Di seguito la mappa in cui sono riportati gli eventi climatici più significativi che si sono verificati a livello globale durante il mese di GENNAIO 2022.
Introduzione
Il National Centers for Environmental Information del NOAA calcola l’anomalia mensile della temperatura globale basandosi su dati preliminari provenienti da serie di dati autorevoli riguardanti le osservazioni della temperatura da tutto il mondo. Il set di dati principale, https://www.ncei.noaa.gov/news/NOAA-Global-Temp-Dataset, aggiornato a metà del 2019, utilizza serie complete di dati le quali comprendono una maggiore copertura globale delle superfici sia terrestri land che oceaniche https://www.ncei.noaa.gov/products/extended-reconstructed-sst. NOAAGlobalTempv5 è un set di dati ricostruito, il che significa che l’intero periodo di registrazione viene ricalcolato ogni mese con nuovi dati. Sulla base di questi nuovi calcoli, i nuovi dati storici possono portare ad aggiornamenti dei valori precedentemente riportati.Questi fattori, combinati insieme, comportano che i dati del passato possono essere superati dai dati più recenti e possono influenzare i numeri riportati nei rapporti mensili sul clima. L’analisi della ricostruzione più recente è sempre considerata la più rappresentativa e precisa del sistema climatico ed è pubblicamente disponibile attraverso Climate at a Glance.
Temperature
Le anomalie di temperatura e i percentili vengono mostrati nelle mappe a griglia qui sotto. La mappa delle anomalie sulla sinistra è il risultato di un’analisi combinata della temperatura della superficie terrestre e della temperatura della superficie del mare. Le anomalie di temperatura per la terra e l’oceano sono analizzate separatamente e poi unite per formare l’analisi globale. La mappa percentile sulla destra fornisce ulteriori informazioni mettendo in prospettiva storica l’anomalia di temperatura osservata per un luogo specifico e un periodo di tempo, mostrando come il mese, la stagione o l’anno più attuale si confronta con il passato.
Gennaio 2022
La temperatura superficiale globale per il mese di gennaio 2022 è stata di 0,89°C (1,60°F) al di sopra della media del 20° secolo e la sesta più alta per il mese di gennaio dall’inizio delle registrazioni globali nel 1880. Gli ultimi otto gennaio (2015-2022) sono stati tra i 10 gennaio più caldi mai registrati. Gennaio 2022 ha anche segnato il 46° gennaio consecutivo e il 445° mese consecutivo con temperature, almeno nominalmente, sopra la media.
Simile al 2021, l’anno 2022 è iniziato con un episodio di La Niña nell’Oceano Pacifico tropicale.El Niño e La Niña sono rispettivamente l’anomalo riscaldamento o raffreddamento del Pacifico centro-orientale tropicale che si manifesta con una periodicità variabile fra circa 3 e 7 anni. Queste anomalie della temperatura oceanica superficiale provocano corrispondenti anomalie atmosferiche che complessivamente prendono il nome di El Niño Southern Oscillation (ENSO). Provocano una variazione della circolazione a livello globale (teleconnessione atmosferica) causando siccità o alluvioni particolarmente intense in varie parti del globo. Anche la temperatura media globale ne risente, con anni El Niño particolarmente caldi e l’opposto con La Niña. Con un inizio d’anno leggermente fresco, c’è solo il 10% di possibilità che il 2022 finisca come l’anno più caldo mai registrato. Tuttavia, c’è più del 99% di possibilità che l’anno si posizioni tra i 10 anni più caldi documentati.
Durante il mese di gennaio 2022, le temperature sono state molto più calde della media in gran parte del Sud America, risultando il secondo gennaio più caldo per il continente da quando sono iniziati i registri continentali nel 1910, con una differenza di temperatura di +1.35°C (+2.43°F). Solo il gennaio del 2016 fu più caldo con +1,55°C (+2,79°F). Gran parte degli oceani Atlantico, Indiano settentrionale e Pacifico occidentale, così come parti del Messico meridionale, dell’America centrale, dell’Africa occidentale e meridionale e dell’Asia meridionale hanno avuto temperature molto al di sopra della media. Il primato aspetta Temperature di gennaio da record sono st, per quanto riguarda le temperature aspetta a una vasta area del Sud America centrale e a piccole aree dell’Atlantico, dell’Oceano Indiano, del Pacifico occidentale e dell’Asia. Tale area comprendeva circa il 2,87% della superficie mondiale .
A livello regionale, la regione dei Caraibi ha avuto il suo terzo gennaio più caldo di sempre con una temperatura di 0,87°C (1,57°F) superiore alla media. Solo i gennaio del 2016 e del 2020 furono più caldi. Con una temperatura di +2.48°C (+4.46°F), l’Asia ha avuto il suo quarto gennaio più caldo registrato. L’Oceania ha avuto il suo settimo gennaio più caldo (a pari merito con il 2001) , mentre l’Europa ha avuto il 15° gennaio più caldo .
Hong Kong, Cina, Hong Kong, China ha avuto un gennaio più caldo della media, con una temperatura media di 1.5°C (2.7°F), risultando il quinto gennaio più caldo registrato.
Nel frattempo, temperature più fresche della media sono state osservate in alcune parti del Nord America, nell’Africa settentrionale, in India e nell’Oceano Pacifico. In media, il Nord America ha avuto un gennaio sopramedia; tuttavia, lo scostamento di temperatura è stato il più piccolo dal gennaio 2009.
L’anno è iniziato con temperature insolitamente calde in tutta Europa. A Köflach, Austria, la temperatura massima del 1 gennaio 2022 è stata di 18.8°C (68.8°F) – la più alta temperatura massima in Austria per il giorno di Capodanno. Il record precedente era di 18.0°C (64.4°F) stabilito nel 1984 a Wr. Neustadt.
Un’intensa ondata di calore ha colpito gran parte dell’Argentina durante il mese. Questa è stata la terza ondata di calore più intensa registrata in Argentina durante la stagione estiva dell’emisfero meridionale. Secondo il Servizio Meteorologico Nazionale dell’Argentina,Argentina’s National Weather Service l’ondata di calore è iniziata il 6 gennaio ed è culminata dopo 21 giorni consecutivi caratterizzati da temperature estremamente calde, con oltre 75 nuovi record di temperatura massima e minima. Da notare che la città di Buenos Aires ha avuto la sua temperatura minima più alta in data 15 gennaio da quando sono iniziate le registrazioni nel 1906, quando le temperature minime sono scese solo a 30°C (86°F). Allo stesso modo, temperature insolitamente calde hanno colpito parti dell’Uruguay durante la metà del mese. Il 14 gennaio, in Florida, l’Uruguay ha avuto una temperatura massima di 44.0°C (111.2°F), battendo il record nazionale di temperatura massima stabilito nel gennaio 1943.
Durante il 21-23 gennaio, un’ondata di calore ha colpito alcune parti del Capo Occidentale e Settentrionale, in Sudafrica. Secondo il Servizio Meteorologico Sudafricano, la stazione di Alexander Bay ha stabilito una nuova temperatura minima di 22,8°C (73,0°F), superando il precedente record di 22,5°C (72,5°F) stabilito il 16 gennaio 1963.
In Australia la temperatura media di gennaio è stata di 1,09°C (1,96°F) al di sopra della media 1961-1990, risultando il 13° gennaio più caldo a livello nazionale da quando sono iniziate le registrazioni delle temperature nazionali nel 1910. A livello regionale, la Tasmania ha avuto la sua seconda temperatura media di gennaio più alta di sempre con 2,45°C (4,41°F) sopra la media. Questo valore è stato di soli 0,06°C (0,11°F) inferiore rispetto a quello del gennaio più caldo registrato nel 2019. Nel frattempo, la temperatura minima della Tasmania è stata la più alta mai registrata con un valore di +2,32°C (+4,18°F), superando il precedente record di 0,43°C (0,77°F) stabilito nel 2016. Anche Victoria ha avuto la sua più alta temperatura minima di gennaio con un’anomalia di +3,65°C (+6,57°F), superando il secondo record del 2019 (+3,25°C / +5,85°F).
Una massa d’aria molto calda sull’Australia occidentale ha portato temperature insolitamente calde nella regione intorno alla metà del mese. Il 13 gennaio, le temperature massime hanno superato i 50.0°C (122.0°F), con l’aeroporto di Onslow che ha registrato una temperatura massima di 50.7°C (123.3°F) – questa è la temperatura più alta raggiunta nella storia dell’Australia occidentale, superando il precedente record di 50.5°C (122.9°F) stabilito a Mardie il 19 febbraio 1998. Questo valore ha anche eguagliato la più alta temperatura massima registrata in Australia, stabilita per la prima volta il 2 gennaio 1960 a Oodnadatta, South Australia.
Classifica e record di gennaio
Di seguito il grafico relativo all altezze del geopotenziale e relative anomalie riscontrate a livello globale nel mese di gennaio 2022.
L’altezza di geopotenziale indica a quale altezza si trova un determinato valore di pressione atmosferica, che nella mappa mostrata riguarda la pressione a 500 hPa o millibar. Tale grafico si riferisce ad una superficie in quota, posta a circa 5.500 metri.Le linee che uniscono punti di uguale valore di geopotenziale, dette isoipse, possono assumere la forma di “promontori” e di “saccature” : i “promontori” sono aree di alta pressione, mentre le “saccature” sono aree di bassa pressione.Le anomalie della pressione riscontrate a 500 hpa tendono ad essere ben correlate con le temperature presenti sulla superficie terrestre.
Precipitazioni
Le mappe mostrate qui sotto rappresentano la percentuale di precipitazione rispetto ai valori standard (a sinistra, usando un periodo di base 1961-1990) e i percentili di precipitazione (a destra, usando il periodo di registrazione) basati sul set di dati GHCN delle stazioni situate sulla superficie terrestre.
Come è tipico, le anomalie delle precipitazioni durante il mese di gennaio 2022 differiscono significativamente da una parte all’altra del mondo. Le precipitazioni di gennaio sono state generalmente inferiori al normale in gran parte degli Stati Uniti centrali e occidentali, Messico, Europa centrale e occidentale, Australia occidentale, Nuova Zelanda settentrionale e in alcune parti della penisola coreana e del Giappone. Condizioni più umide del normale sono state evidenti in alcune parti dell’Asia, nel Sud America meridionale, nell’Europa orientale e nell’Australia centrale e sud-orientale.
Precipitazioni inferiori alla media hanno colpito gran parte della Spagna. Spain. La quantità totale di precipitazioni a livello nazionale è stata pari al 26% di quella standard ed è stato il quinto gennaio più secco dal 1961.
Secondo la Japan Meteorological Agency Japan Meteorological Agency, abbondanti nevicate sono cadute in alcune parti del Giappone settentrionale nel periodo tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio, con alcune località che hanno stabilito nuovi record . Da notare che Hikone nella prefettura di Shiga ha osservato un totale di 78 cm , che è un nuovo record per questa località in termini di nevicate accumulate in 48 ore.
L’Aeroporto Internazionale del Bahrain Kingdom of Bahrain ha avuto un totale di 58 mm di precipitazioni in questo mese, che è poco più del triplo della sua media mensile di 18,1 mm . Questo è stato il sesto gennaio più piovoso da quando sono iniziate le registrazioni nel 1902. Secondo la Sezione Clima della Direzione Meteorologica del Bahrain, il 1° gennaio ha avuto la più alta precipitazione giornaliera del mese, con un totale di 36,2 mm . Questo è stato il quinto maggiore quantitativo totale giornaliero per l’aeroporto dal 1948.
La tempesta tropicale Ana è stata la prima tempesta dell’anno registrata nel bacino sud-occidentale dell’Oceano Indiano. Il 24 gennaio Ana ha toccato terra nel nord del Mozambico. Secondo ReliefWeb, la tempesta è stata responsabile della distruzione di oltre 12.000 case e del danneggiamento di oltre 25 centri sanitari. È stato riferito che sono stati danneggiati anche i sistemi di approvvigionamento idrico, i pali dell’elettricità e le strade. Le forti piogge associate alla tempesta hanno causato inondazioni, compreso l’allagamento di più di 37.000 ettari di coltivazioni.
Progetto Climatologia delle Precipitazioni Globali (GPCP)
La seguente analisi è basata sul Global Precipitation Climatology Project (GPCP) Interim Climate Data Record Global Precipitation Climatology Project (GPCP). È fornita per gentile concessione del team del GPCP Principal Investigator dell’Università del Maryland.
Gennaio, situato nel cuore dell’inverno dell’emisfero settentrionale (NH) e dell’estate dell’emisfero meridionale (NH), presenta le sue caratteristiche precipitazioni mensili spinte molto più a sud (vedi pannello superiore in Fig. 1). Sugli oceani tropicali la zona di convergenza intertropicale (ITCZ) si estende in strette bande est-ovest attraverso il Pacifico e l’Atlantico, a cavallo dell’Equatore. La South Pacific Convergence Zone (SPCZ) si estende a sud-est dal continente marittimo verso il centro dell’oceano e nell’Oceano Indiano le maggiori quantità di precipitazioni si trovano a sud dell’Equatore.In Africa, Australasia e Sud America, le piogge stagionali si sono trasferite anch’esse verso sud. Alle alte latitudini i modelli di precipitazione si sono spostati stagionalmente verso sud portando i sistemi ciclonici alle medie latitudini nel NH e alle alte latitudini nel SH.Naturalmente, oltre a questi cambiamenti stagionali, le variazioni climatiche su larga scala, comprese le tendenze a lungo termine legate al riscaldamento globale e i cambiamenti su scala interannuale legati a fenomeni come El Nino-Southern Oscillation (ENSO) si uniscono a eventi su scala sinottica per realizzare la mappa totale mensile e le anomalie (dalla climatologia di gennaio) viste in Fig. 1 (pannelli centrale e inferiore). Come è stato il caso per gran parte degli ultimi 18 mesi, le temperature superficiali del mare (SST) relativamente basse sul Pacifico centro-orientale lungo l’Equatore, le quali definiscono le attuali condizioni di La Niña, influenzano la distribuzione delle anomalie delle precipitazioni in una vasta area del Pacifico e non solo.Tuttavia, per questo mese un possibile indebolimento de La Niña sembra avere un effetto più limitato. Nella Fig. 2 le anomalie di precipitazione per gennaio 2022 sono riprodotte nel pannello inferiore e il pannello superiore è una mappa composita delle anomalie per tutti i gennaio interessati da La Niña durante il periodo GPCP (1979-2020).Anche se il nucleo principale delle SST fredde è situato ad est lungo l’Equatore, il movimento verso ovest dei sistemi convettivi provoca un minimo relativo (anomalia negativa) vicino e intorno ai 180° di longitudine, sia nel composito che in questo gennaio, anche se la caratteristica negativa è più intensa nel composito che per questo mese. La caratteristica negativa si estende strettamente ad est lungo l’ITCZ in entrambe le mappe, ma ad ovest, sul continente marittimo, l’anomalia positiva generale presente nel composito non corrisponde bene al modello di anomalia di questo mese, che invece risulta molto misto. A sud, sull’Australia, che tipicamente presenta abbondanti precipitazioni durante La Niña, c’è generalmente una corrispondenza con i totali medi continentali di questo mese, ma il modello è diverso.Man mano che ci allontaniamo dall’area centrale del Pacifico, la corrispondenza tra il modello composito e l’anomalia di questo mese è generalmente molto debole, con modelli sull’Africa, il Sud America e l’Asia meridionale che non corrispondono affatto. Ma, sopra le ITCZ del Pacifico e dell’Atlantico, l’area SPCZ e sopra il Pacifico nordorientale, al largo del continente nordamericano, sembra esserci una corrispondenza, indicando un esteso effetto La Niña nel Pacifico. Più vicino a casa, sul Nord America, il composito de La Niña e la mappa di questo mese in Fig. 2 concordano molto bene, entrambi mostrano deficit di precipitazioni sul sud-ovest degli Stati Uniti e sul Messico, e anche a est. Una siccità a lungo termine continua su questa regione, e la presenza di La Niña non aiuta.Altrove in tutto il mondo, le anomalie di precipitazione riflettono per lo più eventi su scala minore. L’Africa sud-orientale mostra un’intensa anomalia positiva, principalmente associata al ciclone tropicale Ana che ha colpito il Madagascar e il Mozambico. Le anomalie positive presenti nel Medio Oriente e nell’Asia meridionale non corrispondono alla tipica stagione secca che si osserva solitamente in queste zone e comprendono inondazioni inconsuete in Iran e nel Oman. Anche Quito, Ecuador, nel mezzo di un’ampia anomalia negativa nel nord-ovest del Sud America, ha avuto devastanti inondazioni e frane alla fine del mese. Gran parte dell’Europa occidentale ha avuto un deficit di precipitazioni durante il mese di gennaio e questo ha prolungato le condizioni di siccità su gran parte di quella regione, anche se l’anomalia positiva a est sulla Russia ha contribuito ad alleviare condizioni analoghe sul posto.
Espandendo la nostra scala temporale, possiamo guardare la mappa del trend osservato per gennaio (Fig. 3, pannello superiore), insieme alla mappa climatologica di gennaio (Fig. 3, pannello inferiore). Forti caratteristiche positive e negative sono osservate sugli oceani tropicali (il trend globale è molto vicino allo zero) e aiutano a verificare i modelli climatici, quando sono forzati dalle SST osservate, e queste caratteristiche sono legate in parte al riscaldamento globale. Nel Pacifico orientale al largo della costa occidentale è stata osservata una tendenza all’essiccazione dalle Hawaii agli Stati Uniti meridionali e al Messico. La combinazione di questa tendenza negativa con la spinta negativa interannuale di La Niña (vedi Fig. 2) indica che l’attuale siccità generale presente in questa regione è legata a fenomeni su varie scale temporali, che a volte devono essere analizzati insieme per aiutare a capire anche le anomalie di precipitazione di un singolo mese. Per esempio, Los Angeles ha avuto uno dei suoi gennaio più secchi di sempre il mese scorso, molto probabilmente legato ad una combinazione di queste cause, che si verificano su varie scale temporali.
References
- Menne, M. J., C. N. Williams, B.E. Gleason, J. J Rennie, and J. H. Lawrimore, 2018: The Global Historical Climatology Network Monthly Temperature Dataset, Version 4. J. Climate, in press. https://doi.org/10.1175/JCLI-D-18-0094.1.
- Huang, B., Peter W. Thorne, et. al, 2017: Extended Reconstructed Sea Surface Temperature version 5 (ERSSTv5), Upgrades, validations, and intercomparisons. J. Climate, doi: 10.1175/JCLI-D-16-0836.1
- Peterson, T.C. and R.S. Vose, 1997: An Overview of the Global Historical Climatology Network Database. Bull. Amer. Meteorol. Soc., 78, 2837-2849.
- Huang, B., V.F. Banzon, E. Freeman, J. Lawrimore, W. Liu, T.C. Peterson, T.M. Smith, P.W. Thorne, S.D. Woodruff, and H-M. Zhang, 2016: Extended Reconstructed Sea Surface Temperature Version 4 (ERSST.v4). Part I: Upgrades and Intercomparisons. J. Climate, 28, 911-930.
- Adler, R., G. Gu, M. Sapiano, J. Wang, G. Huffman 2017. Global Precipitation: Means, Variations and Trends During the Satellite Era (1979-2014). Surveys in Geophysics 38: 679-699, doi:10.1007/s10712-017-9416-4
- Adler, R., M. Sapiano, G. Huffman, J. Wang, G. Gu, D. Bolvin, L. Chiu, U. Schneider, A. Becker, E. Nelkin, P. Xie, R. Ferraro, D. Shin, 2018. The Global Precipitation Climatology Project (GPCP) Monthly Analysis (New Version 2.3) and a Review of 2017 Global Precipitation. Atmosphere. 9(4), 138; doi:10.3390/atmos9040138
Citing This Report
NOAA National Centers for Environmental Information, State of the Climate: Global Climate Report for January 2022, published online February 2022, retrieved on February 20, 2022 from https://www.ncdc.noaa.gov/sotc/global/.
Metadata
https://data.nodc.noaa.gov/cgi-bin/iso?id=gov.noaa.ncdc:C00672