterraneo sulle coste del Maghreb e nella regione del Capo; nelle Americhe hanno un clima paragonabile la California costiera e il Cile centrale e in Australia la costa sudoccidentale. In sintesi, si tratta di zone climatiche situate poco più a nord o poco più a sud dei Tropici, che rendono il clima piuttosto mite. È questa la ragione per cui il clima mediterraneo viene talvolta considerato subtropicale, come per esempio da Troll e Paffen.
Vegetazione
L’agricoltura e l’allevamento vi sono praticati da secoli. In queste zone l’estate è molto arida e gli agricoltori usano sistemi d’irrigazione capaci di sfruttare sia le acque di superficie sia le falde acquifere, per coltivare olivi, vite, agrumi e cereali. Dove non vi sono coltivazioni agricole c’è una vegetazione sempre verde di tipo forestale oppure di tipo a boscaglia;
Il clima mediterraneo ha determinato vari ecosistemi, tra cui il più famoso è la macchia mediterranea. In California prevale un simile tipo chiamato chaparral mentre nella zona del capo si chiama fynbos ed è particolarmente ricco in biodiversità
Clima continentale
Il clima continentale è un clima tipico delle terre interne ai continenti situati nelle zone temperate dell’emisfero settentrionale. È caratterizzato da significative escursioni termiche tra inverno ed estate. Spesso è accompagnato da temperature invernali piuttosto basse che permettono il persistere della coltre nevosa, mentre le estati possono essere estremamente calde, spesso afose. La lontananza dal mare non consente poi di avere un’elevata umidità e di conseguenza le precipitazioni sono generalmente limitate.
Classificazione di Köppen
Nella classificazione di Köppen non esiste un vero e proprio clima continentale. Solitamente si intende un sottoinsieme del clima.
Inverno rigido senza stagione secca ed estate calda:
Dfb – Inverno rigido senza stagione secca ed estate tiepida.
Dwa – Inverno rigido e secco ed estate calda.
Dwb – Inverno rigido e secco ed estate tiepida.
Localizzazione delle aree con clima continentale
Il clima continentale esiste per definizione dove non arrivano gli effetti mitigatori dei mari (es. le regioni interne dell’Asia, della Cina e degli Stati Uniti, i quali comprendono anche l’umida fascia costiera nord atlantica a causa delle particolari correnti fredde oceaniche e della scarsità di rilievi montuosi). Queste regioni in estate sono torride raggiungendo anche temperature caratteristiche dei climi caldi ma con scarsa umidità, mentre in inverno sono molto più fredde di ogni altro clima di simile latitudine, generando così una forte escursione termica sia giornaliera che annuale.
In Europa questo clima interessa la zona centrale e orientale, trasformandosi nel clima oceanico verso ovest e nel clima mediterraneo verso sud. Le zone più continentali al mondo sono senza dubbio le regioni centrali canadesi, la Mongolia e la Russia, in particolare la Siberia: qui si può passare da temperature di -60 °C in inverno ai +35 °C d’estate.
Clima subartico
Con clima subartico s’intende una classe dei climi boreali caratterizzati da temperature estremamente basse. nella classificazione di Köppen non rappresentano un unico tipo ma due distinte sottoclassi, Dc e Dd. Si tratta dei climi più freddi dell’emisfero settentrionale, con l’eccezione della Groenlandia. I climi subartici sono caratterizzati dalle grandi foreste di conifere
Clima subartico Dc
Il clima subartico Dc comprende in Eurasia la Norvegia non costiera e gran parte della Svezia, della Finlandia e della Russia settentrionale. In America settentrionale hanno questo tipo di clima l’Alaska e una buona parte del Canada. Condizioni simili si ritrovano ad altitudini medio-alte sulle catene montuose (ad esempio, in Italia, tra i 1.600 metri e i 2.100 metri).
Clima subartico Dd
Il clima subartico Dd comprende le località più fredde del clima transiberiano e altri climi estremamente freddi concentrati tutti nella Siberia orientale. Köppen assegnò la lettera Dd a un clima con una temperatura del mese più freddo inferiore a −38 °C. A Verchojansk si ha una temperatura media del mese di luglio pari a 15,5 °C e una temperatura media del mese di gennaio pari a −50,5 °C, con punte vicine a −70 °C (−69,8 nel 1895) e ci sono 7 mesi su 12 con temperatura media sotto lo zero.
Clima transiberiano
Il clima transiberiano (o clima freddo con inverno prolungato) è un tipo di clima boreale che si trova solo nella Siberia orientale.
Descrizione
Le sue caratteristiche sono estreme: l’inverno, gelido, dura più di otto mesi e le estati sono assai brevi (la loro durata è minore che nel clima boreale delle foreste) e relativamente calde (la temperatura media estiva è comunque inferiore a 20 °C). Le precipitazioni sono scarse, in particolare in inverno (che si può considerare una stagione secca); il manto nevoso, sottile ma durissimo, può durare fino a otto mesi.
Il clima transiberiano è caratterizzato inoltre da elevatissime escursioni termiche annue, che, in certi casi, data la temperatura minima (spesso inferiore a -50 °C) e la massima registrata nel corso dell’anno (anche 30 °C), può superare gli 80 °C di scarto. L’escursione termica delle temperature medie può superare ugualmente i 60 °C.
In questa zona climatica si trova il polo del freddo dell’emisfero boreale, situata all’incirca nell’area dove si trovano i due insediamenti umani più freddi della Terra: Verchojansk e Ojmjakon.
Vegetazione
Le condizioni climatiche consentono solo la crescita di una taiga di conifere resistentissime al freddo come i pecci.
Clima polare
Il clima polare è un insieme delle manifestazioni di temperatura e pressione che caratterizzano durante l’anno la climatologia dei poli terrestri e delle regioni all’interno dei circoli polari. Il clima polare è descritto nella classificazione dei climi di Troll e Paffen, ma non in quella di Köppen.
Descrizione
la caratteristica principale di queste zone è che raramente superano i 10 °C anche nei più caldi giorni d’estate.
Le regioni a clima polare si dividono fondamentalmente in due classi: le aree polari vere e proprie (Antartide, Groenlandia) e le aree subpolari dove si trova il clima della tundra e dove il terreno semipermanentemente gelato (permafrost) impedisce la crescita di alberi ad alto fusto e permette solo la crescita di licheni e muschi, causa basse temperature e forti correnti fredde.
In genere, le zone a clima polare si trovano a nord del 60º parallelo nell’emisfero boreale e a sud di esso nell’emisfero australe. Nelle aree subpolari spesso si hanno grandi escursioni termiche annue, che vanno da temperature molto rigide d’inverno a temperature abbastanza miti d’estate. La piovosità è in genere molto scarsa; tuttavia, spesso in queste zone la neve ricopre il suolo per gran parte dell’anno, poiché le temperature non sono sufficientemente elevate per scioglierla.
Il clima polare, in generale, rappresenta nella descrizione dei climi di Troll e Paffen quello che per Wladimir Köppen è il clima nivale: questo comprende però anche le zone d’alta montagna, inserite dai due studiosi in un’altra categoria climatica.
Clima nivale
Con clima nivale s’intende una tipologia di clima molto freddo, con precipitazioni generalmente scarse prevalentemente nevose e temperature rigidissime durante tutto l’anno.
I climi nivali sono indicati nella classificazione dei climi di Köppen con E. Si distinguono due sottotipi fondamentali: il clima della tundra e il clima dei ghiacci perenni a cui si può associare anche il clima alpino.
Le zone interessate sono principalmente il Canada settentrionale, la Groenlandia, alcune zone dell’Asia Nord-Orientale e la catena montuosa dell Himalaya.
Descrizione
Il clima nivale è caratterizzato da inverni freddi e gelidi ed estati prevalentemente fresche.
Questa fascia climatica si estende nella zona dei due poli e in parte dell’emisfero boreale. Condizioni simili però si possono riscontrare anche sulle vette delle montagne più alte di tutto il mondo (a quote differenti a seconda della latitudine).
La vegetazione è prevalentemente composta da muschi e licheni, la fauna da diverse specie animale tra cui il lupo, l’orso bianco, la volpe artica, l’ermellino che usano la bianca neve per mimetizzarsi e difendersi dai pochi abitanti di quelle zone che vivono di caccia per le pellicce. Da queste zone provengono molti dei legni più pregiati.
Clima glaciale
Il clima glaciale (o del gelo perenne) è il più freddo dei climi terrestri. Secondo la classificazione dei climi di Köppen si abbrevia con EF. Si trova principalmente nella parte interna della Groenlandia, nelle zone artiche più prossime al Polo Nord e nella massima parte dell’Antartide. È caratterizzato da distese di ghiacci e nevi perenni e da un vento catabatico spesso impetuoso.
Descrizione
Il clima glaciale ha temperature medie del mese più caldo inferiori a 0 °C; solo in alcune zone dell’Oceano Artico la temperatura può salire a circa 1 °C, quindi il periodo del disgelo è pressoché assente così come la vegetazione.
In inverno le temperature medie possono scendere facilmente sotto i −50 °C: a Vostok, la temperatura media di agosto (il mese più freddo) è di −71 °C e quella di febbraio (il mese meno freddo) è di −33 °C, per una media annua di −56 °C.
A causa delle alte pressioni antartiche, l’inversione termica è molto accentuata. Anche l’interno della Groenlandia raggiunge temperature medie annue bassissime, inferiori a −30 °C e comprese tra estremi inferiori rispettivamente a −50 °C in febbraio e −10 °C in luglio.
Clima steppico
Il clima steppico è un clima arido indicato con la sigla BS nella classificazione dei climi di Köppen. Si caratterizza nel suo complesso per evapotraspirazione superiore alla quantità di precipitazioni che, nel complesso, risultano piuttosto scarse.
Clima Italia
Il clima comprende le steppe calde (clima semi-arido caldo BSh), con temperatura media annua uguale o superiore a 18 °C, e le steppe fredde (clima semi-arido freddo BSk), con temperatura media annua inferiore a 18 °C. Nel complesso le aree caratterizzate da questo tipo di clima si ritrovano nelle zone interne dell’Andalusia, della Turchia, nella puszta tra l’Ungheria sud-orientale e la Voivodina, in alcune zone del Medio Oriente, dell’Iran, del Colorado e del Cile. Il più importante esempio di zona con questo clima in tutto il mondo resta comunque la Steppa eurasiatica. Un’altra zona molto estesa con questo clima è il Sahel. Elementi transitori del clima BSk possono essere riscontrati anche nella Sicilia centrale[1], nella zona della Maremma grossetana, e dal litorale molisano alla Puglia. .
Il limite climatico tra steppa e deserto e tra steppa e zone umide può essere calcolato attraverso una serie di formule matematiche che mettono in correlazione le precipitazioni con le temperature.
Clima desertico
Il clima desertico, tipico dei deserti caldi e freddi, è un clima arido costituito da forti escursioni termiche giornaliere (giornate caldissime e notti relativamente fredde) e da precipitazioni scarsissime che possono essere assenti per anni. Nella classificazione dei climi di Köppen, deserti caldi e freddi sono identificati dalla sigla BW.
Clima desertico caldo
Il clima desertico caldo (Sahara centrale) è caratterizzato da fortissime escursioni termiche giornaliere, di giorno la temperatura può toccare o superare i 50 °C, mentre all’alba può essere a 20 °C o raramente poco sotto; durante il periodo invernale in tarda notte (12 P.M.–1 A.M.) può essere di 0° e sotto tale valore (-20) Le temperature elevate favoriscono l’evaporazione. Di solito il fattore che porta alla formazione di un clima simile è la presenza dell’anticiclone subtropicale.
Clima desertico freddo
Il clima desertico freddo è caratterizzato da fortissime escursioni termiche annue, a causa della continentalità della zona in cui si trovano; questo clima si può giustamente considerare un’estremizzazione del clima continentale. Anche in questo caso l’aridità è estrema ed è dovuta in particolar modo alla grande distanza dal mare e all’azione delle catene montuose che impediscono alle correnti umide oceaniche di penetrare nel deserto.
Clima monsonico
Il clima monsonico è un clima tropicale umido, secondo la classificazione climatica di Köppen.
Nel Sud-est asiatico
Il clima monsonico è tipico del subcontinente indiano, del sud-est asiatico e della Cina meridionale. Da giugno a ottobre i monsoni, caldi e carichi di umidità, provengono dall’oceano Indiano soffiando da sud-ovest a nord-est, dal mare verso la terraferma.
Nel loro percorso dai Ghati occidentali, dove scaricano una parte della loro umidità, attraversano il tavolato del Deccan e si scontrano con l’insormontabile massiccio himalayano, raffreddandosi e rovesciando enormi quantità di pioggia. La pianura del Gange, la zona del golfo del Bengala, che si trovano ai piedi dell’Himalaya, e soprattutto l’Assam sono pertanto tra le zone più piovose della Terra.
Strada allagata a Bombay durante la stagione estiva
L’alternanza dei monsoni determina anche i ritmi dell’agricoltura e le rese dei singoli anni. Ritardi o anticipi di questi venti possono causare grandi siccità o disastrose alluvioni, che hanno spesso compromesso i raccolti, portando nell’intera regione parecchie carestie.
Nel mondo
Zone con clima simile (tropicale con stagione secca e umida) si trovano comunque anche da altre parti della Terra come l’Africa (zona del golfo di Guinea e bacino del Congo), certe parti del Madagascar, l’America centrale atlantica, alcune zone del Venezuela e dell’Amazzonia.
Vegetazione
La flora tipica del clima monsonico è caratterizzata dalla foresta monsonica e dalla giungla; in quest’ultimo bioma, a differenza della foresta pluviale sono presenti molte piante che perdono le foglie durante la stagione secca ed è perciò detta anche “foresta tropicale decidua”. Tra gli animali più tipici, l’elefante asiatico e la tigre.
Clima sinico
Il clima sinico è un clima temperato, Cw, secondo la classificazione climatica di Köppen. Köppen lo chiamò sinico (sinisches Klima) perché particolarmente diffuso in varie zone della Cina.
Caratteristiche
Il clima sinico può essere considerato l’estensione nella zona temperata del clima monsonico. È caratterizzato da un inverno secco con piogge concentrate soprattutto in estate; per questo si tratta di un tipo di clima particolarmente favorevole all’agricoltura, per l’abbondanza di precipitazioni nel periodo vegetativo delle piante. Si registrano di solito tra 1000 e 2000 mm di pioggia all’anno, con escursioni termiche abbastanza accentuate, specie nelle zone più distanti dal mare. Il clima sinico è di tipo Cm
Vegetazione
La vegetazione tipica di questo clima è costituito soprattutto da latifoglie sempreverdi.
Clima della savana
Il clima della savana, Aw secondo la classificazione climatica di Köppen, è un clima tropicale.
Descrizione
Il clima della savana è caratterizzato da due stagioni ben definite, la stagione umida e la stagione secca, entrambe della durata approssimativa di 6 mesi.
La prima comporta piogge intense e durature per molti giorni, con frequenti temporali e rari giorni senza fenomeni, simile al clima tropicale. La seconda invece è molto secca, con piogge quasi assenti, simile al clima desertico. Le piogge si distribuiscono caratteristicamente in corrispondenza del passaggio del Sole allo Zenit e perciò si chiamano piogge zenitali: all’Equatore i periodi di massima intensità precipitativa vengono ad unirsi.
Le temperature sono sempre abbastanza elevate (superiori generalmente ai 21-22 °C), ma le escursioni termiche sono decisamente maggiori rispetto al clima equatoriale durante il giorno raggiungono temperature elevate mentre durante la notte possono scendere di più.
Flora
Questo clima favorisce la crescita di erba folta e rigogliosa. La scarsità delle piogge, i devastanti incendi e la presenza di grandi erbivori, causano assieme la riduzione di alberi ed arbusti con una chioma importante. Nella flora è frequente incontrare i baobab, le acacie a ombrello acacia tortilis e acacia xanthophloea, le euforbie.
Fauna
Nella savana vivono un innumerevole quantità di specie animali, tra cui i grandi erbivori (elefanti, giraffe, zebre, bufali, etc.) che trovano protezione principalmente nel branco, mentre i più piccoli nascondendosi nell’erba alta.
Clima della savana con stagione secca invertita
Zone della Terra caratterizzate dal clima della savana (stagione secca durante il periodo di maggior insolazione e giornate più lunghe)
In alcune aree ristrette, la stagione secca si presenta durante il periodo di maggior insolazione e giornate più lunghe. È il caso di parte delle isole Hawaii, di alcune zone del Kenya e dello Sri Lanka, nei quali casi si usa talvolta la sigla As.
Nella maggioranza delle zone tropicali che hanno un’alternanza tra stagione secca e calda, la stagione secca si presenta durante il periodo in cui i raggi solari sono più bassi e le giornate più corte, a causa dell’ombra pluviometrica durante il periodo di massima insolazione.
Zone della Terra caratterizzate dal clima della savana (stagione secca durante il periodo di maggior insolazione e giornate più lunghe)
Clima alpino
Il clima alpino è l’insieme delle manifestazioni fisiche e climatiche presenti al di sopra della linea degli alberi. È tipico delle catene montuose più importanti come le Alpi.
Descrizione
Il clima diventa più freddo a quote più elevate, con un gradiente termico verticale di 10 °C per km di elevazione in altitudine: l’aria diventa più fredda quanto più ci s’innalza, in quanto meno densa.
Di conseguenza, salire di 100 metri in montagna equivale grosso modo a muoversi di 80 km verso il più vicino polo (45 primi di grado, equivalenti a 0.75° in latitudine)[1]. Si tratta di un’approssimazione evidente, soprattutto in prossimità degli oceani.
I tentativi di quantificare i fattori che danno luogo al clima alpino sono stati numerosi.
Il climatologo Wladimir Köppen scoprì una relazione tra le linee degli alberi artica e antartica, nonché tra tali linee e l’isoterma dei 10 °C: in sostanza dimostrò che le aree soggette a temperature non superiori a 10 °C non sviluppano vegetazione ad alto fusto. Egli associò il clima alpino ai climi nivali e in particolare al clima della tundra. Per differenziare il clima alpino si utilizza, nella classificazione dei climi di Köppen, la lettera H, che viene aggiunta alla sigla (per esempio ET/H). Secondo Troll e Paffen, il clima alpino è invece peculiare e viene inserito in una categoria a parte, quella del clima d’alta montagna.
Clima boreale
Il clima boreale è un tipo di clima con temperature medie molto basse e valori minimi invernali bassissimi. Nella classificazione dei climi di Köppen è identificato con D. Questa categoria compare, con lo stesso nome, anche nella classificazione di Troll-Paffen.
Descrizione
Secondo Köppen rientrano in questa categoria i climi in cui la media del mese più caldo (a differenza del clima nivale) supera i 10 °C, mentre quella del mese più freddo è inferiore a −3 °C, il limite con cui il climatologo identificava il limite dei 30 giorni con neve al suolo e il limite equatoriale del suolo gelato.
Troll e Paffen includono in questa categoria anche climi oceanici con temperatura del mese più freddo compresa tra 2 °C e −3 °C, corrispondenti a una stretta fascia costiera della Norvegia centro-settentrionale, dell’Alaska meridionale e buona parte del Canada.
Le precipitazioni non sono abbondanti e sono quasi sempre nevose in inverno. Il clima boreale, come dice il nome è presente solo nell’emisfero settentrionale: le temperature bassissime sono dovute alla presenza dell’anticiclone siberiano e di quello canadese che determinano condizioni invernali estreme.
All’interno del clima boreale si distinguono due sottotipi: il clima boreale delle foreste, costantemente umido e con una breve estate calda, e il clima transiberiano, con inverno secco e prolungato (più di otto mesi)
Clima boreale delle foreste
Il clima boreale delle foreste o clima boreale con estate calda è un tipo di clima boreale la cui sigla, nella classificazione dei climi di Köppen è Df. Gli inverni, freddissimi, possono durare fino a otto mesi, mentre le estati sono brevi e relativamente calde (in alcune zone caratterizzate da un tipo climatico continentale estremo si possono toccare i 22 °C di temperatura media di luglio).
Descrizione
Non ha una vera stagione secca e le precipitazioni, poco abbondanti, sono distribuite durante tutto l’anno, ma maggiormente durante l’estate. Non esiste una vera e propria linea di demarcazione netta con il clima temperato umido, del quale costituisce la continuazione a latitudini superiori e nelle zone più lontane dal mare.
Vegetazione
La vegetazione è costituita da foreste di latifoglie decidue capace di sopportare le basse temperature come le betulle. Nelle zone dove il clima è meno rigido si possono incontrare anche piante da clima temperato come faggi, querce e pioppi, ma, nelle zone più fredde, fa la sua comparsa la grande foresta di conifere, la taiga.
Le foreste si sviluppano su suoli di color grigio-bruno, permeabili, di tipo podsolico. Dove le condizioni sono più aride si passa a un clima di tipo steppico, dominato da graminacee che hanno bisogno di meno risorse per il loro sviluppo.
Clima della tundra
Il clima della tundra, simboleggiato con CKT nella classificazione dei climi di Köppen, è il clima che caratterizza i margini del circolo polare artico nella zona che corrisponde alla tundra. Si trova anche in Islanda, nella Groenlandia costiera e nel Canada settentrionale. Condizioni simili si riscontrano su altopiani in quota come il Tibet, sulle Alpi e sulle Ande.
Descrizione
La temperatura media annua è inferiore a 0 °C e sale solo durante la breve estate. L’unica vegetazione possibile è quella costituita dalla tundra, simile a un deserto, dove prosperano solo muschi e licheni. Solo in zone leggermente più favorevoli si può trovare qualche cespuglio di betulla nana.
Testo e grafici gentilmente concessi da: Wikipedia